Super Mario RPG

Super Mario RPG Provato: vecchi idraulici, nuove fantasie

Se si pronunciano le parole “Square” e “dream team”, il pensiero di molti va immediatamente, ed a ragion veduta, a Chrono Trigger, la seminale collaborazione tra Squaresoft ed alcuni membri dell’allora rivale Enix. Non a caso, l’opera è di fatto la più conosciuta della software house slegata dal brand Final Fantasy, nonché uno dei migliori giochi di ruolo di tutti i tempi. Un anno dopo, nel 1996, Square si alleò di nuovo, questa volta nientemeno che con Nintendo stessa, per realizzare il qui presente Super Mario RPG, sottotitolato Legend of the Seven Stars nella sua versione statunitense, un prodotto altrettanto piacevole che, per certi versi, sarebbe divenuto anche più influente. A quasi trent’anni di distanza, il primo excursus ruolistico dell’idraulico italoamericano sta quindi per sbarcare su Nintendo Switch, in una rivisitazione fedele dell’originale ma agghindata con uno stile estetico al passo con i tempi, e queste primissime ore che ho avuto modo di trascorrere in sua compagnia sono state un’ulteriore conferma che la formula concepita da Square nel tentativo di conquistare l’interesse del pubblico occidentale (lo smisurato successo di Final Fantasy VII era al di là da venire) risulta solida e accattivante ancora oggi.

Super Mario RPG

Super Mario RPG: bene bene, guarda un po’ chi arriva!

Super Mario RPG rappresenta il primo caso in cui i personaggi del franchise hanno ricevuto dei dialoghi e una caratterizzazione significativa all’interno di un gioco che li vede protagonisti, a meno che non vogliate considerare come precursori gli orridi Mario Teaches Typing e Hotel Mario, ma di quelli sinceramente meno ne parliamo e meglio è. Ad ogni modo, vedere interpreti storici come Bowser e la Principessa Toadstool (che qui in occidente non si sarebbe chiamata Peach fino all’arrivo di Super Mario 64) scambiarsi battute al fulmicotone durante simpatiche scenette complementari era una delizia ai tempi della pubblicazione del titolo, e ha dato forma a tutti gli scambi comici che sono divenuti poi la norma negli anni a seguire. L’avventura crea da subito l’atmosfera giusta, con uno sfacciato ribaltamento della narrazione predefinita della saga che ha inizio dove di solito finiscono i tradizionali giochi di piattaforme: Mario irrompe nella tana di Bowser per salvare la principessa, impresa che compie facilmente pochi minuti dopo. È allora che una titanica spada vivente, araldo dei veri cattivi, piomba dal cielo per incastonarsi nella roccaforte, rubando al baffuto tubista il suo momento trionfale e decretando il principio dell’impresa vera e propria.

La strada per recuperare i sette Frammenti Stellari che il malvagio Fabbro Magno ha scalzato dal firmamento con l’aiuto dei suoi scagnozzi sarà lunga, e Mario non può sperare di percorrerla da solo. Al suo fianco perciò si schiereranno alcuni volti noti della serie e altri personaggi originali come Mallow, un giovane “girino” che curiosamente non somiglia affatto ad un anfibio, e Geno, un misterioso emissario celeste incarnato nel corpo di una bambola. E così, l’eterogeneo gruppetto si imbarca in una caccia al tesoro piuttosto lineare: non aspettatevi nulla di drammatico o di sconvolgente, perché ciò che troverete sono solo una ventina di ore di piacevole e spumeggiante caoticità, più o meno. Tuttavia, per quanto la trama di Super Mario RPG non sia niente di speciale, non è mai stata questa la sua finalità. L’obiettivo affatto velato era quello di creare un prodotto accessibile capace di far sorridere i giocatori, e in tal senso Square ha fatto davvero centro: gag come Mario che, in qualità di protagonista silenzioso, si esibisce in una serie di deliranti pantomime nel tentativo di riepilogare punti importanti della trama, o Bowser che diventa così furioso da esprimersi con la cadenza di un haiku, risultano quasi sempre azzeccatissime. In termini di umorismo serrato e coinvolgente, non esito a definire questo spin-off come uno dei giochi per console più divertenti della sua generazione, a pari merito con perle quali EarthBound e The Legend of the Mystical Ninja.

Super Mario RPG

Rimbalziamo tutta la notte!

Il gameplay di base è altrettanto poco complesso ma ricco di personalità. Le battaglie sono a turni e le azioni vengono gestite tramite appositi menu, anche se non sono casuali: i nemici infatti restano ben visibili durante l’esplorazione e di solito possono essere evitati con un salto ben calibrato. Sì, avete capito bene, possiamo saltare proprio come in un platform! Del resto, non sarebbe Mario se non fosse in grado di esibirsi nei suoi caratteristici balzi con il pugno levato verso l’alto, no? Per fortuna, gli sviluppatori sono stati abbastanza ragionevoli da non punire le manovre acrobatiche imprecise con fosse senza fondo o pericoli assortiti, anche perché la loro applicazione più comune è quella di rivelare gli scrigni nascosti che levitano invisibili sopra la nostra testa. E grazie al cielo aggiungerei, perché la visuale isometrica può inficiare talvolta la precisione dei salti in maniera più marcata di quanto non sembri a colpo d’occhio. Se la posta in gioco fosse stata più alta, la questione sarebbe potuta diventare parecchio frustrante. Una volta in battaglia, la vittoria dipende principalmente dall’efficacia dei colpi utilizzati per ridurre la salute del nemico prima che questi possa fare altrettanto con noi. Le mosse speciali attingono alle limitate scorte di PF del gruppo, i Punti Fiore, che sostituiscono i Punti Magia presenti in altri giochi di ruolo fantasy.

