L’alieno, il predatore e il marine: tre cuori in affitto.
Ci sono serie che spesso restano lì, nel limbo interdimensionale dell’incompiuto, in attesa che qualcuno si ricordi di loro e le riporti a nuova vita. È proprio il caso di Aliens vs Predator che a inizio millennio aveva visto nascere ben due (discreti) episodi su PC, per poi restare lì, sospeso nel nulla, in attesa che qualcuno ne riproponesse le dinamiche.
Sta accadendo ora, se è vero che il titolo di Rebellion sarà disponibile tra meno di un mese su tutti gli scaffali dei negozi nelle versioni PC, PlayStation 3 e Xbox 360. È stata proprio quest’ultima console la protagonista della nostra prova sul campo che ci permette in queste righe di esprimere già qualche piccolo giudizio sulla qualità delle tre campagne single player che caratterizzano da sempre la serie. Per il multi vi rimandiamo a settimana prossima, quando potremo rendervi conto di un evento tutto incentrato sul multiplayer che – va detto subito! – promette grandi cose e potrebbe rivelarsi la vera e propria arma vincente di codesto Aliens vs Predator.
ESCONO DALLE FOTTUTE PARETI
Il titolo del paragrafo è un po’ scontato – ne me rendo conto – ma rende perfettamente l’idea di quello che ci si deve attendere da Aliens vs Predator. Chi ha avuto la fortuna di giocare agli episodi precedenti della serie, difatti, si troverà subito a proprio agio nei panni dei tre protagonisti selezionabili dal menu principale. La campagna del marine è forse quella più legata ai classicismi del genere sparatutto, essendo caratterizzata da lunghi corridoi claustrofobici (à la Doom 3, per intenderci) ricchi di condotti infestati da ripulire alla meglio. Gestire un predator, invece, permette di fruire di una potenza di fuoco e una varietà dei gadget a disposizione che consente di modificare di volta in volta l’approccio al nemico. Una delle cose più interessanti, oltre al potente mal imitato fucile al plasma e alla classica visuale termica, è la presenza di un super-salto che lancia letteralmente il predator in un punto dell’ambiente a portata d’occhio. La medesima tecnica può essere utilizzata per falcidiare con gli artigli eventuali nemici che si dovessero palesare nei paraggi, un po’ nella stessa maniera in cui il pipistrello alato per eccellenza fa pulizia nei livelli di Batman Arkham Asylum, tanto per intenderci.
Alla linearità del marine e alla varietà del predator fa da contraltare la snellezza del alien. Questi è totalmente privo di qualsivoglia armamento o gadget tecnologico, ma non per questo risulta essere meno letale degli altri due compagni di (s)ventura. In particolar modo, l’alien fa del suo muoversi rapidamente nell’ombra la propria ragion d’essere, potendo eliminare una certa parte delle fonti di luce presenti nelle locazioni e uccidendo con veloci e ineffabili corpo a corpo, per poi ritornare indisturbato a nascondersi nel buio.
TRE PER TRE, TRENTATRE
Come era lecito attendersi, buona parte delle dinamiche sottendono al giochino per cui ognuna delle razze partecipanti ha vantaggi e svantaggi a seconda del nemico da affrontare e dell’ambiente nel quale avvengono gli scontri. In questo “ménage à trois” chi sembrerebbe avere un po’ di prevalenza sugli altri è il predator, più che altro in virtù della duttilità del soggetto di fronte alle diverse situazioni di gioco. Si tratta di prime impressioni che potranno essere clamorosamente smentite in fase di recensione e quindi, per ora, taccio e affronto quello che è probabilmente l’argomento un po’ spinoso di Aliens vs Predator, vale a dire il comparto tecnico. È vero… quello che ho in mano è un codice preview. È vero anche che manca meno di un mese alla pubblicazione e quindi non c’è troppo da sperare che le cose migliorino eccessivamente. Tutto questo preambolo per dire che la grafica del titolo di Rebellion non è che faccia gridare al miracolo, anzi. L’interazione con i fondali è pressoché insistente o priva di qualsivoglia utilità ai fini del gameplay. Inoltre, il motore grafico è soggetto a evidente aliasing e, talvolta, a cali di frame non giustificabili per quello che sta accadendo sullo schermo. Lo stesso discorso vale per le texture, non eccessivamente definite anche se sufficientemente lavorate da dare un minimo di stile agli ambienti.
Fortunatamente, il comparto audio sembra avere un certo tono e, soprattutto in presenza di un impianto audio 5.1, pare in grado di trasmettere quella giusta tensione emotiva che al momento la grafica non è in grado di regalare.
Come detto, potrebbe essere il multiplayer la vera arma vincente di Aliens vs Predator. Per saperlo, oltre che alla recensione, vi rimando pertanto alla speciale prova sul campo di cui vi parlavo a inizio articolo e sulla quale avrete presto notizie certe. Stay tuned.