1991 – I racing game hanno sempre rivestito un ruolo speciale nei piani produttivi delle software house nostrane, e non è certo un caso che alcune di esse abbiano costruito su di essi il proprio successo internazionale. Prima che Milestone facesse irruzione sul mercato con l’ottimo Screamer (1995), un marchio fondamentale del gaming italiano come Simulmondo ebbe ad esempio modo di celebrare in grande stile l’atavica passione nutrita dagli italiani nei confronti delle quattro ruote, omaggiando la storica Mille Miglia.

Trasposizione virtuale di una delle più romantiche gare di endurance mai svoltesi nel Vecchio Continente, questo titolo avrebbe concesso al suo pubblico l’occasione di sedersi alla guida di una delle più fascinose auto d’epoca mai esistite, offrendogli al contempo la possibilità di attraversare l’Italia del tempo che fu da un capo all’altro della penisola. Visivamente fascinoso, con i curatissimi sprite dei succitati bolidi anni ’30 a dominare evocativi paesaggi rupestri, il gioco trovava nella sezione tuning il suo cavallo di battaglia: grazie alla disponibilità di numerose opzioni a tema, gli più avvezzi al culto del tuning avrebbero potuto infatti allestire un veicolo adatto alle proprie esigenze e magari adottare giuste contromisure in vista di condizioni meteorologiche avverse

Se l’interfaccia di controllo si allineava, giocoforza, ai non certo impeccabili standard di accuratezza legati all’impiego dei vecchi Joystick, la stabilità dello scrolling e l’efficacia delle dinamiche prospettiche abbinate agli elementi di background andavano attestandosi su livelli qualitativi piuttosto elevati, il che contribuiva senz’altro a rendere l’esperienza di guida alquanto piacevole. Volendo essere pignoli si potrebbe far magari riferimento ad un sistema di gestione delle collisioni fin troppo punitivo ma, in fin dei conti, è lecito supporre che questo dettaglio rispecchiasse un precisa volontà degli sviluppatori, cui l’aspetto più simulativo della competizione stava evidentemente a cuore.

Concepito come capostipite di una serie atta a coprire l’intero arco temporale compreso tra il 1927 e 1957, vale a dire il trentennio che vide sorgere e quindi tramontare la competizione, 1000 Miglia non incontrò purtroppo i favori della critica internazionale, che individuò nell’indole troppo tecnica del progetto un’ostacolo alla rispettiva fruibilità. Condannato da vendite evidentemente incompatibili con una sua prosecuzione, il progetto venne pertanto interrotto anzitempo, con grande rammarico di chi ne aveva apprezzato l’approccio.

Benché 1000 Miglia non fosse effettivamente pensato per il tipico racer d’impulso e il suo gameplay potesse talvolta risultare ostico, le obiezioni mosse dalla stampa specializzata non avrebbero, a nostro avviso, tenuto in adeguata considerazione la qualità del lavoro svolto dagli autori, specialmente sotto i profili strutturale e concettuale. Considerati i mezzi dell’epoca e le relative risorse economiche a disposizione, i ragazzi al soldo di Francesco Carlà erano stati difatti in grado di tradurre in codice ambizioni particolarmente ardite, proponendo un prodotto dallo spessore ben più ampio di quello sfoggiato da molti dei suoi più blasonati concorrenti.
IN VIDEO
Gustiamoci ora insieme uno spaccato della versione Amiga 500 di 1000 Miglia!