SkateBird Recensione: volare ohoh, grindare ohohohoh!

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A cosa servono le ali quando hai uno skate? Questa è forse la domanda che i folli ragazzi di Glass Bottom Games si sono fatti quando hanno pensato per la prima volta a SkateBird. Perché a mettere un campione umano di skate sulla tavola sono bravi tutti, ma fare in modo che siano le gracili zampette di un uccellino a farlo è tutt’altra cosa. Con buona pace del signor Tony Hawk, dal 16 settembre 2021 sono dei simpatici pennuti a dare sfogo alla nostra voglia di ollie e di grind su PC, Xbox, Nintendo Switch e Amazon Luna. Questa combinazione desueta di personaggi e sport è arrivata in prova a noi di Gamesvillage nella sua versione PC su Steam. Di sicuro la parola “volare” assumerà molti altri significati per questi audaci e incoscienti pennuti.

SkateBird: piccioni skater

Di follia in SkateBird ce n’è a profusione a partire dall’introduzione al gioco che permette di scegliere le fattezze preferite del nostro volatile su rotelle. La selezione di specie di uccelli è molto vasta e molto differenziata: tra gli esotici pappagalli e le specie più europee e nordamericane, sarà difficile non trovare il nostro uccello preferito. Al primo avvio scappa subito un sorriso a vedere questi paffuti pennuti scorrazzare su uno skate. Una combinazione assurda che tuttavia funziona, almeno nelle prime ore. A questo si aggiunge una discreta collezione di accessori e oggetti stravaganti per rendere il pennuto eccentrico. Questi add-on – collezionabili anche all’interno delle mappe come segreti da sbloccare – comprendo copricapi, sciarpe, collane, cinture, mantelli per una quantità di combinazioni disponibili che può far davvero la felicità di molti già solo a partire da questo editor

Peccato che le modalità di gioco siano poco accattivanti e soprattutto la modalità storia sia molto debole e priva di mordente con un lungo susseguirsi di missioni a tempo da completare e qualche segreto da trovare. Il menù di gioco poi è molto disordinato e manca di cura. Nel suo tentativo di sembrare molto appariscente ed “eccessivo” in realtà appare poco dettagliato e molto caotico. Lo stile carico di colori dei menu cerca di dare una sensazione anni novanta che sì si sente forte, ma non aiuta a rendere il gioco attuale, anzi lo fa sembrare vecchio agli occhi dei più giovani.

Creste punk piumate

Per chi invece ha vissuto da adolescente gli anni del punk prima degli anni duemila SkateBird potrà rappresentare un grande tuffo indietro nei ricordi a cominciare dalla colonna sonora che riporta delle tracce di chiara matrice punk e rock dei primi anni novanta. E la nostalgia di quegli anni si fa forte, al punto che sarà facile scavare tra le playlist personali fino a recuperare gli idoli musicali della propria adolescenza ribelle. Peccato che tutto il buono proposto con la colonna sonora vada a scontrarsi con la campionatura sonora davvero approssimativa e spesso mixata in maniera non impeccabile con il gameplay. Su questo aspetto è meglio sorvolare (e mai termine fu più azzeccato).

Ma i veri skater non badano forse alla forma, alla perfezione, ma alla spettacolarità della loro azione. E SkateBird è coreografico proprio come ci si aspetta. Il gameplay infatti è esattamente quello classico di molti altri rappresentanti del genere. Grandi spazi pieni di rampe e altri ostacoli sui quali compiere funamboliche azioni. In effetti questo titolo non aggiunge nulla, non cambia carte in tavola, non varia minimamente qualunque maniera sia mai stata usata per approcciare nei videogiochi questa disciplina. Forse la combinazioni dei tasti su tastiera non è proprio immediata da digerire e infatti è consigliato caldamente l’uso di un pad.

Il volo confuso del passero su ruote

La differenza vera la fanno i park in cui compiere le evoluzioni con i pennuti. Le cinque mappe disponibili sono infatti a misura di uccello e rappresentano altrettanti scenari interni ed esterni. Una disordinata camera da adolescente si passa poi in altre zone come il tetto di un palazzo – sicuramente più familiare per un uccellino – fino a raggiungere perfino ambientazioni più inusuali e sopra le righe. Grazie a una sapiente scelta degli oggetti rappresentati, questi skate park improvvisati paiono molto ben caratterizzati e piacevoli da esplorare. Peccato che tecnicamente il gioco soffra di molti difetti grafici e che la gestione della telecamera sia pessima. Durante le evoluzioni infatti la visuale si sposta in maniera rapida e spesso imprevista rendendo necessario distogliere lo sguardo per non rischiare di incrociare gli occhi.

Oltre a questo la sfocatura della profondità di campo è così intensa che dà molto fastidio agli occhi. Il livello di qualità delle texture e di alcuni modelli è inoltre molto slavata e artificiale al punto da rendere meno appaganti le fasi tese all’esplorazione. Tutta l’esperienza di SkateBird non sarà di certo la più lunga che si sia affrontata in uno sportivo di questo genere e l’assenza di altri stimoli oltre la “storia principale” non permetterà di andare oltre le 15 ore di gioco a meno che non si cerchi perennemente di superare il proprio record di valutazione delle combo di trick eseguiti.

Piattaforme: PC, Xbox, Nintendo Switch, Amazon Luna

Sviluppatore: Glass Bottom Games

Publisher: Glass Bottom Games

SkateBird è quel gioco che metti su per farti due risate, per vedere qualcosa di diverso dopo aver consumato Tony Hawk in ogni sua incarnazione. SkateBird è un viaggio nei ricordi di chi era adolescente tra fine anni novanta e inizio duemila. Uno di quei giochi che avvii e nella testa ti parte subito un brano dei Blink 182 o (ancora più pertinente) Skater Boy di Avril Lavigne. Ci sono cose da correggere ovviamente, perché la telecamera va un po’ dove gli pare e fa venire il mal di testa e se sbagli un salto qualche volta ti ritrovi incastrato in punti strani della mappa. Ci si diverte nella libertà degli skate park in miniatura, ma tutto il contorno al gameplay è troppo debole.

VOTO: 6

Dalla sua Mansion nel Sannio ha attraversato l'universo senza Tuta Phazon, visitando regni brulicanti di Koopa con l'aiuto di Pietre Sheikah. Ma il suo desiderio è una casetta sulla colonia 9 di Bionis e un mech parcheggiato in giardino. Cinema, borad game e birra artigianale le altre sue passioni. Ogni volta che esce un nuovo Zelda esclama: "Avverto un tremito nella forza."