tales of arise beyond the dawn

Tales of Arise Beyond the Dawn Recensione: il duro prezzo della pace

Tales of Arise ĆØ stato uno dei capitoli più interessanti e ben congegnati dell’ormai più che ventennale e storica saga. Il primo titolo dell’era PS5 ha saputo catturare e appassionare la stragrande maggioranza dei giocatori e anche la critica specializzata, che ha, senza mezzi termini, piazzato il capitolo del 2021 nella parte più alta di un’ipotetica classifica dedicata ai titoli sviluppati da Bandai Namco fin dall’ormai lontanissimo 1995. Tales of Arise ĆØ riuscito a colpire un po’ tutti e a lasciare il segno, tanto da vincere il premio di miglior RPG nell’anno di pubblicazione, grazie a un grande lavoro svolto in particolar modo sul gameplay, da sempre punto di forza della serie, che in questo nuovo capitolo ha saputo raggiungere dei livelli mai toccati in precedenza, elevando la qualitĆ  della produzione verso vette inesplorate. L’ultimo capitolo della serie ha anche saputo confermarsi sul piano narrativo, grazie anche a una trama appassionante e a un gran cast di personaggi, forse tra i più riusciti di sempre. Tutti questi motivi hanno collaborato a rendere Tales of Arise un prodotto di primissimo spicco e hanno anche fatto si che, quando l’ho letto, l’annuncio del DLC dedicato alla storia mi ha generato una grande sensazione di eccitazione e curiositĆ . D’altronde, e non lo nascondo, la trama di Tales of Arise mi sembrava non aver lasciato buchi e incertezze narrative varie, e dunque mi sono avvicinato in maniera entusiastica ma allo stesso tempo con un po’ di titubanza, e devo ammettere che, sotto questo punto di vista, i miei dubbi erano fondati soltanto a metĆ . Beyond the Dawn ĆØ un’interessante aggiunta al comparto narrativo del gioco, ma offre poco altro, soprattutto sul piano del gameplay e dei contenuti. Siete curiosi di scoprire il perchĆ©? Ebbene, non vi resta che proseguire con la lettura.

Tales of Arise Beyond the Dawn: un mondo diviso

Il plot narrativo di Tales of Arise: Beyond the Dawn si muove in maniera continuativa rispetto alla trama del gioco originale, ragion per cui, e lo voglio dire subito, ĆØ altamente consigliabile aver concluso la storia principale prima di rimettersi in marcia. A ogni modo, gli sviluppatori hanno pensato di offrire un escamotage ai giocatori più pigri. Una volta avviata la partita, infatti, il DLC vi chiederĆ  di caricare i dati salvati del gioco principale e, qualora non ce ne siano, da la possibilitĆ  di creare una sorta di salvataggio fittizio con i dati di completamento della storia ā€œinventatiā€. Se siete tra quelli che hanno passato decine e decine di ore in compagnia di Alphen e Shionne, comunque, non temete. Bandai Namco ha inserito anche un sistema di reward per tutti i traguardi raggiunti durante l’avventura originale, ragion per cui ci siamo subito ritrovati con tanti oggetti, consumabili e via dicendo, per poter affrontare nel modo più agevole possibile le nuove peripezie di colui che ĆØ riuscito nel miracoloso compito di unire i due mondi in eterno conflitto tra loro di Dahna e Rena.

