Roberto Genovesi intervista il grande Francesco Totti

La  fidanzata, il calcio e la PlayStation. Questi, in ordine i suoi grandi amori. Non può fare a meno dello sport che lo ha reso famoso nemmeno quando torna a casa dopo una partita o dopo un allenamento. E’ un ragazzo pulito, cordialissimo, simpatico e non vuole sentire nemmeno parlare di console truccate. Vuole il gioco pulito, in campo e fuori.

Cronaca di una mattina con Francesco Totti, giocatore della Nazionale di Zoff e leader della Roma di Capello ma, naturalmente, beniamino dei cuori giallorossi ma anche di tutti i veri appassionati dello sport più bello del mondo. Ad intervistarlo è Roberto Genovesi, autore RAI e scrittore di numerosi romanzi di successo (qui il link al suo blog, mentre qui trovate la pagina social di Vigiles in Tenebris):

Arrivo a Trigoria lunedì 27 settembre. Con me c’è Franz, il fotografo ufficiale di Expocartoon ma, aimé (o ailui, a seconda dei punti di vista) juventino d.o.c. e simpatizzante del Perugia. Portarlo alla sede della Roma è un po’ come regalare ad un vampiro per il suo compleanno un cesto di spicchi d’aglio. Ma tant’è, si fa forza e mi segue. Parcheggiamo la nostra auto nel Piazzale Dino Viola antistante la splendida struttura sportiva voluta dal grande presidente dello Scudetto e, visto che siamo un po’ in anticipo sui tempi dell’appuntamento, ci concediamo un tramezzino e un caffè al bar dall’altra parte della strada.

Mentre siamo dentro il barista ci fa notare un gruppo di ragazzine sedute ai tavolini. Sembra un sit in di quelli che si vedono a Montecitorio. “Chi andate a intervistare?”, ci chiede osservando l’attrezzatura fotografica di Franz. “Totti”, dice lui tentando di inghiottire l’ultimo, enorme pezzo del suo terzo tramezzino doppio (è vergognoso quanto riesca a infilare in quel suo stomaco quest’uomo).

“Vedete quelle ragazze fuori? – ci fa ancora il barista – aspettano tutte Totti. Se le fate entrare con voi – ci fa con un’occhiata libidinosa – sono convinto che ve ne sarebbero molto riconoscenti”. Ridacchia e torna al bancone. Io e Franz ci guardiamo perplessi e lui, per scacciare cattivi pensieri, ordina altri due tramezzini doppi.

Mezz’ora dopo usciamo e ci avviciniamo al cancello principale. Sia sul piazzale che vicino al cancello altri gruppetti di ragazzine munite di macchinette fotografiche e taccuini. Aspettano lì dalla mattina che i loro beniamini escano dopo gli allenamenti. La gran parte, ci dicono, aspetta proprio Totti. E’ lui il calciatore più amato e osannato dai cuori giallorossi. I maschi lo adorano per le sue magiche giocate, le femmine anche per qualcos’altro. A questo punto ci assale la consapevolezza che stiamo per incontrare un mito e le gambe cominciano a tremarci.

All’ingresso gli uomini della sorveglianza hanno i nostri nomi sul registro, ci invitano a parcheggiare accanto alle auto dei giocatori. Poi arriva un signore gentile e ci accompagna al bar del complesso che si affaccia su una splendida piscina proprio alle spalle del campo d’allenamento.

Trigoria è davvero una bellissima struttura sportiva come ce ne sono poche al mondo ma non faccio in tempo a riflettere su questo che sento alle mie spalle una voce con un vago accento svedese. Mi volto e vedo Nils Liedholm che sta prendendo un caffè mentre chiacchiera con il barista. Il primo istinto, per un cuore giallorosso come il mio, è quello di inginocchiarmi per prostrarmi di fronte al Maestro ma vengo riportato alla realtà da Dario Brugnoli, capo dell’ufficio stampa della Roma che ci viene a salutare personalmente e ad assicurarci che Francesco Totti ha appena finito gli allenamenti e sta per raggiungerci in piscina. Passiamo qualche minuto a vedere Fabio Junior che gioca al torello con alcuni compagni e poi arriva lui. Nella mia carriera giornalistica che dura ormai da oltre 12 anni ho intervistato Presidenti della Repubblica, Papi, Ministri, ecc. ma devo ammettere che quando ho visto Francesco Totti l’emozione è stata come quella che avevo da principiante. Ma è stato lui a farmela subito passare.

Pantaloncini bianchi, polo blu, occhiali da sole neri, telefonino cellulare con auricolare, sorride e mi stringe la mano. Come se ci conoscessimo da una vita. Mi invita a sedere ad un tavolino ai bordi della piscina e, mentre sfoglia gli ultimi numeri delle nostre quattro riviste dedicate alla psx (Extreme PlayStation, PlayStation Pro, PlayStation Zone e Galaxy PlayStation) cominciamo l’intervista mentre Franz scatta le prime foto.

Allora, Francesco, è proprio vero che sei un grande appassionato della PlayStation e che, appena puoi, tra una partita e un allenamento, passi un po’ di tempo davanti alla console?

“Sì, adoro la PlayStation ma tutti i videogiochi in generale sono la mia passione. Quando è uscita la psx, però, ho subito capito che si trattava di una macchina innovativa, molto bella ed interessante per prestazioni ma, soprattutto, facilissima da usare”.

Dunque il primo amore è il Calcio e il secondo la PlayStation…

“No, il primo amore è l’Amore (la leadership della fidanzata nel cuore di Francesco non è in discussione, n.d.r.), poi viene il calcio e poi la PlayStation”.

