Sid Meier’s Civilization: Beyond Earth – Anteprima E3 2014

Civilization: Beyond Earth

Devo ammettere di essere rimasto abbastanza spiazzato, quando sono entrato nella saletta di 2K Games dedicata a Sid Meier’s Civilization: Beyond Earth. Mentre aspettavo che le sedie si riempissero e che uno di Firaxis prendesse la parola, ho sentito addosso una fastidiosa sensazione. E se ciò che stanno per mostrarmi non fosse altro che un reskin di Civilization V che vuole approfittare della sete che ha la community di un seguito di Alpha Centauri? Per qualche secondo ho quindi sentito nelle sinapsi il brivido di chi sta per essere raggirato in quel modo subdolo per cui non te ne accorgi, e anzi sei persino felice e contento di quanto hai tra le mani. Che poi, non è detto che non sia così, una volta messe le mani sul gioco finale, in arrivo il prossimo autunno su PC.

Eppure, una volta conclusa la mezz’oretta abbondante di dimostrazione, leggendo gli appunti mi sono accorto che di motivi di discontinuità con la serie classica ce ne sono non pochi, anche se la loro efficacia andrà verificata direttamente sul campo. Di certo, da Civilization V questo Beyond Earth prende parecchio a livello di interfaccia e di struttura: le caselle esagonali sono ben presenti e visibili a schermo, così come alcuni tratti somatici del terreno ricordano a prima vista quelli dell’ultimo capitolo della serie principale. È tuttavia entrando nel dettaglio che si scorgono alcune importanti diversità, tra cui spiccano le cosiddette Affinity, ovvero Harmony, Purity o Supremacy. Dall’affinità dipendono molte cose, tra cui – ovviamente – le condizioni di vittoria finali e il consueto Tech Three, qui disposto a ragnatela in modo che siano presenti meno vincoli di paternità tra ciò che abbiamo già sviluppato e quello che vogliamo raggiungere. Optando per Harmony decideremo per un approccio tipicamente ambientalista, cercando ogni modo per far coincidere il progresso con la salvaguardia dell’ecosistema; la via del Purity, invece, è quella che più si addice a coloro che amano terraformare il pianeta da conquistare; infine, Supremacy spingerà tutto sull’espansione bellica per mezzo della tecnologia.

Scegliendo l'affinità Supremacy la via maestra è quella del piombo e del laser.
Scegliendo l’affinità Supremacy la via maestra è quella del piombo e del laser.

Durante il dimostrativo, giocato in diretta da uno degli sviluppatori di Firaxis, sono state mostrate alcune delle caratteristiche base di Sid Meier’s Civilization: Beyond Earth, per lo più comuni anche agli ultimi capitoli della serie. Tra la conquista di una città e l’esplorazione di una nuova zona sono però emerse un paio di novità non da poco, che potrebbero fare la differenza in quei momenti in cui le sorti della nostra spedizione sono in bilico tra il più glorioso dei successi e la più bieca delle sconfitte. Ad esempio, in giro per la mappa si trovano diverse specie aliene, alcune delle quali particolarmente aggressive e che non si limiteranno a restare confinate nell’esagono di comparsa, ma che non esiteranno ad attaccare eventuali città nelle vicinanze qualora si sentissero minacciate; a titolo esemplificativo è stato mostrato un enorme verme escavatore, in grado di spazzare via una truppa di soldati poco equipaggiata. Un’altra new-entry è la presenza di satelliti, che potranno essere dislocati in cielo e che aggiungeranno buff di attacco e difesa alle unità belliche dislocate a terra. Infine, non mancheranno zone inizialmente inospitali, che andranno bonificate dai miasmi presenti perché possano ospitare la vita o, più semplicemente, permettere il passaggio dei nostri uomini.

Quanto peso abbiano tutte queste novità nel bilancino delle differenze con Civilization V non è dato saperlo, anche perché i ragazzi di Firaxis hanno chiaramente lasciato intuire che nei prossimi mesi – prima del lancio di Beyond Earth – saranno illustrate altre feature più specifiche. Il dubbio che esprimevo a inizio anteprima è rimasto anche dopo che sono uscito dalla presentazione: mancano gli elementi per capire quanto Beyond Earth osi affrancarsi da Civilization V, e ancor più è difficile comprendere quanto effettivamente possa essere utile che ciò accada, piuttosto che semplicemente sperare che venga saldamente abbracciato il padre putativo e che si continui sulla stessa strada. Ho il sospetto che mi terrò questa curiosità almeno fino alla prossima gamescom, laddove spero di avere l’opportunità di sedermi in qualche postazione e lasciarmi trascinare finalmente dal gioco del buon Sid, un turno dopo l’altro.