Il DLC inizia, fondamentalmente, circa un anno dopo la conclusone degli eventi del gioco base. Dopo la sconfitta di Vholran, un barlume di speranza sembra destinato a irradiare il tormentato mondo di gioco, ma la realtĆ  dei fatti ĆØ in realtĆ  ben più contorta di quanto possa sembrare. A far tornare un po’ coi piedi per terra i protagonisti di Tales of Arise, ingenuamente convinti di aver raggiunto un punto di svolta più romantico e, se vogliamo, utopico ĆØ l’introduzione del personaggio di Nazamil, che sin dai primi annunci di Bandai Namco ĆØ stato presentato come il volto principale di questa espansione della storia. I due protagonisti si imbattono in Nazamil nel modo più brutto possibile: la ragazzina, infatti, ĆØ in fuga, scacciata da ogni posto che visita, a causa delle sue origini misteriose e, soprattutto, ibride. La giovane, infatti, dice di essere figlia di un lord renano e di una giovane donna dahnana, di origini fondamentalmente modeste, cosa che, per diversi motivi legati alle incomprensioni e ai tumulti socio-politici della trama del gioco rappresentano un ostacolo di non poco conto.

Beyon the Dawn segue, dunque, la creazione di un nuovo rapporto, quello tra la giovane Nazamil e i protagonisti, ma soprattutto segue l’evolversi di un mondo incredibilmente ancora frazionato, nonostante le gesta di Alphen, Shionne e di tutti gli altri protagonisti dell’opera, ma non soltanto. Nell’espansione della storia trova maggior spazio un pezzo fondamentale dell’intelaiatura narrativa di Tales of Arise che riguarda la genesi e la diffusione delle misteriose maschere di ferro, per intenderci, quella indossava il protagonista all’inizio dell’avventura. Per quanto non particolarmente longeva e con pochi risvolti veramente interessanti e sorprendenti, la trama di Beyond the Dawn ĆØ comunque nel complesso promossa. La storia di Nazamil si intreccia bene con l’ossatura base del gioco, per quanto comunque alcuni passaggi e alcuni momenti in generale dell’avventura mi sono sembrati fin troppo frettolosi e poco approfonditi.

Ritornare a impugnare la lama fiammeggiante

Sul piano ludico, l’offerta contenutistica di Beyond the Dawn ĆØ allo stesso modo ā€œnormaleā€, e dunque da considerarsi un po’ senza infamia e senza lode. Il DLC offre un discreto numero di attivitĆ  e missioni secondarie, ma che troppo spesso, un po’ come accadeva anche nel gioco base ma qui forse di più, si riducono alla semplice raccolta di oggetti, a cacciare alcuni Zeugle e via dicendo. Proprio parlando di Zeugle, i mostri del gioco per intenderci, con Tales of Arise Beyond the Dawn sono stati riproposti i boss speciali (i Zeugle Giganti) da sconfiggere, che danno accesso, spesso, a ricompense speciali come armi ed equipaggiamenti rari, e che qui risultano più presenti nelle dinamiche e nelle mappe del gioco. Non soltanto: con il DLC in questione, Bandai Namco ha lanciato nella mischia anche gli Zeugle Speciali, delle creature molto rare (tipo gli slime metallici di Dragon Quest, per intenderci) e molto complesse da sconfiggere, ma che però possono garantire un forte ritorno in termini dio PA e materiali rari ai giocatori.

Oltre a ciò, nel DLC arrivano anche le missioni di Ricostruzione, pensate e contestualizzate proprio per legarsi agli eventi legati alla fine del gioco base. Le guerre, la lotta contro i lord e tutto la distruzione generata delle battaglie di Alphen e dei suoi alleati per riportare la pace sul mondo di gioco hanno portato a una situazione sempre più complessa sul piano pratico, con una carenza sempre maggiore di scorte, cibo e vestiario e con gli abitanti rimasti a popolare il mondo di gioco impegnati a ripartire praticamente da zero. Con le missioni di Ricostruzione ĆØ possibile dunque cercare di ripopolare il mondo di beni primi e non solo, di renderlo più vivibile e attuale, ma ancora una volta tutto si riduce al semplice ritrovamento di materiali e all’uccisione di particolari Zeugle che hanno invaso una determinata area della mappa.

