Diablo 3 negli ultimi anni ha influenzato e ispirato un numero ormai incalcolabile di produzioni secondarie: gran parte delle sue meccaniche, nonché la peculiare prospettiva isometrica, tornano anche in questi giorni (di nuovo), in un titolo la cui serie di certo non ha bisogno di presentazioni: Darksiders Genesis. Ma come, non era stato già pubblicato sul finire del 2019? Sì e no: sì, perché effettivamente Airship Syndicate e THQ Nordic lo hanno lanciato lo scorso 5 dicembre 2019 su PC e Google Stadia; no, perché ovviamente mancava il bacino di utenza principale, costituito da tutte le altre console in commercio: PlayStation 4, Xbox One e anche Nintendo Switch. Su queste ultime arriverà esattamente domani, 14 febbraio 2020: quindi c’è tutto il tempo per ponderare l’acquisto, grazie alla nostra recensione (abbiamo provato la versione PlayStation 4).
La trama: prima degli altri Darksiders
Darksiders Genesis differisce dai tre fratelli della serie principale per un gran numero di aspetti: innanzitutto va considerata la sua collocazione cronologica. Il conflitto sulla Terra che vedrà coinvolti tutti i Cavalieri qui non è ancora scoppiato, perché Darksiders Genesis è uno spin-off prequel del franchise di THQ Nordic. I Quattro Cavalieri qui hanno appena terminato la Guerra dell’Eden, in cui hanno annientato tutti i loro fratelli Nephilim per ordine dell’Arso Consiglio, ottenendo così enormi poteri; ma finita una guerra naturalmente se ne fa un’altra, ed eccoli di nuovo alle prese con una minaccia differente: lo strapotere di Lucifero! Il re dell’inferno ha cominciato ad intessere alleanze e relazioni con altri demoni, sconvolgendo l’equilibrio della Creazione: ma i suoi piani, più in generale, rischiano di mettere in pericolo l’intero ordine del mondo. Per una minaccia simile servono due cavalieri in una volta, così l’Arso Consiglio manda sul campo Conflitto e Guerra. La presenza del primo costituisce una vera e propria novità nella serie, mentre Guerra rappresenta un piacevole ritorno dopo il primo Darksiders.
Tra qualche alto, molti bassi e parecchie battute di troppo tra i due protagonisti, la narrazione di Darksiders Genesis si porta a casa la sua decina di ore per l’avventura principale, scandite in vari livelli di gioco; è bene ricordare però che non è di certo la longevità il problema principale di Darksiders Genesis, quanto (semmai) la varietà. Difatti è possibile giocare e rigiocare un livello ogni qual volta lo si desidera, in compagnia di amici in locale o online. I fasti dei primi due capitoli della serie restano purtroppo lontani: Darksiders Genesis non annoia mai i veri amanti del franchise, ma presenta un racconto leggermente sottotono, anche se messo a paragone con quello di Darksiders 3. Ad ogni modo, come del resto già in Diablo, il contesto è un mero pretesto per l’azione vera e propria offerta dall’hack and slash in questione. Non è chiaro se in futuro la trama verrà estesa con altri capitolo o DLC, o se si passerà direttamente a Darksiders Genesis 2: in realtà non è neppure chiaro se questa sia una sorta di pausa momentanea prima dell’inevitabile Darksiders 4, o piuttosto una vera e propria serie che verrà gestita in parallelo.
Direzione artistica e conversione PlayStation 4
Forse non tutti tra voi lettori lo sapranno, ma i produttori di Darksiders Genesis non sono gli stessi di Darksiders 3: si tratta infatti di Airship Syndicate, come precedentemente accennato. E in Airship Syndicate sono confluiti i vecchi produttori originari dell’ormai defunta Vigil Games. Già questo dovrebbe mettervi almeno sulla buona strada: una strada che porta alla direzione artistica di Darksiders Genesis, l’aspetto più riuscito dell’intera produzione. Nonostante i limiti tecnici di un gioco che ha adottato le sue meccaniche e la sua prospettiva isometrica (anche) per coprire i costi di produzione non eccezionali, Darksiders Genesis è un gioiellino da vedere, ed è ispirato nel suo contesto scenografico e acustico praticamente da ogni punto di vista. Si vede, che vi hanno messo mano, insomma, i creatori dell’intero franchise: per convincervene basterà dare un’occhiata ai filmati di intermezzo in fumetto.
