“Il Mario Kart che vorrei”: piccola riflessione su una grande serie Nintendo

Il 21 giugno verrà rilasciato il remake di Crash Team Racing. Quel Crash Team Racing… Lo spassosissimo racing sulla scia di Mario Kart, il titolo di riferimento che ai tempi fu un vero e proprio pioniere del genere con il primo capitolo uscito nel 1992 su Super Famicom. Una filosofia di gameplay ripresa in seguito da altre software house, come per appunto Rare con il mitico Diddy Kong Racing, Naughty Dog con il succitato CTR, Square con il non notissimo Chocobo Racing e chi più ne ha più ne metta, sino ad arrivare al recente Team Sonic Racing di SEGA e Sumo Digital che si è rivelato una piacevole sorpresa.

Super Mario Kart

Super Mario Kart aveva gettato solide basi e tutti gli atri studio di sviluppo non si sono di certo lasciati sfuggire l’occasione di proporre una loro alternativa al brand targato Nintendo, ma soprattutto di evolvere la formula ed offrire qualcosa in più sul piatto d’argento. Perché, diciamocelo chiaramente: la grande N è rimasta fin troppo sugli allori; ancora a quel lontano 1992. Da tali premesse nasce l’idea per questo articolo, dedicato a quel Mario Kart che tutti vorremmo. Il titolo è virgolettato siccome non si tratta dell’episodio desiderato soltanto da chi vi scrive, ma che tutti (o perlomeno i fan della serie) vorremmo. E mentre il successo di Mario Kart 8 perdura anche su Nintendo Switch, la casa di Kyoto sta pensando di offrire il discusso Mario Kart Tour previsto per dispositivi mobile. Tutto troppo giusto, non siamo tra quelli che criticano la mossa commerciale, poiché si sa: il mobile gaming è una gallina dalle uova d’oro ed è ovvio che una società come Nintendo voglia farla fruttare. Tuttavia, cara Nintendo, ricordati del filone principale e soprattutto dacci ascolto, per una volta.

Siamo qui per altro; per dar voce ad un pensiero che siam sicuri sia condiviso da quasi tutti gli appassionati del divertentissimo Mario Kart. Quel pensiero che vedrebbe in un eventuale nuovo episodio la tanto agognata (quanto fantomatica) modalità avventura. In quanti tra voi la sognano ancora oggi, la notte? Ammettetelo, non siete in pochi. Esclusa la parentesi Mario Kart DS, il quale proponeva quantomeno la modalità Missioni (non comunque paragonabile ad una vera e propria avventura, ma almeno era un qualcosa), Nintendo non ha mai voluto soddisfare questo aspetto dalle enormi potenzialità. Eppure diamine, ma ve la immaginate una modalità del genere concepita e realizzata dalla grande Nintendo e non su uno dei suoi tanti cloni, ma sul Mario Kart vero e proprio? L’autentico. Ne uscirebbe fuori qualcosa di pazzesco e il sottoscritto è sicuro di ciò che sostiene (e pagherebbe oro per essere soddisfatto). Basti pensare a due prodotti in particolare: Diddy Kong Racing e Crash Team Racing. Le opere di Rare e Naughty Dog, pur proponendo una loro alternativa a Mario Kart, hanno saputo guardare oltre. Che pietanza aggiungere ad una ricetta semplicemente perfetta? Ed ecco l’idea della modalità avventura, partorita dapprima dagli autori di Banjo-Kazooie ed ovviamente alcuni anni dopo la buona Naughty Dog non fu da meno e replicò la trovata a modo suo per adattarla al proprio brand.

