Wild Hearts Provato: a caccia di kemono col kimono

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Non vedevo veramente l’ora di dirlo, e adesso posso farlo: Wild Hearts mi ha piacevolmente colpito! Lo ammetto, da amante degli hunting game e orfano di quei titoli come Soul Sacrifice e Toukiden, finiti per ragioni diverse nel dimenticatoio, non vedevo l’ora che Wild Hearts arrivasse sul mercato, anche per portare un po’ di sana concorrenza al re indiscusso del genere in questione. E, proprio confrontandolo inevitabilmente con Monster Hunter e i suoi due capitoli più recenti, Rise e in particolare World, a cui Wild Hearts sembra in qualche modo rifarsi anche a livello estetico, mi sono accorto che in realtĆ  il titolo di Omega Force ĆØ molto di più di una semplice copia carbone del colosso di Capcom. D’accordo, al momento non posso vantare un curriculum ricchissimo in termini di creature sterminate e non ho ancora provato tutte le armi e le attrezzature disponibili nel gioco, ma sono comunque molto fiducioso sul fatto che Wild Hearts può sicuramente dire la sua nel mercato videoludico attuale, e questo ĆØ giĆ  un ottimo traguardo. Dopo aver passato qualche giorno in giro per le lande di Azuma e del suo affascinante habitat e soprattutto aver trascorso ore e ore alla ricerca dei maestosi kemono, sono pronto a darvi le mie impressioni preliminari sul titolo distribuito da Electronic Arts sotto l’etichetta EA Originals, in attesa del giudizio definitivo che arriverĆ  nei prossimi giorni, con la recensione completa del gioco. Siete pronti? Si va a caccia di kemono…col kimono!

Wild Hearts: la natura selvaggia è più affascinante che mai

La prima cosa che mi ha convinto di Wild Hearts ĆØ la direzione narrativa e tematica che accompagna il viaggio del cacciatore di kemono. SarĆ  per il mio essere un romanticone, legato fortemente alla tradizione e alle origini delle cose, ma il primo punto a favore di Wild Hearts ĆØ proprio l’aver dato, almeno per quanto sembra in questa fase preliminare, una linea di collegamento più diretta tra la caccia, il cacciatore e il mondo circostante. Sulla scia di Monster Hunter World, il doppiaggio italiano, presente anche in Wild Hearts, contribuisce non poco a consentire di immergersi in un mondo che sembra essere più ricco di quanto si potrebbe immaginare, soprattutto a livello di lore, tanto dei luoghi quanto delle stesse creature. Azuma ĆØ un mondo affascinante, che ricorda molto le verdeggianti ambientazioni di prodotti quali Soul Sacrifice, spaccate a metĆ  tra la bellezza oggettiva del mondo e l’orrore delle bestie che lo popolano, ed ĆØ proprio questo continuo binomio a farmi credere sempre di più che sƬ, la forte ispirazione c’è ma ha comunque contribuito alla creazione di un universo affascinante e dal grande potenziale.

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Da questo punto di vista, ho apprezzato parecchio anche il design delle aree: pur senza miracoli creativi, ho trovato la verticalitĆ  delle mappe decisamente interessante, e soprattutto ho apprezzato parecchio le loro dimensioni non eccessive, che hanno dato un ottimo equilibrio in termini di necessitĆ  esplorativa e velocitĆ  di ritrovamento degli obbiettivi per entrare nel vivo dell’azione. Va detto che l’esplorazione ĆØ favorita da un buon numero di oggetti ritrovabili, tra item craft e via dicendo, e soprattutto che viene agevolata non poco dall’impiego vari strumenti utilizzabili, chiamati Karakuri. Per il momento ne abbiamo provati giusto tre o quattro, e li ho trovati tutti decisamente interessanti e utili, sia nell’esplorazione sia nel combattimento, e non vedo l’ora di capire come si integreranno nel sistema ludico col passare delle ore e delle missioni.

A caccia con…l’ombrello!

Proprio parlando di combattimento, voglio subito iniziare il discorso relativo tanto al combat system quanto alle prime armi che ho potuto testare durante queste prime ore di gioco. Le prime impressioni avute sul gioco le ho ritrovate in toto con la versione definitiva tra le mani: Wild Hearts ĆØ un hunting game particolare, meno tradizionale se vogliamo, e sembra funzionare bene. A differenza della serie Monster Hunter, il gioco si presenta con un sistema di combattimento se vogliamo più frenetico, più veloce, di stampo un po’ più action, che per certi versi ci ha ricordato un po’ i vari Nioh. Sia chiaro, scordatevi la parata (tranne con alcune armi), col focus delle battaglie che rimane lo scambio di colpi frenetico e continuo con i kemono, ma ho trovato la dinamicitĆ  di fondo delle battaglie decisamente molto intrigante e soprattutto un’ottima variazione sul tema rispetto al lavoro di Capcom. Mi sono piaciute tanto le armi che ho provato finora, in particolare quella più originale del pacchetto: l’ombrello. Agile e veloce negli attacchi, questo strumento consente anche di parare con la pressione del tasto LT, e in generale l’ho trovato l’arma perfetta per onorare la personalitĆ  di un gioco che fa proprio della frenesia la sua via. Anche la Katana ā€œbaseā€ fa il suon bel lavoro, e sono sinceramente curioso di scoprire come i vari timing andranno ad impattare sull’economia degli scontri.

