Ridendo e scherzando sono passati sette anni dal debutto di Street Fighter IV, il capitolo che tutti volevano tranne Capcom, convinta del decesso della scena competitiva a base di pugni e calci digitali. Sette anni in cui tale scena è risorta dalle ceneri come manco un Houou Kyaku (questa è per intenditori), aprendo la strada a una nuova generazione di picchiaduro e facendo levitare i prezzi delle AES che mancano alla mia collezione. Sette anni in cui ce la siamo spassata, diciamo la verità: con tre espansioni all’attivo, noi amanti delle botte virtuali abbiamo spremuto il gioco come un limone, dalle sfide con gli amici alle sconfitte rimediate contro il fortissimo (e simpaticissimo, anche quando ti massacra) Ryan Hart al Road to Ultra di Roma, giusto un anno fa. Ahia. Con un quinto episodio che butta già benissimo sin dai primi filmati, è davvero il caso di comprare il quarto avvento di Capcom un’ultima volta?
ONE MORE TIME
Ryu e Seth a 1080p che si picchiano a sessanta fotogrammi al secondo sulla vostra PS4, con tutti gli aggiornamenti e i DLC finora disponibili per ventiquattro euro: se non è la versione definitiva di Street Fighter IV poco ci manca. Non solo, ci buttiamo dentro anche i mitici driver di Lab Zero, debuttati con l’ottimo Skullgirls Encore e in grado di farvi utilizzare le vecchie periferiche che tanto avete sfruttato su PS3, ora magari riposte in un cassetto e incrostate dal sangue dei vostri avversari. Non solo gli arcade stick USB cablati, ma anche gli ottimi fightpad della Mad Catz vengono riconosciuti al volo, pronti per un nuovo round. Magari sì, l’alta definizione in Street Fighter IV la conoscete a memoria se siete avvezzi all’universo PC, tuttavia, al contrario del deserto dei tartari su Steam, la scena competitiva su PS4 è ancora attiva e ruspante, mentre la combo 60” più divano ha sempre un posto privilegiato nel mio cuore.
[quotedx]È tutto bellissimo, o quantomeno lo sarebbe, se non che…[/quotedx]Per quanto riguarda il gioco c’è poco da dire, ho scritto così tante recensioni di Street Fighter IV in questi anni (quella della versione Ultra è giusto qui, a portata di click) da rendere ogni ulteriore disquisizione francamente ridondante: questa è proprio la stessa Ultra, arricchita da tutto quello che Capcom ha pubblicato finora, come dicevo. Costumi compresi, fino a quelli a tema animalesco, dagli sfavillanti ammiccamenti alla cultura sentai sfoggiate da Oni e Fei Long a roba abbastanza mediocre, come la mise da aquila portatrice di tristezza affibbiata a Ken. È tutto bellissimo, o quantomeno lo sarebbe, se non che…
FALSE START
C’è un problema: la conversione è stata affidata a Other Ocean Interactive, studio che si è reso famigerato per la Mortal Kombat Arcade Kollection, una raccolta nata sotto il segno di bug vari e problemi d’emulazione che sono stati parzialmente risolti solo dopo una generosa dose di rattoppi. Questa nuova incarnazione di Ultra Street Fighter IV purtroppo conferma i legittimi dubbi legati a tale sviluppatore, con una serie di problemi che in queste ore stanno facendo inalberare un po’ tutti. Da una parte i giocatori che, ingenuamente, credevano che convertire un titolo vecchio di oltre un lustro su una piattaforma di ultima generazione fosse una passeggiata di salute, dall’altra la stessa Capcom che intendeva usare questa versione come l’arena definitiva per i prossimi appuntamenti del Capcom Pro Tour. A ben ragione, considerando le tragiche defezioni degli importantissimi Community Effort Orlando 2015 (dove, pare, sarà possibile avere un assaggio giocabile di Street Fighter V) e l’annuale appuntamento con l’Evo, che non useranno questa versione se i problemi non saranno corretti.
E ci vuole una certa predisposizione al disastro per presentare una versione con maggior input lag rispetto a quella PS3, nonostante Gio Corsi avesse assicurato il contrario sul blog di Playstation. Senza contare la serie di bug che ha funestato le prime ore di gioco, come sonic boom invisibili, effetti sonori completamente sballati e glitch di varia natura. Mentre scrivo alcuni dei problemi più grossolani sono stati corretti, e posso lagnarmi “solamente” di qualche occasionale effetto sonoro gracchiante e un po’ di stuttering nella selezione dei personaggi, oltre alla modalità online che, per qualsiasi segnale inferiore al verde, si traduce nella sagra del lag, ma quantomeno Capcom e SONY sono determinati a riportare l’ordine in un debutto tra i più travagliati, per il bene della loro immagine e dei portafogli degli early adopter. Ti viene da chiedere se proprio non c’era modo di affidare il lavoro ai Dimps di Takashi Nishiyama, uno che di Street Fighter ne sa qualcosa…