Bloodhound è il nuovo e anche primo titolo del giovane team polacco Kurger & Flint., formatosi nel 2021 a Varsavia e composto solo da 12 persone che ci offrono questo loro primo titolo grazie al discreto successo di una campagna di successo di Kickstarter avviata a marzo 2022, che conta quasi 9mila euro raccolti per aiutare la realizzazione di questo gioco da più di 120 sostenitori. Il gioco racconta la storia di un membro dell’Ordine dei Custodi dei Cancelli, con il compito di controllare le porte dell’Inferno. Ma il Culto di Astaroth, il signore dell’Abisso, vuole fare di tutto pur di aprire quei cancelli, per poter liberare la progenie infernale e il loro signore, così che possa camminare sulla terra e seminare ancora una volta il caos. Il nostro obiettivo in quanto membro dell’Ordine dei Custodi dei Cancelli è quello di fermare i cultisti e impedire che l’invasione dei demoni colpisca il nostro mondo. Grazie a Kurger & Flint., ci è stata data la possibilità di poter provare Bloodhound completo in anteprima per PC, quindi ci siamo lanciati subito all’azione per provare il gioco e raccontare a voi lettori di GamesVillage la nostra esperienza col gioco, i suoi lati positivi e negativi. Preparate le munizioni e il vostro fidato fucile a pompa, perché stiamo per entrare tra le porte dell’inferno.
Bloodhound: dei Cultisti troppo vivaci
Il gioco appena si avvia una nuova partita e dopo aver scelta una difficoltà, ci catapulta direttamente all’interno dell’azione, nessun filmato introduttivo, nessun personaggio che ci parla, nessun wall of text che ci spieghi la situazione e perché siamo noi a dover risolvere questo caos. l’unica cosa che si intuisce è che per andare avanti bisognerà uccidere. C’è o meglio sembra esserci della storia scritta, in quanto nell’immagine presente durante i caricamenti, è presente una pagina di un libro con scritte delle frasi, ma essendo il caricamento abbastanza veloce e il testo scritto in quello che sembra essere latino, non si riesce a leggere bene. Iniziando la partita come detto in precedenza, ci catapulterà all’interno dell’azione, dando però al giocatore un piccolo aiuto con dei tutorial molto grossolani e semplici, che verranno mostrati a schermo per ogni arma o potenziamento ottenuto. Il problema di questi tutorial è che sono fatti in maniera raffazzonata, letteralmente un pop-up che mette in pausa il gioco per spiegarti come si utilizza l’arma e nonostante la lingua di gioco possa essere impostata in altre lingue, spesso intere frasi o comandi non vengono tradotti nella lingua scelta ma lasciati in inglese. Tornando al gioco, il fulcro di Bloodhound gira attorno al gunplay, all’interno del gioco sono presenti 10 armi in totale e ognuna di esse ha una meccanica secondaria che varia in base al tipo di arma. Ad esempio le armi a raffica si sdoppiano permettendo al giocatore di utilizzare due mitragliatrici. Le armi da fuoco non hanno una grande varietà e si possono classificare in 3 categorie: le mitragliatrici, i fucili pompa e le armi con munizioni esplosive. La sensazione del gunplay è strana, in quanto cerca di replicare il feeling che si ha quando si gioca a Doom, ottenendo un risultato a malapena decente, spesso i colpi sembrano non andare a segno quando i nemici, soprattutto se piccoli, si trovano vicino al protagonista e la risposta dei nemici ai colpi subiti è quasi inesistente, capita molto spesso che i nemici subiscono un colpo quasi fatale, con tanto sangue che li cosparge da cima a piedi, ma per loro sembra essere una giornata come le altre, solo i boss di fine capitolo, ogni tanto, tentennavano quando subivano una grande quantità di danni. Ogni nemico che uccideremo con le nostre armi, rilascerà dei globi che se raccolti caricheranno la “Demon Mode”, quando si avrà uccisi abbastanza nemici per caricare la Demon Mode, potremmo attivarla e per pochi secondi otterremo un boost alla velocità di movimento e l’invulnerabilità ai danni. Ci sono altri oggetti che ci offrono un vantaggio in combattimento, come un boost al danno, il rallentamento del tempo e la riduzione dei danni e potranno essere attivati dopo averli trovati in giro per i livelli.
Il Game Loop di Bloodhound è molto semplice, buono, in quanto in giochi di questo genere non bisogna concentrarsi sulle esplorazioni o su eventuali dialoghi, tutto ciò che importa è il combattimento, è alla base degli shooter. Quando si avvia un livello si entra subito in azione equipaggiamo la nostra arma preferita e iniziamo a sparare a qualunque mostro i game designer ci hanno messo davanti. Per proseguire nel gioco però non basta solo sparare, ma occorre andare alla ricerca di 3 chiavi colorate o attivare delle leve che ci permetteranno di aprire nuove aree o completare il livello. Ci sono un totale di 4 capitoli ognuno con un tema diverso, partiamo da un villaggio rurale, facciamo una capatina in un cimitero in rovina, un pit-stop in quella che sembra essere una base militare abbandonata e arriviamo infine alla magione, la base dei Cultisti. Ogni capitolo è composto da un vario numero di livelli che sono collegati tramite dei portali che ricordano delle porte infernali . Essi si dividono tra quelli ambientati nel mondo reale e quelli ambientati in una realtà alternativa distorta e con elementi infernali.
