Trentanni per Wolfenstein 3D, un traguardo notevole per uno dei titoli simbolo del Retrogaming, ancora oggi vivo nel cuore degli appassionati di tutto il mondo, e che ha di fatto aperto la strada al genere First Person Shooter, assieme ad altri grandi classici del settore, come DOOM, Quake, Rage, Halo e Duke Nukem. Tra le prime produzioni della leggendaria casa statunitense id Software, di cui abbiamo parlato in questa pagina, in occasione dell’anniversario della sua fondazione, avvenuta un anno prima dello sviluppo del gioco. Trentanni per Wolfenstein 3D sembrano letteralmente volati, e sembra ieri che il titolo faceva il suo promettente debutto sul mercato. Era invece il lontano cinque maggio del 1992. Wolfenstein 3D non è, come molti pensano, il reale capostipite della serie omonima, tuttora attiva sul mercato con eccezionali titoli moderni, ma in realtà è un seguito ideale di due precedenti giochi realizzati Muse Software. Si tratta di Castle Wolfenstein del 1981 e Beyond Castle Wolfenstein del 1984, usciti per Apple ][. Il titolo, sviluppato da id Software e pubblicato da Apogee Software per formato PC MS-DOS offre una visuale in prima persona e sfida il giocatore ad esplorare un misterioso castello in cui si nasconde il perfido esercito nazista. L’opera lancia i semi di quello che poi diventerà il genere FPS, e che verrà codificato, poco dopo da DOOM, realizzato sempre da id Software, all’epoca nella sua formazione completa che include John Romero, programmatore e game designer, John Carmack nel ruolo di programmatore principale, Tom Hall, nelle vesti di director e programmatore, oltre che Adrian Carmack come artista grafico.

Il gioco è stato convertito 3DO, Acorn Archimedes, Apple II GS, Atari Jaguar, Game Boy Advance, Apple Macintosh basati su Mac OS, Super Nintendo, Microsoft Windows e PC-98, oltre a giungere, in tempi moderni anche su Xbox 360, PlayStation 3, iPhone basati su iOS e Smartphone Android. Nel corso dei diversi anni ci sono state inoltre diverse conversioni amatoriali sui sistemi più disparati e impossibili, tra cui non mancano il Nintendo Game Boy Color, come abbiamo detto in questa pagina, e persino la console Pico-8, un sistema non fisico, poiché si tratta di una macchina virtuale realizzata da Lexaloffle Games, come abbiamo detto qui. Davvero non avete scuse, quindi, dovete giocarlo assolutamente.