Star Wars: Il Risveglio della Forza – Recensione

Non temete: questa recensione, in accordo alla policy di MovieVillage, non conterrà alcuno spoiler, quindi potete rilassarvi e procedere nella lettura.

Star Wars non è un film, ed è bene essere assolutamente chiari al riguardo. Star Wars è l’epica contemporanea, con George Lucas al posto di Omero e Luke Skywalker nel ruolo di Achille (o Ettore, a seconda dei gusti, se la pensate più come me). Chi scrive ve lo dice avendo avuto la fortuna di vivere l’intera saga al cinema, seppur cominciando da bambino, e rendendosi quindi conto di come ciò che un tempo chiamavamo Guerre Stellari sia entrato a far parte, sempre più prepotentemente, del nostro immaginario collettivo, assurgendo al ruolo iconico e indiscusso di religione neo-pop, di filosofia morale ed estetica perfetta per la post-modernità. Dove non arrivano gli dei e la meditazione, arriva la Forza. Che più resta sotto la cenere, sopita, e più alimenta la fiamma della sua leggenda. Ora, però, la Forza si è risvegliata. Ladies and gentlemen, date il benvenuto all’evento cinematografico e mediatico del Millennio: Il Risveglio della Forza.

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Dopo decenni di attesa, e nonostante l’attentato alla nostra passione perpetrato dallo stesso Lucas ai nostri danni con la cosiddetta “nuova trilogia” (i prequel Episodio I, II e III), è giunto il momento di scoprire che cosa è accaduto in quella galassia lontana lontana dopo il trionfo di Luke Skywalker e Han Solo e la sconfitta dell’Impero. Vedete, la trilogia post Ritorno dello Jedi che si apre con Il risveglio della Forza nasce sotto un astro diverso, Disney, e questo è un segno che non si può ignorare. Non solo: approda sul Grande Schermo con la firma pesante di J.J. Abrams, ormai indiscusso maestro della fantascienza, già in grado di operare la straordinaria resurrezione cinematografica di Star Trek, prima rilanciato con un coraggioso reboot e poi definitivamente glorificato con il poderoso e travolgente Into Darkness, un inno libero e lirico al grande cinema fantastico e delle emozioni forti. Inutile dire che, di fronte alla sacralità di Star Wars, persino un’accoppiata dirompente come quella Disney / Abrams può spaventare. Che sia un film troppo addomesticato e per bambini? Che sia un chiassoso e superficiale Avengers in salsa Star Wars? O, piuttosto, che sia un affronto allo spirito del Sommo Profeta George Lucas effettuato in nome di una irrispettosamente eccessiva libertà artistica autoriale?

Han Solo

Finalmente possiamo dirlo: state tranquilli (eviteremo lo “state sereni”, in Italia un po’ creepy), Star Wars: Il Risveglio della Forza è un’operazione brillante e riuscita, sia a livello creativo che commerciale, il giusto tributo alla grande (e sacra) tradizione ma allo stesso tempo un’opera figlia dei suoi tempi e modernissima, capace di giocare con il mito e gli stereotipi, in grado di strizzare l’occhio al pubblico (quasi sfondando la quarta parete, a tratti) e fare autoironia ma anche essere liturgico quanto tutti i fan pretendono, nei passaggi fondamentali e presenti nei quali vi alzerete in piedi gridando e applaudendo. È un film per famiglie? Certo. Anche il primo leggendario capitolo, classe 1977, lo era, sebbene in modo leggermente diverso. Ma non è un film per famiglie nel senso di film che insegue un target infantile (a tratti una caduta de La minaccia fantasma), quanto in quello di opera realmente rivolta a tutti, perché armata di un linguaggio universale, quello delle fiabe e dei grandi valori, dell’avventura e del viaggio dell’eroe. In questo, Episodio VII ricalca molto da vicino la struttura narrativa e il ritmo del vecchio Episodio IV, tanto che a tratti sembra quasi un sequel / remake, poiché offre a tutte le generazioni private dell’esperienza diretta del capostipite le stesse potenti origini del mito che trasformano una semplice pellicola in leggenda, in racconto immortale. Certe scene ricalcano le controparti dell’epoca, a tratti con una parziale sovrapposizione di personaggi vecchi e nuovi, di citazioni a incastro e omaggi alla Storia. Attenzione, però: J.J. Abrams non è Peter Jackson, e la grande macchina Disney è una garanzia di controllo. Non troverete quindi le imbarazzanti repliche di scene già viste che hanno funestato la saga fantasy de Lo Hobbit, sempre alla rincorsa disordinata e spesso insensata de Il signore degli anelli. No, qui il regista è un raffinato cultore di Star Wars, che dimostra di averlo studiato, metabolizzato e fatto proprio, rispettando in tal modo l’infinita schiera degli appassionati. Il film usa il digitale con eleganza, il 3D con misura e la direzione artistica con intelligenza e sensibilità: lo studio dei materiali, le fisionomie aliene, il design meccanico di astronavi e mezzi, armi e strumenti, dimostrano quanto Il risveglio della Forza riesca miracolosamente a giocare tra vecchio e nuovo, tra tradizione e innovazione, il tutto solennemente ma senza mai prendersi troppo sul serio, grazie a gag ben dosate e mai invasive che, va detto, sono autenticamente spassose (ma in questo Abrams ci aveva già dato prova di assoluta maestria nei suoi Star Trek).

X Wing

Gli interpreti convincono, forti anche dei giganti del passato (umani e non), e nonostante un doppiaggio che in parte farà storcere il naso ai puristi riescono ad annodare un vincolo empatico robusto con gli spettatori, proiettandoli in pochi minuti negli eventi e mettendoli a bordo, nel momento dei titoli di coda, sul treno dell’aspettativa per i prossimi episodi. Se proprio dobbiamo sottolineare una parziale mancanza del film, potremmo dire che ci sarebbe forse voluto un pizzico di coraggio (follia?) in più, che avrebbe potuto alle volte spiazzare l’audience o drammatizzare maggiormente alcuni passaggi… ma il fatto è che questi apparenti limiti sono in verità precise e palesi scelte di produzione prima ancora che registiche, e, a essere del tutto sinceri, non siamo neppure così certi che l’opera ne avrebbe giovato, né tantomeno che i milioni di fan sparsi per il mondo avrebbero accettato questi piccoli e meno piccoli strappi.

Jedi