Assassin’s Creed: il creatore si scusa per tutte le torri negli open world

Assassin's Creed

Se avete giocato a molti titoli open world, avrete sicuramente notato molte volte una meccanica ricorrente: arrampicarsi sulle torri. Molto spesso, al giocatore viene richiesto di scalare uno di questi imponenti edifici verticali per sbloccare parti di mappa nascoste o raccogliere degli oggetti. Seppur parte integrante dell’esperienza, questo tipo di interazioni con l’ambiente possono facilmente diventare ripetitive e onerose, sopratutto dopo aver compiuto più volte la salita. A quanto pare, Patrice Désilets, il creatore della serie di Assassin’s Creed, si sente in colpa per aver introdotto le torri nel mondo del gaming.

Durante un panel al EGLX, fiera di Toronto dedicata ai videogiochi, l’uomo si è scusato per tutte le volte che qualcuno ha dovuto scalare un torrione o un campanile in un open world. D’altronde, è stato proprio Assassin’s Creed a presentare questa meccanica per la prima volta, facendola poi diventare un classico. Nonostante tutto, però, Désilets ha anche creato Ancestors: The Humankind Odyssey, il recente titolo strategico in cui, indovinate, bisogna arrampicarsi sugli alberi. Sembra che questa specie di mania lo accompagnerà per tutta la carriera, nonostante lui stesso sembri esserne dispiaciuto. Se volete leggere la nostra opinione su Ancestors, date un’occhiata alla nostra recensione.

Assassin's Creed Jon Chu

Il fortuito incontro con una piccola cartuccia usata per Game Boy ha acceso la passione per i videogames in Lorenzo, al tempo ignaro ragazzetto con la passione per la narrazione. Non ci è voluto molto prima dell'entrata nel mondo del modding, seguita a ruota dagli esperimenti su GameMaker, un breve soggiorno su YouTube e infine l'investitura a Dungeon Master. I videogiochi hanno accompagnato Lorenzo durante tutto questo viaggio, sia come momento di relax e divertimento che come fonte di ispirazione. Adesso, la sua ultima tappa lo vede pienamente immerso nella scrittura giornalistica, nel frattempo che continua a coltivare il suo amore per le grandi storie.