Siamo da poco fuggiti da Midgar, dopo un’esperienza al cardiopalma e una “sed non satiata” di stare di fronte allo schermo per averne e saperne di più di questo nuovo titolo targato Square Enix. Lo abbiamo recensito per voi pochi giorni fa e, a mente un po’ più fredda e placando (con gran fatica) l’entusiasmo, abbiamo ragionato su alcuni dettagli che caratterizzano Final Fantasy VII Remake, non passati inosservati. E’ pur vero che si tratta pur sempre di remake, dunque per sua definizione non tutto rimane “cristallizzato” nel tempo, per citare uno degli elementi classici della saga. Se i latini dicevano memento audere semper, cosa penserebbero vedendo questa versione “rimaneggiata” e per certi versi dall’ingrediente etico abbastanza revisionato, rispetto a oltre vent’anni or sono? Proseguiamo però con ordine in un’analisi critica e oggettiva di alcune differenze che ci hanno fatto riflettere.
Final Fantasy VII Remake: un gioco lacrime e (senza) sangue
La commozione che abbiamo provato dal primo minuto di Final Fantasy VII Remake è davvero tangibile e innegabile, non solo a fronte del sapore amarcord delle partite ai tempi che furono, o della più recente ripresa dell’originale sulle nostre console. Sin dalle primissime scene di questo nuovo titolo, abbiamo a che fare con un lavoro di rifacimento grandioso: si può quasi parlare di iperrealismo, a fronte di una grafica davvero ineccepibile e figlia di un lavoro meticoloso e quasi certosino, come un archeologo che con cura, dedizione e devozione ha riportato alla luce un pezzo unico al mondo e di pregio indiscusso. Se dunque in Final Fantasy VII Remake abbiamo tantissimi dettagli grafici, delizia per i nostri occhi, ancora una volta non viene versata una goccia di sangue, a differenza di quanto vediamo all’inizio di di Final Fantasy VIII (ricordiamo lo scontro frontale tra Squall e Seifer, senza risparmiare colpi e ferite) o nel corso di Final Fantasy XIV Heavensward, dove vi sono contenuti ritenuti maturi e rappresentazione di sangue tra personaggi feriti, macchie di plasma e altri riferimenti. Non stiamo chiaramente dicendo che questa mancanza vada a inficiare in qualche modo la riuscita del lavoro, o che renda meno piacevole il combat system che ci ha deliziato senza alcuna ombra di dubbio e che ci ha illuminati letteralmente con effetti visivi di luci e combattimenti aerei nel totale rispetto della cultura nipponica. Ricordiamo che nella versione del 1997 abbiamo anche una scena con del sangue versato all’interno della Shinra, dopo che i nostri eroi sono stati liberati dalle loro celle, dunque niente di nuovo sotto questo sole. Certo, non pretendevamo una versione splatter con gli Avalanche in veste di terroristi “poco ecologici” o altre letture potenzialmente disturbanti, ma sembra che la piega presa da questa versione remake segua una linea decisamente volta al politically correct, e non solo per questo dettaglio.
