Da che mondo è mondo, ogni azienda interessata ad alimentare i propri profitti è stata alla ricerca di nuovi canali promozionali atti a favorirle una maggiore visibilità. Non appena fu abbastanza evidente che i videogame potessero rappresentare una valida opportunità in tal senso, molti brand non esitarono pertanto a sborsare somme ingenti per finanziare lo sviluppo di titoli che ne esaltassero i prodotti.

Almeno in principio, i marchi più interessati a quest’innovativa finestra mediatica appartenevano alla sfera gastronomica, con particolare riferimento al settore Fast Food, ed è francamente nell’ordine delle cose che ad aprire le danze del carosello sia stata la Coca Cola Company. In un clamoroso acuto di concorrenza sleale, i magnati della bibita più amata del globo avrebbero infatti incaricato nientemeno che Atari dello sviluppo di un videogame destinato a… “boicottare” la Pepsi!

Ben lungi dal rappresentare un reale tentativo di varare un progetto valido, detta operazione si concretizzò nel 1983 col lancio di Pepsi Invaders, bieco clone del più famoso Space Invaders, in cui i giocatori avrebbero dovuto difendere il pianeta dall’attacco di una flottiglia aliena le cui navicelle formavano il logo della compagnia rivale.

Non paga del suddetto colpo gobbo, la multinazionale di Atlanta si sarebbe successivamente concessa anche una scorribanda nel mondo dei platform con Coca Cola Kid (1994, Game Gear) che, per quanto sbilenco, non riuscì mai ad eguagliare per bruttezza quell’obbrobrio di Pepsiman realizzato dalla KID Corp. nel 1996 su commissione dell’omonima azienda.

Sempre al settore delle bibite sono inoltre legati i ben più riusciti Cool Spot (1993) e Spot: The Cool Adventure (1993, Game Boy), platform game targati Virgin Interactive, che vedevano la celere mascotte della frizzante bibita 7Up vestire i panni di protagonista assoluta.

Spostando l’obiettivo sul magico mondo delle cibarie, si potrebbe a questo punto evocare la guerra tra magnati dei cereali combattuta tra negli anni ’80 da Kellogg’s e Weetabix che cercarono di tirare latte ai propri mulini affidandosi, rispettivamente a Kellogg’s Tour, goffa versione ciclistica di Excitebike e Weetabix Versus The Titchies il cui format pescava a piene mani dall’immarcescibile Space Invaders.

Molto più scoppiettante si rivelò, in ogni caso, la battaglia che coinvolse i più celebri giganti del cibo da marciapiede. Al puzzle game Mr. Wimpy: The Hamburger Game realizzato da Ocean Software per conto della catena Wimpy nel 1984, sarebbero difatti seguiti il curioso run’n gun Whopper Chase finanziato da Burger King nel 1987 e ben quattro platform legati al marchio McDonald’s…

Ai collezionisti più accaniti basterà ricordare, in tal senso, Donald Land, distribuito da Data East nel 1988 in solo formato NES; M.C. Kids, curato da Visual Concepts (!) nel 1992; McDonald’s Treasure Land Adventure, realizzato da Treasure (!!) nel 1993 in esclusiva Mega Drive e Mick e Mac: Global Gladiators lanciato da Virgin Games nel medesimo stesso anno.

Oltre a presentare uno scopo analogo, i prodotti in questione non brillavano chiaramente per originalità o efficacia, ma riuscivano almeno a rientrare entro quei parametri di decenza valicati, invece, da una Sony ancora poco avvezza al mondo dei Pixel che, nel 1990 risultò diretta mandante dell’oscuro Sony Game, un cubettoso puzzle-platform ambientato all’interno di un Walkman e nato dalla precisa esigenza di promuovere il lancio del celebre lettore di musicassette portatile!

Evidentemente, all’epoca nessuno poteva immaginare che la Major di Tokio, avrebbe di lì a poco conquistato l’intero settore videoludico!