Sono trascorsi giusto un paio di mesi da quando ho avuto modo di saggiare con mano Night Call, romanzo per immagini confezionato ad arte dai francesi Monkey Moon, e in effetti, com’era facile supporre, il prodotto finale non si discosta molto dalla build utilizzata per l’anteprima, eccezion fatta per una doverosa smussata agli aspetti meno curati e l’inclusione dell’esperienza completa, con una piccola sorpresa della quale parlerò un po’ più in là.
Strano a dirsi, ma quello che abbiamo fra le mani non è l’unico titolo incentrato su un tassista costretto suo malgrado a vestire i panni del detective in uscita nei prossimi mesi: un altro piccolo team indipendente ubicato a San Francisco, i Chance Agency, sono infatti al lavoro su Neo Cab, che ricalca la medesima struttura a metà tra gestionale di mezzi pubblici e interactive fiction ma con atmosfere pesantemente cyberpunk, mentre il fascino del comparto visivo di Night Call, realizzato in collaborazione con i talentuosi artisti di Black Muffin Studio, punta tutto sui toni soffusi dei film noir immergendoci in una Parigi illuminata dalle flebili luci dei lampioni e delle auto che si spostano flemmatiche lungo le sue arterie di cemento. In qualità di ultimi, e unici, sopravvissuti ai brutali attacchi di un serial killer che sta seminando il panico nella capitale d’oltralpe, quale contributo potremmo mai fornire alle indagini? Purtroppo, la nostra fedina penale non esattamente immacolata ci trascina al centro del mirino delle forze pubbliche, da tempo impegnate in un’infruttuosa caccia all’uomo, e finiamo per stringere un accordo con un’ispettrice senza scrupoli che ci chiede (o, per meglio dire, intima senza possibilità di replica) di mettere a disposizione le nostre conoscenze della città e della “psicologia da viaggio” maturate nel corso degli anni per individuare e catturare l’assassino, oppure trascorrere il resto dei nostri giorni dietro le sbarre al posto suo, alternativa che non possiamo nemmeno prendere in considerazione…
La Parigi notturna ospita oltre 70 possibili passeggeri, ciascuno con una propria storia da raccontare.
Con il rischio di una condanna a vita che penzola sopra la testa, di certo la monotonia della vita da conducente di taxi non pesa affatto. L’avventura si apre con il protagonista che si risveglia in ospedale: è rimasto in coma per due settimane, dopo essere stato lasciato in fin di vita dalla furia di un omicida seriale che ha barbaramente ucciso il suo passeggero. Riprendersi da un trauma del genere è sempre difficile, e il nostro atipico eroe vorrebbe solo dimenticare quanto accaduto e andare avanti con la propria vita, ma l’universo ha in serbo ben altri piani per lui: qualche tempo dopo, una donna dall’espressione corrucciata si accomoda sul sedile posteriore della vettura, e si presenta come ufficiale sovrintendente Busset, incaricata di lavorare al caso del maniaco rimasto a piede libero. Il nocciolo della questione è che, durante la degenza forzata, hanno iniziato a circolare alcune dicerie sul conto del povero vetturino, legate in particolar modo all’ipotesi che possa essere lui stesso il killer in quanto unico superstite mai ritrovato delle aggressioni di quest’ultimo. Tuttavia, Busset ritiene che i nostri servigi possano invece tornare utili per smascherare il vero colpevole e, come detto poc’anzi, ci avanza un’offerta che non possiamo rifiutare: interrogare la svariata umanità che trasportiamo da una parte all’altra della metropoli, seguire tracce e indizi, raccogliere prove inconfutabili, scovare il nascondiglio del criminale e denunciarlo alle autorità, piuttosto che occupare una cella che non ci siamo meritati.