Un Mercato davvero Murato
Proprio sulla falsa riga di correttezza ed eticità prosegue il lavoro di Square Enix, dove è stata mantenuta una certa censura e linguaggi parecchio edulcorati su quanto avviene all’Honeybee Inn, locale in zona Wall Market. Senza rivelare troppi dettagli a coloro che non hanno ancora raggiunto questo episodio, siamo spettatori nel remake del l balletto di Cloud con Andrea Rodhea, new entry tra i NPC per arricchire e mettere a tacere la versione originale, così come il rendez-vous tra Tifa e Don Corneo (un’assonanza decisamente poco velata con Don Corleone, essendo entrambi appartenenti a reti mafiose). Una sequenza che potrebbe far discutere, e di cui sono state già evidenziate le modifiche importanti apportate ai contenuti sensibili presenti originariamente. Se la scena del travestimento di Cloud è stata mantenuta, il resto della storia presenta adesso sedute massaggianti che Madame M e un momento esilarante, quanto imbarazzante per un Cloud decisamente poco votato alla danza. Una dancing queen che conclude il suo momento di celebrità con un travestimento femminile a cui accennavamo poco fa, un riferimento velato e moderato al mondo delle drag queen, ma nulla a che vedere con i contenuti molto più espliciti al mondo omosessuale della versione originale. Tutt’altra storia qui: oggi non abbiamo più la scena nel bagno dell’Honeybee Inn che vede Cloud messo alle strette da Mukki, bodybuilder omosessuale, e dai suoi compari. Se nemmeno nel 1997 avevamo visioni espliciti e senza veli di questi uomini di fronte alla telecamera, rimanevano i dialoghi che esortavano il SOLDIER a fare un bagno tutti insieme in una vasca. Una scena a chiaro sfondo omosessuale che Cloud non aveva gradito già all’epoca e che oggi è stata levata in toto, o quasi: rimangono le chiare allusioni erotiche, ma vengono tolte quelle legate all’omosessualità violenta e abusiva, rimpiazzando Mukki con Madame M. Uno stereotipo che esce dalla finestra e rientra dalla porta quindi, ma a detta degli sviluppatori è meglio mantenere questi contenuti, più tollerati, meno espliciti, ultimamente edulcorati. Rispetto per gli omosessuali sì, forse un po’ meno per la figura femminile che fa capolino nel ruolo di lasciva e “induttrice al peccato”. Quale “offesa” è migliore, se dobbiamo metterla in questi termini?
Final Fantasy VII Remake: anime più lievi, critiche più pesanti
Concludiamo con una nota sull’apertura dello scenario di gioco, dove abbiamo il primo, classico momento di tensione: l’esplosione del reattore 1 della Shinra Corp, modificando uno degli snodi narrativi iniziali della trama. Coloro che conoscono questa parte della storia, sanno che Cloud e Barret decidono di far esplodere il reattore con una bomba, causa di centinaia di morti civili, ma non qui. Ci spieghiamo: abbiamo sia l’esplosione, sia le conseguenti morti, ma in Final Fantasy 7 Remake il reattore viene fatto esplodere dalle truppe Shinra e viene così tolto il peso gravoso delle conseguenze di questo gesto dalle anime degli Avalanche, per attribuirlo al “lato oscuro” degli antagonisti. Una mossa che ha sollevato parecchie critiche già ai tempi della demo, essendo un contenuto presente in quel primo assaggio di gioco e che avevano provocato un’alzata di scudi tra i fan, parlando finanche di “disneizzazione” dei contenuti. Il fatto è che, al netto della variazione in sé del contenuto, in questo modo non ci torna il nesso logico tra questo gesto e un successivo momento di ammenda di Jessie, membro del gruppo di ecoterroristi: pochi capitoli dopo, mentre è a bordo di una moto con Cloud, la ragazza gli rivela segretamente di essere la causa di un’esplosione così tremenda, sentendosi colpevole di tutte quelle morti. Jessie avrebbe installato dell’esplosivo più potente e diverso da quello stabilito nel piano in origine. Dunque un momento che, de facto, cambia ben poco nell’economia del gioco intero e un giocatore poco attento non lo nota, almeno per come sono andate le cose finora. Ciò non toglie che un’osservazione attenta prova a leggere tra le righe alla ricerca di qualche messaggio preciso da parte del team, oltre a quello esplicitamente e ufficialmente etico lanciato dal team di Kitase.
Perché queste scelte? Semplice censura rispettosa della sensibilità di un pubblico forse più maturo e più attento a contenuti di questo genere, o ci vogliono dire altro? A fronte di cambiamenti anche di un certo peso nei primi 18 capitoli, dobbiamo aspettarci ulteriori variazioni di peso anche nei prossimi episodi? L’unico augurio che possiamo farci è che rimanga un titolo pienamente soddisfacente e che non abbassi l’asticella qualitativa dei contenuti regalatici finora, una vera e propria punta di diamante (o forse sarebbe meglio dire di “cristallo”) nell’intera saga di Final Fantasy.