Una dignitosa medaglia di bronzo su un podio di tutto rispetto. Ma senti, quali giochi preferisci?

“In genere amo i giochi sportivi. Il calcio e il tennis soprattutto. Ma mi piacciono anche gli adventure come Lara croft, Silent Hill, ecc. dove devi cercare oggetti o trovare porte nascoste. Naturalmente i giochi sportivi sono più adatti alle sfide tra amici e quindi quando qualcuno mi viene a trovare a casa ci mettiamo a giocare al calcio”.

Giochi ‘pulito’ o ti affidi ai trucchi?

“Il gioco pulito lo preferisco sul campo di calcio vero. Alla consolle devo ammettere che, con la pratica, ho imparato dei trucchetti e qualcun altro lo imparo dalle riviste come le vostre. Anche se il calcio simulato si presta poco a questo genere di sotterfugi. Magari negli adventure…”

 Hai citato le riviste di PlayStation. Le leggi spesso?

“Ad essere sincero non tanto. Non ho molto tempo e quello che ho lo passo davanti ad un gioco piuttosto che davanti ad una rivista ma se mi serve qualche trucco”. Indica con lo sguardo Zone e sorride.

Deve essere faticosa una giornata di un campione dello sport. Un po’ come quella di un militare: tanta disciplina e poco tempo libero. Molta gente pensa che il vostro lavoro si limiti alla partita della domenica ma in realtà non è così.

“Hai detto bene. La giornata di un calciatore professionista è fatta soprattutto di sacrificio e disciplina se vuole arrivare ad alti livelli. Io mi sveglio la mattina alle otto, esco da casa e vado agli allenamenti, spesso ce ne sono anche il pomeriggio e quindi torno a casa alle otto di sera. Per non parlare dei giorni precedenti la partita quando c’è il ritiro. Il tempo libero è poco ma io non soffro perché non sono una persona mondana. Mi piace stare con gli amici e nei ritagli di tempo gioco con la PlayStation. Se decidiamo di andare in discoteca, qualche volta, accetto ma io non ballo. Ci vado per prendere qualcosa da bere e fare quattro chiacchiere ma il calcio è il mio lavoro e come capitano ho una responsabilità di fronte ai tifosi ma anche di fronte ai miei compagni”.

Conosci altri giocatori di calcio che amano la PSX?

“Nella Roma Rinaldi (il nuovo giovane difensore acquistato dal Bologna, n.d.r.) e vengo a sapere da te che Montella è il testimonial di Fifa 2000”.
Quindi non hai molti compagni con cui giocare fuori dal campo?

“Al ritiro di precampionato di Kapfemberg i ragazzi della Primavera avevano portato la PlayStation. Sapessi le partite che ci siamo fatti. All’ultimo sangue”.

Hai solo la PlayStation o anche altre console?

“No. Ho la PlayStation e il pc per seguire il mio sito che anzi invito ad andare a visitare”.

Una domanda d’obbligo. Da calciatore esperto, ritieni che le simulazioni calcistiche rappresentino bene il gioco vero?

“Direi di sì. C’è lo stesso agonismo, la stessa tensione, le stesse possibili scorrettezze sul campo e gli stessi colpi di genio delle star. Il calcio vero è naturalmente un’altra cosa ma quello simulato mi riesce a prendere. E’ bello e passionale al contempo. Ti viene voglia di giocare”.

Hai mai provato a fare l’allenatore?

“No. Preferisco i giochi arcade. Mi piace fare gol, in campo e alla psx. Dovrei provare Libero Grande. Mi hanno detto che puoi tenere un solo giocatore mentre il resto della squadra è mosso dal computer. Deve essere interessante. Perché la prossima volta non me lo porti?”

Sorrido compiaciuto per la sincera confidenza che si è instaurata durante la piacevole conversazione con Francesco Totti e procedo all’ultima, delicata domanda sulla quale il nuovo Rivera risponde con assoluta tranquillità.

Per caso hai chippato la tua console?

“No e credo che non lo farò. Alcuni miei amici lo hanno fatto e mi hanno sconsigliato di farlo. Puoi giocare con giochi che costano meno rispetto agli originali ma mi hanno detto che qualche volta non funzione bene. Non come l’originale. E poi è una truffa”.

L’intervista termina qui. Totti prende le riviste sul tavolo e la copia del numero zero di Rivan Ryan che non potevo non regalargli. Oggi è il suo compleanno. Ha 23 anni ed è già tra i tre giocatori più forti del mondo. Per festeggiare contemporaneamente il compleanno del campione e quello di Extreme, gli abbiamo portato un po’ di accessori per psx che accetta con grande piacere. Mentre stiamo discutendo davanti alla sua auto delle caratteristiche dei volanti e delle pistole che abbiamo portato arriva Tonino Tempestilli, dirigente della Roma e coriaceo difensore giallorosso di qualche anno fa. Scopriamo con piacere che anche lui è un appassionato di videogiochi.

Totti ci ringrazia, ci scambiamo i numeri telefonici e poi sale in macchina e si dirige verso l’uscita seguito dalla nostra auto. Non fa in tempo a varcare il cancello che viene attorniato da un nugolo di fan a caccia di autografi. Prima di lasciare Piazzale Dino Viola si ferma almeno altre tre volte. Con tranquillità, senza spocchia. Consapevole di essere un esempio dentro e fuori dal campo.

Roberto ‘Rog’ Genovesi