Night Call: interroga, fai domande, scava a fondo
Da qui, veniamo catapultati in un oscuro mondo crepuscolare parigino, nel quale trascorreremo le notti a raccogliere viandanti sperduti in giro per la mappa che necessitano di raggiungere le mete più disparate e le giornate a mettere insieme i pezzi di un rompicapo decisamente complesso per fare luce sulle vicende. Ogni personaggio che sale sul nostro mezzo ha una storia da raccontare, qualora fossimo disposti ad ascoltarla, e spaziano da una giovane ragazza indiana costretta a sposarsi per volontà dei genitori ad un aspirante crociato in cerca di Notre Dame, da una coppia di fatto in cerca di un uomo che possa fare da padre per loro figlio a… un gatto in fuga da un padrone troppo affettuoso. Non tutti saranno pertinenti al caso sul quale siamo impegnati, ma ciascuno di essi è curioso e intrigante a modo suo. Non ho parlato a caso di “romanzo per immagini”: Night Call possiede molte caratteristiche tradizionali delle visual novel, formato che sta prendendo sempre più piede anche nelle produzioni occidentali, dato che gran parte del gioco la trascorreremo intrattenendo conversazioni con personaggi non giocanti. Ma è proprio all’interno di queste chiacchierate, all’apparenza innocue e slegate fra loro, che avremo modo di portare a galla informazioni preziose. Spesso ci verrà chiesto di prendere una decisione, alcune semplici, come porre una domanda o rimanere in silenzio per lasciare tempo al nostro interlocutore di concludere, altre un po’ più impegnative: quanto siamo disposti a sacrificare in termini di entrate pecuniarie e, dunque, di potenziali altri clienti per tentare di approfondire la conoscenza di uno di loro e, forse, stringere il cerchio attorno all’assassino?
Il nostro appartamento è il centro nevralgico di tutti gli indizi raccolti, e l’unico modo che abbiamo per concatenarli fra di loro.
Perché non si tratta solo di risolvere una catena di delitti nella quale, sfortunatamente, siamo stati coinvolti, ma bisogna anche portare a casa la pagnotta e bilanciare con cura le entrate che riusciamo a racimolare: il titolo tiene traccia del consumo di benzina e del chilometraggio percorso, assieme alla tariffa maturata da ogni passeggero per essere trasportato a destinazione. Buona parte dello schermo è occupata da una mappa a volo d’uccello di Parigi, grazie alla quale possiamo scegliere le persone da far salire a bordo, dunque è necessario muoversi con oculatezza e trovare il giusto equilibrio tra sbrigare qualche incarico meno interessante ma più conveniente dal punto di vista economico per poi dedicarci alle persone che, stando al nostro istinto, potrebbero condurci verso un’importante svolta nelle indagini. Le storie contenute in Night Call sono tre, ciascuna inserita in un filone di indagini specifico che sveleremo poco a poco fino a raggiungere il finale prestabilito, più una quarta opzione che rimescola totalmente le carte e seleziona a caso il colpevole fra tutti gli attori che calcano la scena (la sorpresa di cui parlavo nell’introduzione), offrendoci un certo grado di rigiocabilità. Degne di nota sono le corse conclusive, durante le quali ci ritroviamo a tu per tu con l’assassino nel tentativo di strappargli una confessione e di non farci identificare: in queste fasi, i dialoghi e la musica si fanno più serrati, e la tensione costruita fino a quel momento raggiunge il suo opportuno apice.
Sei un tipo davvero in gamba
Di contro, la sensazione ad ogni nuova partita è quella di rigiocare una semplice variazione del caso che abbiamo completato in quella precedente: poiché non abbiamo la facoltà di scegliere liberamente i nostri passeggeri, è facile ritrovarsi a caricare sempre gli stessi che ripetono, inevitabilmente, le medesime storie. Inoltre, nonostante gli sforzi compiuti, il gioco soffre ancora di una discreta sequela di problemini tecnici che possono affossare l’esperienza: a volte le corse terminano direttamente a destinazione senza alcun dialogo, oppure può succedere che il taxi si blocchi completamente e non parta più se non chiudendo e riavviando il programma. Sono tutti spiacevoli inconvenienti che non rendono l’avventura ingiocabile, ma danno l’idea di una certa trascuratezza generale. Per fortuna, gli sviluppatori si sono già detti consapevoli di gran parte degli intoppi evidenziati sui gruppi di discussione ufficiali e non, e sono impegnati nella preparazione di patch correttive da rilasciare nell’immediato futuro.
Il nuovo titolo dei Monkey Moon sembra più un esperimento che una vera e propria esperienza interattiva: la grafica stilizzata in stile noir è sbalorditiva e la musica si adatta perfettamente al contesto. Ciò detto, dal punto di vista del gameplay non c’è davvero granché da fare, e buona parte del divertimento deriva dal livello di empatia che l’assortita umanità in cerca di un passaggio fra le vie della capitale francese riuscirà a suscitare in noi. In verità, sono rimasto maggiormente coinvolto dalle singole storie che dalla sovrastruttura narrativa del serial killer, e la capacità degli sviluppatori di rendere interessanti questi brevi scampoli di vita (fittizia) vissuta è tale da avermi spinto a fare qualche partita in più solo per strappare qualche informazione in più a determinati soggetti. Per quanto imperfetto, insomma, Night Call ti lascia addosso un forte desiderio di scoprire cos’altro combineranno in futuro questi ragazzotti parigini.