Può una remaster di un gioco con più di una decade con le spalle apparire, allo stesso tempo, tanto un portento visivo quanto un titolo tecnicamente inferiore all’originale? Evidentemente sì, laddove il titolo sia il contraddittorio Crysis in una sorprendete e curiosa conversione per Nintendo Switch. Pregi e difetti dell’ibrida Nintendo sono noti a tutti. Come noti sono, pure, le meraviglie tecniche di un videogioco che, anno di grazia 2007, fece scoprire al mondo le meraviglie del Cry Engine. Un motore grafico portentoso, vero e proprio banco di prove per le configurazioni hardware più ambiziose dell’epoca. Persino oggi, Crysis Remastered, tra upgrade e mod varie, richiede forza bruta e ottimizzazione home made. Da qui, con in mezzo 13 anni, due seguiti e varie conversioni per console, la notizia di un porting per Switch ha solleticato la curiosità dei videogiocatori. D’altro canto, il solo fatto che sull’ibrida di Kyoto sia possibile giocare all’iconico titolo Crytek è, di per sé, un piccolo miracolo.
Crysis Remastered: un gioco temporale
Paradossale che, al netto di un primo annuncio urbi et orbi, Crysis Remastered, per ora, sia disponibile solo su Switch. Le altre versioni sono state posticipate in virtù di un lavoro di finitura evidentemente non necessario su hardware Nintendo. Stranezza nella stranezza: forse, neppure tanto. Se su macchine più performanti il suffisso “remastered” comporterà un banco di prova certamente non banale, la vera sfida su Switch è stata quella di ottimizzare un codice tanto esigente sfruttando una tecnica non certo cara alla software house tedesca. Eppure, l’ottimizzazione di un “mostro” grafico come Crysis rappresenta, al netto di alcune rinunce e di diversi paletti, una sorta di step evolutivo nel sotto genere delle conversioni sull’ibrida giapponese, incredibilmente a suo agio a gestire l’iconico FPS. Perché di questo, benvenuti sul pianeta Terra, si tratta. Tra fasi stealth, una spruzzata di platforming ed esplorazione di macroaree in luogo di qualche corridoio, Crysis Remaster, in sintesi, è una versione riveduta, corretta, ampliata e per certi versi ridotta di uno sparatutto in prima persona pubblicato originariamente per PC e poi convertito, tra lacrime e sangue, su Xbox 360 e Playstation 3. Un titolo tutto sommato classico, con alcune peculiarità proprie della dotazione del protagonista chiamato a padroneggiare la Nano Muscle Suit. Una sorta di kit del perfetto soldato in odore di nanotecnologia che permette di alternare al classico “sparo” alcune tecniche avanzate in tema di occultamento, corazza, velocità e forza. E che forza. Ancora oggi, sfruttare a pieno le possibilità offerte dalla super tuta in dote a Nomad e ai suoi colleghi del Team Raptor, divisione dell’esercito statunitense inviata su un’isola sperduta e liberare degli scienziati catturati dai nordcoreani.
Un’americanata in piena regola, se pur pensata e sviluppata da teutonici europei, che all’epoca fece scalpore proprio per il suo comparto tecnico. Quello che faceva Crysis, ai tempi, non lo faceva nessuno. Modelli, illuminazione, texture, effettistica. Tutto al top e tutto così “pesante” da mettere in “crysi” le configurazioni “Master Race” più pornografiche. E ancora, superando la consuetudine e i normali canoni evolutivi, Crysis resta una belva da domare persino per i PC moderni. Da qui, la curiosità per il lavoro di rimasterizzazione affidato, con la supervisione di Crytek, agli esperti di Saber Interactive. Il risultato finale è sicuramente dignitoso, intelligente e, anzi, per certi versi, meritevole di elogio. Si parta dal “peso” del download: Crysis Remastered richiede poco più di 7GB di spazio libero per essere installato, collocandosi senza troppi patemi tra i titoli “più leggeri”, considerando la produzione, presenti sullo store. E poi la risoluzione che, a fronte di un target che punta con decisione ai 720p, cambia in maniera evidente ma non traumatica in più di qualche circostanza. Il dinamismo dei pixel non deve spaventare. Tanto in portabilità quanto “in docked”, Crysis mantiene sempre un aspetto piacevole, sicuramente accettabile per l’hardware su cui gira. Addirittura, con la console collegata in TV, non sono rari i casi in cui la risoluzione viaggia sino ai 900p. Con Switch steretto tra le mani, invece, sono più evidenti i cali sub hd, ovviamente mitigati dalle dimensioni e dalle qualità dello schermo in dotazione. Ignorando i freddi numeri e semplificando il discorso, la qualità visiva di Crysis Remastered è sicuramente notevole, perché quasi sempre limpida e brillante superando, così, le magagne mostrate da altre conversioni eccellenti. Quell’effetto “miopia” registrato in The Witcher 3, tanto per intenderci, è scongiurato da un uso intelligente dell’hardware, capace di leggere con maestria le varie situazioni di gioco. In questo contesto, è francamente delizioso poter affermare come l’illuminazione di scenario e superfici, in primis le armi, appaia in forma smagliante, superiore a quanto visto sulla vecchia generazione. Metalli e plastiche sono, su Switch, più brillanti e convincenti rispetto a quanto mostrato, all’epoca, su PS3 e Xbox 360. Chiaramente, il paragone con le versioni PC non regge e, nonostante gli anni passati, è addirittura improponibile. Nessuno scandalo, quanto, piuttosto, un’ovvietà che è giusto rilevare, ma su cui sarebbe inutile soffermarsi.
Controlli in Crysis
Piuttosto, i modelli poligonali sembrano aver perso qualcosa in complessità, nel probabile tentativo di non inficiare il frame rate ancorato con forza sui 30 fotogrammi. In alcuni momenti, a dirla tutta, i cali ci sono. Si tratta, però, di episodi sporadici, che non inficiano l’esperienza e neppure il gameplay. Difficilmente, in questo senso, vi ritroverete davvero ad utilizzare con convinzione i sensori di movimento inseriti brutalmente in questa conversione. Anzi, se pur impostato di default, il giroscopio entra spesso in conflitto con i tradizionali controlli, rallentando l’azione e, semplicemente, la precisione offerta, in maniera variabile, dai normali analogici di Joy Con e Pro Controller. Nulla che non possa essere risolto rapidamente dopo una breve visita nei settaggi specifici pronti a restituire un feeling adeguato e, più in generale, un gunplay di buon livello, parzialmente intaccato dal peso degli anni, ma ancora soddisfacente. Resta da dire, in sede di critica, che il comparto sonoro può godere dell’adattamento in italiano originale, per altro di discreta fattura, e di musiche incalzanti che, nei giusti momenti, rompono il rumore sordo degli spari. Crysis Remastered non è certo il miglio Crysis di sempre, eppure è il miglior Crysis che potessimo ragionevolmente attenderci su Nintendo Switch.
Crysis Remastered è un porting valido, da valutare su piani temporali e tecnici diversi rispetto al solito. L’introduzione di un nuovo sistema di illuminazione compensa parte delle obbligate rinunce che fanno di questa versione un prodotto atipico per una produzione comunque peculiare. All’interno della softeca Nintendo, Crysis Remaster si conferma un FPS di ottimo livello, ancora capace di rivaleggiare, per gameplay e level design, con titoli ben più recenti. Anche su Switch, insomma, la piccola perla di Crytek ha qualcosa da dire.