L’unica innovazione degna di nota è il sistema di potenziamento a tempo: in pratica, durante l’animazione di attacco di ogni personaggio, avremo a disposizione una frazione di secondo in cui è possibile toccare il pulsante una seconda volta e farne partire una versione più dannosa. Analogamente, quando stiamo per ricevere un colpo, possiamo sincronizzare la pressione del tasto con le movenze del nemico e ridurre i danni in maniera cospicua, fino ad azzerarli. Bisogna farci un po’ la mano perché il ritmo delle mosse non è sempre uguale e cambia a seconda dell’arma utilizzata ma, una volta presa la giusta confidenza, lo ingraneremo nella nostra memoria muscolare senza troppe difficoltà. Per quanto l’azione resti sempre ancorata alla sua struttura a turni, tale sistema riesce a stimolare dinamicamente l’attenzione del giocatore anche nelle fasi di esplorazione e combattimento più ordinarie.

Super Mario RPG

Il remake di Super Mario RPG ne valorizza il comparto visivo, amplificando le atmosfere fiabesche e stravaganti con un motore grafico tridimensionale che prende il posto di sprite e fondali pre-renderizzati. Il variopinto cast dell’avventura mostra una gamma di emozioni ancor più elevata: dal goffo eroismo di Mario all’inflessibile risolutezza di Geno, i nuovi modelli poligonali rendono il doveroso tributo all’eccezionale lavoro svolto da Kazuyuki Kurashima, arricchendoli di sfumature e peculiarità inedite. I mondi del Regno dei Funghi vantano un quantitativo spropositato di rifiniture, che contribuiscono a ravvivarli parecchio in confronto alla relativa staticità della versione Super Nintendo. Di contro, l’identità visiva che lo contraddistingueva da molti altri suoi analoghi degli anni ‘90 è andata irrimediabilmente perduta, e in un certo qual modo l’estremo e fanciullesco lindore che pervade ogni cosa smorza quell’effetto onirico e un po’ sinistro che, magari involontariamente, lo rendeva davvero unico nel suo genere. Le composizioni di Yoko Shimomura sono sempre state un piacere da ascoltare, perciò il suo ritorno per la colonna sonora del remake è stata una delle sorprese più entusiasmanti di questo revival.

L’autrice è nota per aver realizzato le soundtrack di svariati giochi di ruolo, tra cui Final Fantasy e Kingdom Hearts, ma il primo lavoro di una certa caratura sul quale mise le mani fu proprio Super Mario RPG le cui tracce, in particolare Forest Maze (Dedalo Boscoso nel nuovo adattamento italiano), sono ancora oggi protagoniste di numerosi remix, dunque la possibilità di alternare a piacimento tra musiche originali e riarrangiate dovrebbe riuscire ad accontentare sia i puristi che gli affamati di novità. E, a proposito di queste ultime, non posso evitare di menzionare alcune gustose postille al sistema di combattimento, come un indicatore che si riempie in base agli attacchi a tempo ben eseguiti e che ci consente di sferrare delle potenti mosse a tre, i cui effetti cambiano a seconda dei membri che compongono il nostro party. Insomma, pur conoscendo a memoria il progenitore, troveremo diverse meccaniche aggiuntive da scoprire e padroneggiare.

Piattaforme: Nintendo Switch

Sviluppatore: Nintendo

Publisher: Nintendo

Data di uscita: 17 novembre 2023

Potrei dilungarmi con troppa facilità a descrivere la miriade di piccoli e grandi dettagli che rendono questa esperienza straordinariamente incantevole. L’effetto combinato di umorismo brillante, ritmo sostenuto e meccaniche semplici ma robuste è pura eleganza ludica, mentre la rilettura tridimensionale di sfondi e modelli conferisce al gioco un aspetto più cartoonesco, gradevole alla vista ma diverso dalla sensazione “pupazzosa” che gli elementi digitalizzati trasmettevano nell’originale, un fattore che forse gli estimatori di vecchia data dovrebbero tenere a mente. Per il resto, le peripezie ruolistiche della gang di Mario sono un crescendo difficile da giudicare in maniera obiettiva, ma state certi che un modo per portare a termine questa ardua missione lo troverò, dandovene opportuno riscontro il prossimo 17 novembre!

Gioca da quando ha messo per la prima volta gli occhi sul suo Commodore 64 e da allora fa poco altro, nonostante porti avanti un lavoro di facciata per procurarsi il cibo. Per lui i giochi si dividono in due grandi categorie: belli e brutti. Prima che iniziasse a sfogliare le riviste del settore erano tutti belli, in realtà, poi gli è stato insegnato che non poteva divertirsi anche con certe ciofeche invereconde. A quel punto, ha smesso di leggere.