Mario Kart 8

Nintendo, per carità, con ogni nuovo episodio di Mario Kart hai sempre arricchito la tua celebre creatura di novità e meccaniche di gameplay inedite, come ad esempio il doppio pilota in quella perla di Double Dash!!, l’antigravità nell’ottava trasposizione della serie, la possibilità di volare o correre sott’acqua nel capitolo 3DS e così via. Non sono mancati poi vari miglioramenti tecnici e power up nuovi di zecca, sebbene negli ultimi capitoli abbia calcato un po’ troppo la mano sulla casualità; le partite risultano infatti molto meno tecniche e più basate sulla fortuna. Questo favorisce indubbiamente tutti e può permettere la vittoria del più debole nei confronti del più forte, tuttavia il tecnicismo manco deve andare a quel paese del tutto. Il giusto equilibrio poteva essere proprio lo stile di Mario Kart 64, perché Double Dash!! effettivamente non era forse alla portata di tutti (ma cavolo, rimane il migliore per quanto mi riguarda – NdR), ma ormai è deciso, il brand ha preso questa piega e nonostante tutto, va bene così. Almeno la modalità avventura però aggiungetela in un prossimo capitolo. L’hanno fatta gli altri, perché non puoi farla tu, Nintendo? Sono anni che l’aspettiamo e le missioni della versione DS ci hanno soddisfatto, ma non sono la stessa cosa. Non ci hanno saziato; mancava pepe all’iniziativa. Eppure, quanto erano belle. Moltiplicate il tutto ed immaginatelo in una modalità avventura. Apoteosi!

Ancora oggi siam qui a pregare per riceverla. Se la vogliamo, però, è perché sappiamo l’enorme potenziale della casa di Kyoto. Sappiamo che potrebbe fare faville e realizzare un qualcosa di maestoso. Non solo lo sappiamo, ne siamo estremamente sicuri. Convinti. Eppure, la compagnia giapponese, la stessa che ha sempre avuto il coraggio di osare, di proporre The Wind Waker in cel-shading in un momento in cui nessuno era pronto e tutti si aspettavano qualcosa à la Twilight Princess, di rivoluzionare il panorama videoludico con Super Mario 64 e Ocarina of Time, di evolvere gli open world ritornando agli antipodi della serie Zelda con Breath of the Wild, non ti fa poi una dannata modalità avventura. Dopotutto è anche questa, Nintendo. Quella software house che spesso immette sul mercato prodotti dal gran potenziale e poi quasi teme di reinvestire per spingere all’ennesima potenza le sue idee. Tuttavia, qui parliamo di un racing game, anzi, di una tipologia di racing game inventata da loro. Di Mario Kart. Non è impossibile realizzare quanto richiesto, specie dopo tutto quello che hanno fatto nel corso della loro epocale carriera. Ma niente.

Per tal motivo nasce questa riflessione. Vero, Mario Kart è indubbiamente un titolo volto innanzitutto al multiplayer e con l’avvento del gaming online è giusto che buona parte dell’attenzione sia stata rivolta a questo, ma nemmeno deve essere tutta, Nintendo. Mentre gli altri già negli anni ’90 avevano guardato avanti, poiché sapevano che il single player resta comunque una prerogativa importantissima nella scena videoludica e pure in prodotti di questo tipo, tu sei rimasta indietro, cara Nintendo. Però un po’ ci dai speranza, perché se hai aggiunto una modalità avventura in Mario Tennis Aces, ci lasci confidare (e sognare) che qualcosa di simile (e magari pure meglio) venga fatto per un nuovo Mario Kart. Noi vogliamo crederci, poiché sappiamo che se in Diddy Kong Racing e Crash Team Racing sia stata gioa pura, così come ci è parsa solida e interessante in Team Sonic Racing, sappiamo che in Mario Kart il potenziale si eleva alle stelle. All’infinito (e oltre, come direbbe qualcuno a tutti caro). Perché ci sarebbe quel guizzo in più, quella cura ai dettagli maniacale e ricercata, quel tocco di classe unico; genio ed inventiva semplicemente, la Nintendo Difference. Solo così ci renderesti davvero felici, dandoci “il Mario Kart che vorrei…”. Una cosa però concedicela, Nintendo: non fare che questo resti (ancora) solamente un sogno.

Appassionato di videogiochi sin dalla tenera età di 3 anni, Ismaele scrive per il settore dal 2010 e da allora non si è più fermato. Nutre amore profondo per Nintendo ed i suoi brand, in particolare per quello di The Legend of Zelda. Col tempo, però, ha conosciuto e scoperto tante nuove produzioni, sia odierne che del passato, affinando i suoi gusti e la sua cultura videoludica. Nel tempo perso, ambisce a diventare un game designer ed un compositore-musicista, ma restano sogni chiusi nel cassetto... almeno per ora!