Più in generale, non una musica del contesto sonoro di Darksiders Genesis pare fuori posto, così come sono eccezionali i colori scelti per ogni singola ambientazione, e più in generale la varietà stessa delle ambientazioni proposte (peccato non si riflettano anche in una varietà altrettanto valida di meccanismi e situazioni nel gameplay). Queste considerazioni non vogliono in alcun modo insinuare che Darksiders Genesis non abbia anche un comparto tecnico decisamente valido, specialmente su PlayStation 4 Pro, console dove lo abbiamo provato per tutta la sua avventura principale. Da questo punto di vista, la conversione da PC ci sembra condotta a termine perfettamente, con una mappatura dei comandi di gioco (tanti e complessi) sufficientemente logica e razionale. Non tutto sarà comodo come da PC, ma il gameplay non è stato affatto snaturato: i comandi vengono anche ricordati da un pratico menù leggibile sulla destra dello schermo (che volendo potrete nascondere, se vi dà fastidio).
Il gameplay di Darksiders Genesis
Darksiders Genesis è profondamente diverso dagli altri tre capitoli principali della serie: fonde le meccaniche dell’action adventure a quelle dell’hack and slash, passando per un pizzico estremamente marcato di RPG e proponendo il tutto con la visuale isometrica che ormai Diablo 3 ha consacrato ai posteri. Ma attenzioni alle facili equivalenze: Darksiders Genesis sembra parecchio Diablo 3, anche in qualche meccanica, ma resta all’interno del suo franchise. Ritroverete dunque enigmi e fasi platform che ricordano da vicino il capitolo della storia di Guerra; forse non è un caso, dato che proprio Guerra torna ad essere il protagonista, assieme al fratello Conflitto.
Lo stile di gioco proposto è bipartito: nello stesso momento, e in ogni momento, il giocatore potrà controllare o Guerra o Conflitto, passando agilmente dall’uno all’altro (su PlayStation 4) con la combinazione di comandi L1 + X. E cambiare è importante, perché in molte situazioni uno dei due sarà più efficiente e versatile dell’altro: Guerra è specializzato nel combattimento bruto corpo a corpo, mette a segno colpi devastanti e combo in sequenza. Conflitto, d’altra parte, attacca a distanza: non solo, i suoi proiettili sono di diverso tipo, tutti letali ed efficaci verso determinati nemici. Nei momenti iniziali è Darksiders Genesis a suggerire al giocatore quando usare l’uno o l’altro; più avanti si imparerà a proprie spese (o rimanendo bloccati in alcuni enigmi dei dungeon) come sfruttare adeguatamente il loro scambio costante.
La linearità di fondo della produzione si scontra con un level design in alcune occasioni da veri applausi. Ogni livello è studiato in modo molto intelligenze, e costringe il giocatore ad aguzzare l’ingegno; certo, sempre proseguendo massacrando miriadi di nemici lungo il percorso. Le anime raccolte sono anche la moneta di gioco: è possibile scambiarle da Vulgrim per potenziamenti, nuove abilità e tante chicche che arricchiscono il comparto RPG (sia Guerra che Conflitto sono potenziabili, in praticamente ogni aspetto che potreste immaginare, tranne l’abbigliamento). E se i collezionabili sono la vostra passione, rigiocherete ogni livello almeno una decina di volte, prima di riuscire a trovarli e sbloccarli tutti quanti: non è di certo la longevità, uno dei problemi di Darksiders Genesis.
Darksiders Genesis porta una ventata d’aria fresca all’intero franchise dei Cavalieri dell’Apocalisse: l’avventura in compagnia di Guerra e Conflitto non è troppo originale, ma è comunque piacevole. Si vede che gli sviluppatori sono quelli originali della serie, e si spera che restino anche al timone per offrirci il capitolo definitivo che porterà a compimento la missione dei Cavalieri. Se amate i titoli a metà tra l’action adventure e l’hack and slash, conditi dalla visuale isometrica di Diablo 3, allora l’acquisto è praticamente imprescindibile: anche considerando che l’intera avventura e sfide extra possono essere effettuate in singolo, in cooperativa locale o con amici online. Da ultimo, annotiamo che testi a schermo e doppiaggio sono tutti in un ottimo italiano.