Pro Evolution Soccer 2011 – Anteprima hands-on PC/PS3/Xbox 360

La danza sul confine.

Recuperare il gap in una disciplina sportiva non è mai un’operazione semplice. In Formula 1, per esempio, riuscire a guadagnare un maledettissimo decimo può richiedere diverse settimane di sviluppo. Anche nel calcio sono necessarie anche molteplici stagioni per riportare in auge una squadra caduta in disgrazia come, ad esempio, la Juventus degli ultimi anni. Anche in ambito videoludico la situazione tende a rispecchiare la realtà: recuperare terreno su un avversario agguerrito non è mai facile, e possono essere necessari anche diversi anni per invertire la tendenza. Konami, per esempio, sta cercando da qualche anno di riprendersi quella leadership in termini di qualità (a livello vendite il gap con la serie FIFA di Electronic Arts è molto limitato) che ha contraddistinto la sua opera calcistica più famosa, vale a dire Pro Evolution Soccer. Per farlo il team ha riscritto dalle fondamenta il codice della propria simulazione, alla ricerca di una fisica di gioco più convincente e di un controllo che sia finalmente a 360 gradi.

Dopo la prova estemporanea presso gli uffici di Halifax dello scorso luglio, abbiamo avuto la possibilità di testare per bene il gioco (in versione Xbox 360) nella redazione di GamesVillage. Anche se è ancora molto presto per esprimere un giudizio definitivo (la versione in nostro possesso non era ancora completa e mancava di alcune importanti feature) alcune novità ci hanno convinto, altre un po’ meno. Sorvolando sul nuovo, splendido design dei menu e sulla rinnovata gestione del proprio team (due aspetti che ci sono piaciuti moltissimo), è sul manto erboso non siamo rimasti completamente soddisfatti. Innanzitutto, la nuova gestione dei passaggi necessita di ritocchi: non è facile dosare la potenza e il sistema appare un po’ troppo macchinoso, anche se forse si tratta solo di farci l’abitudine. La sfera di cuoio si muove in modo discutibile: alle volte i rimbalzi sono davvero imprevedibili, e anche tra i piedi del Ronaldinho della situazione la palla sembra alquanto difficile da addomesticare. Il movimento dei giocatori sul campo appare ancora poco fluido: puntare sulla “fisicità” dei contrasti e sul realismo va benissimo, ma si avverte ancora una sensazione di “pesantezza” negli spostamenti davvero eccessiva. Con piccoli ritocchi al codice, comunque, siamo certi che Konami possa trovare senza eccessivo sforzo (e prima dell’uscita del gioco) il giusto equilibrio tra presenza fisica e scioltezza di manovra.

Non è ancora giudicabile l’Intelligenza Artificiale dei calciatori in campo: portieri, difensori, centrocampisti, attaccanti e compagni di squadra alternano giocate ottime a clamorose amnesie e a stupidate colossali. Anche i raddoppi e il pressing sono stati cambiati, ma necessitano di ulteriori aggiustamenti: la sensazione, come già detto qualche riga fa, è che anche sotto questo aspetto manchi poco alla quadratura del cerchio, anche se resta da capire quanto tempo sta avendo a disposizione il team di sviluppo dalla data di “rilascio” della versione in nostro possesso a quella di posa sugli scaffali, anticipata peraltro recentemente alla fine di settembre.

Modalità come la Champions League o la Coppa Libertadores verranno provate in occasione della recensione di PES 2011, sia per un problema di completezza delle rose, sia per la composizione dei gruppi della “coppa dalle grandi orecchie” ancora non presenti in questa beta; la modalità “Diventa un Mito”, invece, funziona già in modo esaustivo e sembra in grado di proporre le stesse prelibatezze gustate lo scorso anno in fatto di coinvolgimento.

Per quanto riguarda il comparto grafico, PES 2011 è sempre spettacolare. I manti erbosi sono davvero ben fatti, così come la cura dedicata alla riproduzione degli stadi. Le animazioni, decisamente meno “robotiche” rispetto al passato, hanno beneficiato di una sezione di motion capture non più limitata al solo Lionel Messi: il risultato è ottimo già da ora. Anche i modelli poligonali appaiono più curati (anche per i cosiddetti calciatori di secondo piano), mentre la telecronaca affidata alla coppia Pardo/Altafini a nostro avviso rimane il punto di riferimento nel campo delle simulazioni calcistiche.

Se Konami riuscirà a risolvere tutte le magagne che sembrano affliggere le prime versioni giocabili di PES 2011, allora potremmo trovare un degno sfidante a FIFA 11. Il tempo è tiranno, ma i ragazzi di Seabass hanno sia il talento, sia i mezzi per recuperare il gap accumulato negli ultimi 3 anni. Ce la faranno?