Di conseguenza, uno dei limiti principali di questo DLC ĆØ proprio quello di non aver saputo sfruttare il buon potenziale di partenze e nel non saper dare varietĆ  all’offerta contenutistica, che si difende comunque molto bene sul piano della quantitĆ  e della longevitĆ . L’espansione, infatti, può portarvi a superare tranquillamente le venti ore di gioco, soprattutto se ci si dedica a tutte le attivitĆ  sopraelencate e, magari, anche alle missioni EX (extra), delle quest particolari che si attivano al raggiungimento di determinati fattori. Troppo spesso, infatti, le quest, anche quelle principali, si limitano all’esplorazione di una piccola area, al completamento di un dungeon e al fare rapporto alla cittĆ  di provenienza della missione, e anche a proposito di mappe e di varietĆ  di location il lavoro svolto si ĆØ rivelato, purtroppo, un po’ troppo timido e poco profondo.

Un mondo da ricostruire

Durante il nuovo viaggio, infatti, vi capiterĆ  di muovervi all’interno di poche aree, che fanno da sfondo un po’ troppo statico agli eventi narrati e che, considerando la natura del gioco, rendono anche l’esplorazione e la voglia di muoversi per il mondo di gioco meno interessante e stimolante. Per fortuna, comunque, a salvare la situazione ci pensa il solidissimo sistema di combattimento, che come ho giĆ  detto in passato si conferma una dei pezzi da novanta della produzione ancora una volta. Pur senza nessun tipo di cambiamento alla formula base, il livello di sfida offerto, le nuove abilitĆ  e le nuove combo sbloccabili, nonchĆ© le nuove arti aggiunte al bagaglio sia di Alphen sia dei suoi alleati, rendono l’esperienza pad alla mano sempre appagante, stimolante e divertente, specialmente contro i nemici più forti.

In questo caso, però, ho notato un aumento forse un po’ forzato del livello di sfida, che in alcuni momenti (specialmente contro il boss finale) mi ĆØ sembrato salire un po’ troppo, cosa che mi ha costretto a fermarmi per diverso tempo a potenziare il mio team prima di poter riprovare a concludere la storia una volta per tutte. Nel complesso, comunque, ancora una volta siamo di fronte a un lavoro più che sufficiente ma non eccellente, che sicuramente farĆ  la felicitĆ  di molti giocatori, specialmente gli appassionati di vecchia data della serie e del capitolo in questione, ma potrebbe anche scontentare i più esigenti che, magari, si sarebbero aspettati qualcosina in più.

Piattaforme: PS5, PS4, Xbox One, Xbox Series X|S, PC

Sviluppatore: Bandai Namco Studios

Publisher: Bandai Namco

Tales of Arise Beyond the Dawn ĆØ un buon DLC! L’espansione maggiore dedicata all’ultimo capitolo in ordine cronologico della storica saga chiude definitivamente il cerchio, con una storia che si preoccupa di ampliare e puntellare un mosaico narrativo complesso e sfaccettato e che, ora, sembra avere tutti i tasselli al proprio posto. Il vero peccato ĆØ che tutto sembra in alcuni momento un po’ abbozzato e, soprattutto, sul piano del gameplay non ci sia una struttura ludica, specialmente per quanto riguarda l’esplorazione e la varietĆ  delle situazioni, in grado di dare una vera e propria spinta definitiva alla produzione. Nel complesso, comunque, per chi ha amato il titolo di base rimane un’esperienza da vivere, per quanto, forse, non c’era tutto questo bisogni di ampliare un percorso che funzionava giĆ  bene, anche due anni fa.

Ho imparato a conoscere l'arte del videogioco quando avevo appena sette anni, grazie all'introduzione nella mia vita di un cimelio mai dimenticato: il SEGA Master System. Venticinque anni dopo, con qualche conoscenza e titoli di studio in più, ma pochi centimetri di differenza, eccomi qui, pronto a padroneggiare nel migliore dei modi l'arte dell'informazione videoludica. Chiaramente, il tutto tra un pizza e l'altra.