L’esercito infernale in tutta la sua potenza
All’interno di Bloodhound sono presenti diverse tipologie di nemici, da umani a demoni infernali. I cultisti sono molto simili tra loro nel design e si distinguono solo per il fatto che alcuni di colpiscono a distanza mentre altri corpo a corpo, ma lo stesso non si può dire dei demoni infernali che differiscono di molto l’uno dall’altro. Ogni demone ha un design unico, si passa dai Demon Cupidyn un mostriciattolo che prende il concetto del cupido, ovvero un piccolo angioletto coccoloso che spara frecce a forma di cuore, ecco, l’esatto contrario. È, escludendo i boss, il nemico più forte del gioco, piccoli e difficili da colpire, veloci, una cadenza di tiro altissima e molti danni, letteralmente il demonio. Poi passiamo a nemici demoniaci più classici ma che comunque hanno la propria personalità: Demon Mistress rappresenta la classica succube, Demon Bishop Mage, un mago molto potente con l’abilità di teletrasportarsi, il Demon Berseker, una creatura demoniaca molto resistente con pesce sega al posto della mano destra e molti altri demoni. Alla fine di ogni capitolo infine ci sarà uno scontro con un boss che si metterà tra noi e il nostro obiettivo finale. I boss hanno un design unico e delle arene legate al capitolo nella quale ci troviamo. Purtroppo la loro IA non è molto meglio di quella dei mostri che incontriamo regolarmente durante il gioco e possono essere sconfitti con il classico spara e fuggi. La vera sorpresa è stato il boss finale, in quanto dopo aver completato i 4 capitoli e dopo aver sconfitto i 4 boss principali, potremmo affrontare Astaroth, il signore dell’Abisso in persona. Il fight è abbastanza difficile, in quanto Astaroth oltre ad avere molti HP e danni alti, ha anche molte finestre di invulnerabilità, abilità che permettono al boss di curarsi, diventare invisibile o evocare la sua progenie demoniaca. Una battaglia interessante che può essere considerato un bel ostacolo per i giocatori con meno esperienza
Bloodhound è l’inferno sceso in terra
Infine, parliamo dell’aspetto grafico e musicale di Bloodhound. Le ambientazioni dei vari livelli sono molto carine: ogni livello si distingue dall’altro e il salto dal mondo reale al mondo infernale alternativo è una buona idea, perché da zone predominate da colori come il verde, il grigio ed il marrone si passa a zone con una palette di colori tendenti al rosso creando una distinzione molto gradita. Il problema della grafica di questo gioco è la qualità delle texture che in alcuni casi sembravano molto pixelate soprattutto nei nemici o i punti in cui si riesce a guardare l’orizzonte, dove il mondo di gioco sembra essere vuoto oltre il livello. Parlando invece della colonna sonora, abbiamo solo cose positive da dire: è un’inarrestabile ondata metal fatta di pesanti riff distorti, ottima per quando si sta crivellando di colpi i nemici. Sin dal primo menù di gioco, la soundtrack farà in modo di caricarvi psicologicamente al sanguinoso ed efferato viaggio che dovrete percorrere.
CONFIGURAZIONE DI PROVA
GPU: NVIDIA GeForce RTX 3060
CPU: 11th Gen Intel(R) Core(TM) i5-11400F @ 2.60GHz
RAM: CORSAIR Vengeance RGB Pro Series 32GB DDR4 3200MHz CL16 32GB
SSD NVME: 500 GB Samsung 970 Evo Plus
Sistema Operativo: Windows 11
Monitor: LG 24GL600 – F
Piattaforme: PC
Sviluppatore: Kruger & Flint Productions
Publisher: Kruger & Flint Productions
Bloodhound è un’opera prima del giovane team polacco che non cerca di farsi piacere dal pubblico di massa, ma preferisce appassionare una nicchia di giocatori. Un arcade-shooter dalle forti tinte horror, dal ritmo adrenalinico dove affronteremo una grande quantità di nemici. Il gioco ovviamente non è perfetto, dato che avrebbe bisogno di migliorare alcuni elementi di gioco e rivedere alcune meccaniche. Il team si è ispirato a titoli cult del genere FPS come Doom e nonostante alcuni difetti il gunplay ha saputo intrattenerci, quando funzionava. Bloodhound è un titolo che può intrattenere grazie al suo gunplay dinamico, innovativo, frenetico e soprattutto grazie anche al vario roster di armi che sarà disponibile ed al design ricercato dei nemici. Speriamo che il team continui a lavorare al gioco continuando a migliorarlo, soprattutto con l’annuncio tramite Kickstarter di un DLC.