La premessa doverosa è che chi scrive è fin dalla tenerissima età un appassionato di Nintendo. Che nel mondo dei videogiochi equivale a una sorta di fede, e proprio in quanto tale accesa anche quando non ci sono miracoli a mostrarci la via. L’epoca di Wii U potremmo interpretarla come il grande silenzio di Nintendo, a cui noi adepti rivolgevamo speranzosi le nostre preghiere, salvo essere prontamente respinti. Da quello che ho potuto carpire alla presentazione di Londra di Nintendo Switch, dove ho potuto toccare con mano la nuova macchina, gli errori di Wii U sono ben lontani. C’è un diverso tipo di eccitazione, un altro tipo di aspettative, qualcosa che il Wii U non era riuscito a evocare fin dall’inizio. Il fatto che la macchina abbia raggiunto il top delle prevendite su Amazon la dice lunghe.
Questo perché, detto in poche parole, Nintendo Switch è molto più simile al Wii, che al Wii U. Sembra che Nintendo abbia voluto riprendere tutto quello che di buono era stato fatto con la sua portentosa console uscita nel 2006 (in grado di stracciare dei titani come Xbox 360 e PlayStation 3), per rimodernarlo e portarlo ai giorni nostri. A livello puramente di marketing l’abbandono del marchio Wii è comunque una benedizione, che non indurrà il consumatore medio a confondersi come era successo con la precedente macchina. Sento tuttavia (e potrei ovviamente sbagliarmi) che il concetto di Switch sia una sorta di “Cavallo di Troia”, per darei ai consumatori un effetto novità che li convinca a investire nella macchina. [quotesx]La vera feature prominente di Switch, nonostante il nome, saranno i suoi controller[/quotesx]Ma i miei sensi di ragno pizzicano, e mi danno l’impressione che la vera feature prominente di Switch, nonostante il nome, saranno i suoi controller. La trovo un’idea molto più rassicurante, in verità, perché furono i controller a determinare il successo di Wii, e furono la loro esclusione di fatto ad azzoppare Wii U. Sinceramente, spero che Nintendo eviti la confusione e riesca a comunicare con efficacia la bontà del controller, che persino nelle demo piuttosto semplici che ho avuto modo di provare mostrava tutta la sua qualità. Non deve spaventare il fatto che Nintendo abbia deciso di puntare su una tecnologia non necessariamente innovativa. Anzi, secondo me è il segno che ha capito che non deve per forza inventarsi, a ogni uscita, un “gimmick” diverso. Apple e Samsung ci vendono da anni gli stessi telefoni con un’innovazione minima, eppure nessuno si lamenta, non credere anche voi? Se quindi Switch fosse effettivamente il “Wii HD” che abbiamo aspettato per anni, credo che Nintendo non potrebbe che trarne giovamento.
Io sento che Switch è una macchina eccellente, e l’ho anche scritto nella mia prova su strada (per quanto ancora, per forza di cose, incompleta). A livello di line-up, abbiamo dei veri e propri pezzi da 90 (Zelda, anyone?), ma anche il bistrattato Splatoon 2 secondo me è da considerarsi una mossa saggia e intelligente, se consideriamo che il primo era uscito su una console sulla quale, per forza di cose, non si era potuto esprimere appieno. Anche la presenza di Mario è assolutamente in grado di far pendere l’ago della bilancia. È un Mario nuovo, non la minestra (buonissima) ma riscaldata che era Super Mario 3D World. Era dai tempi di Super Mario Galaxy per Wii che non avevamo un altro Mario con un concept innovativo, e il fatto che Nintendo abbia deciso di presentare al mondo la macchina mostrando proprio questo gioco è una chiara dichiarazione d’intenti. Come a dire: “questa non sarà la console dei rimpasti, questa sarà una console con una propria, forte identità, con dei giochi che la caratterizzeranno come ai tempi del Nintendo 64 e del GameCube”. Spero di non essermi lasciato trasportare troppo, ma è esattamente quello che penso.
[quotedx]Era dai tempi di Super Mario Galaxy per Wii che non avevamo un altro Mario con un concept innovativo[/quotedx]Nintendo ha certo bisogno di riconquistare la fiducia dei suoi consumatori storici, ma allo stesso tempo deve anche convincere nuovamente le masse, le stesse che gli avevano permesso di vincere la console war di due generazioni fa. Se proprio c’è qualcosa che mi fa paura nella strategia di Nintendo è che c’è tanta carne al fuoco. Il che è sicuramente un fatto positivo per noi giocatori, sopratutto i Nintendari di vecchia data, ma quanto influirà questo sull’opinione che le persone si faranno della macchina? La storia ci insegna che un device, per avere successo, deve puntare su una sua unica prerogativa. Mi sento comunque anche fiducioso da questo punto di vista: forse Nintendo sta puntando a un effetto “macchina delle meraviglie”, un oggetto misterioso e fuori dagli schemi che le persone possano desiderare e bramare, magari senza neanche capirlo fino in fondo. Forse, Nintendo sta ancora una volta puntando alla Blue Ocean Strategy, ossia alla capacità di guardare oltre mentre tutti gli altri competitor si azzuffano in un’affollatissima arena. Il bello (e a volte il brutto) di Nintendo è che non puoi mai capire veramente che cosa stia pensando. Che cosa gira per la testa a quei geni ci in quel di Kyoto. E se questo riesce a confondere noi critici e consumatori, figuriamoci quanti mal di testa può provocare a coloro che cercano di sfidarla. Ecco, la sensazione più forte che provo tornando da Londra, è che Nintendo Switch sia qualcosa di diverso. Un’ardita scommessa, un voler tentare il tutto per tutto su un unico numero della roulette. Ma, personalmente, io starò sempre dalla parte degli “underdog”, di coloro su cui nessuno scommette e che alla fine invece ti stupiscono trionfando, come in un film di Rocky. E starò sempre con Nintendo, che non punta mai su strade semplici, ma piuttosto tenta la strada della particolarità e dell’originalità.
Internet è divisa in questi giorni, tra chi ha già dato i soldi per i pre-ordini, e chi invece dispensa cinismo sulla nuova macchina di Nintendo. Il mio consiglio? Dare fiducia. Che di cinismo ce n’è già davvero tanto sulla Rete, e che i videogiochi hanno già la loro bella schiera di problemi, e sinceramente a immaginarmi un mondo senza Nintendo io proprio non ce la faccio. Io credo in Nintendo. Lo ripeterò come un mantra, fino a quando, finalmente, non tornerà ai fasti di un tempo. Switch è il futuro, e io non mi vergogno affatto di scriverlo qui nero su bianco.