Android lancia un altro modo per spiare gli utenti con la beta di “Privacy Sandbox”

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Apple ha fatto esplodere il mercato pubblicitario nel 2020, quando ha reso il tracciamento una funzione opt-in su iOS. Da allora, Google, il più grande inserzionista al mondo, ha tardato a introdurre la sua soluzione per Android e Chrome. L’idea che Google ha proposto si chiama “Privacy Sandbox“, che sembra una buona cosa, ma si tratta di un nuovo sistema di tracciamento per Android e Chrome. Una volta che questo sarà attivo e funzionante, Google dichiara che inizierà a bloccare i metodi di tracciamento esistenti, come i cookie di terze parti.

L’ultimo rapporto sui progressi compiuti dall’azienda afferma che la Privacy Sandbox sta per arrivare su Android, in versione beta. Google afferma: “La Privacy Sandbox per Android Beta verrà distribuita gradualmente, a partire da una piccola percentuale di dispositivi Android 13, e si espanderà nel tempo. Se il vostro dispositivo viene selezionato per la Beta, riceverete una notifica Android che ve lo farà sapere”.

Privacy Sandbox, su Chrome e Android, traccia gli utenti per gruppi di interessi anziché individualmente, il che, secondo Google, rappresenta un miglioramento della privacy. Android creerà presto un profilo pubblicitario dell’utente e l’interfaccia utente consentirà di bloccare gli “interessi” per i quali non si desidera vedere annunci. È presente un interruttore di spegnimento e un elenco di applicazioni che si collegano al nuovo sistema di tracciamento, presumibilmente qualsiasi cosa utilizzi una nuova versione dell’API di Google Ads.

Un altro sistema di tracciamento degli utenti su Android non è un grande cambiamento nel grande schema delle cose, perché esistono già API per la pubblicità e il targeting nel sistema operativo di Google. L’aggiunta del sistema di tracciamento Privacy Sandbox a Chrome è un cambiamento molto più importante, poiché è la prima volta che un sistema pubblicitario viene integrato direttamente nel browser di Google. Google intende inoltre bloccare gli ad blocker su Chrome entro quest’anno. Google ricava circa l’80% delle sue entrate dalla pubblicità, quindi l’inserimento degli annunci nel suo browser e nel suo sistema operativo è una delle poche cose che l’azienda fa e che influisce sui suoi profitti.

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