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Proprio a tal proposito, non posso non menzionare una delle cose che mi hanno dato più fastidio in questo primo giro di prova con il gioco: i tempismi. Non poteva essere tutto rose e fiori, no? Ed ecco arrivare i primi problemi. Wild Hearts, per quanto molto stabile tecnicamente (specialmente in modalitĆ  performance), sembra avere un input lag continuo quando si tentano di schivare gli attacchi dei nemici, specialmente quelli di dimensioni più generose e che, pertanto, coprono aree più grosse. ƈ stato molto fastidioso, lo ammetto. Sono andato k.o. veramente troppe volte a causa degli attacchi ā€œimparabiliā€ dei nemici, generati proprio da un sistema di scontro che secondo me ha qualche problemino di troppo, anche considerando la presenza di una dinamica di puntamento più chiara e precisa rispetto alla serie Monster Hunter. ƈ un peccato, perchĆ©, credetemi, combattere in Wild Hearts ĆØ veramente molto figo e appagante, anche grazie alla dinamica del ā€œcolpo di graziaā€, che mette fine alla vita dei nemici e li depreda in automatico, ma quando si tratta di difendersi dagli attacchi la sensazione ĆØ quella di essere costretti a ritrovarsi eccessivamente alle strette e in troppe circostanze. Ciò, ovviamente, viene reso ancor più antipatico dalla presenza di una telecamera a tratti oscena, ma non me la sento di pendermela cosƬ tanto, visto che, ormai, si tratta di un difetto a dir poco comune delle produzioni del genere e non soltanto.

Un kemono tira l’altro

Non ĆØ un mistero: EA ha giocato molto sulla presentazione delle sue ā€œbestie selvaggeā€ e ha ragione. Il bestiario di Wild Hearts, almeno in questa prima fase, mi ha sinceramente sorpreso e convinto. Dalle creature più semplici a quelle amichevoli sino a quelle più spaventose e ostili, i kemono di Wild Hearts sembrano tutti molto affascianti e ben caratterizzati, oltre ad essere dei simpaticissimi ā€œstronziā€ da affrontare, nella maggior parte dei casi. Durante queste prime ore di gioco mi sono cimentato nell’uccisione del Coda del verno e del Flagello di linfa, per non parlare della lunga ed estenuante caccia allo spaventoso Zanna reale, il gigantesco cinghiale divenuto un po’ il simbolo della campagna pubblicitaria del gioco. Approcci diversi, tipologie di resistenze diverse, ma con in comune un’aggressivitĆ  e una voglia di distruggere il proprio avversario titaniche: ĆØ questo ciò che rende i kemono gli splendidi protagonisti di un hunting game che da questo punto di vista sembra non avere niente da temere o invidiare, e ne ha comunque ben donde. Ho apprezzato tantissimo anche la presenza di alcuni spiritelli benevoli che ci aiutano in battaglia, che ricordano molto i Kodama di Nioh, e non vedo l’ora, sinceramente, di scoprire cosa succederĆ  una volta che li avrò ritrovati tutti. Anche sul piano artistico il design delle creature ĆØ secondo me molto convincente ma se vogliamo risulta un po’ in contrasto, almeno a livello tecnico, con la cura riposta in elementi secondari come la vegetazione, il suolo e via dicendo. Il tratto con cui i kemono sono riproposti ĆØ decisamente intrigante e sono molto curioso di scoprire quello delle bestie più importanti, verosimilmente destinate a fare la loro comparsa nelle fasi più avanzate del gioco.

Piattaforme: PC, PlayStation 5, Xbox Series

Sviluppatore: Ā Tecmo Koei,Ā Omega Force,Ā Koei Tecmo Games

Publisher: Electronic Arts

Data D’uscita: 17 febbraio 2023

Quanto è bello Wild Hearts! Questo è ciò che vi direi normalmente, ma tornando a fare la persona seria mi limiterò a dire che il primo contatto con il nuovo hunting game di Omega Force è decisamente positivo. Di limitazioni ce ne sono tante, di problemi anche e ve ne ho elencati alcuni, ma se siete appassionati del genere o se non avete mai digerito la triste fine di Toukiden e Soul Sacrifice, beh, potreste aver scoperto qualcosa che potrebbe farvi veramente felici.

Ho imparato a conoscere l'arte del videogioco quando avevo appena sette anni, grazie all'introduzione nella mia vita di un cimelio mai dimenticato: il SEGA Master System. Venticinque anni dopo, con qualche conoscenza e titoli di studio in più, ma pochi centimetri di differenza, eccomi qui, pronto a padroneggiare nel migliore dei modi l'arte dell'informazione videoludica. Chiaramente, il tutto tra un pizza e l'altra.