La serie Castlevania ha ormai superato i trenta anni di carriera, essendo nata nel lontano 1986 su piattaforma MSX. Il leggendario capostipite, paradossalmente, non contiene in occidente la parola Castlevania nel titolo, chiamandosi Vampire Killer, Akumajō Dracula in patria. La saga è una delle più prolifiche della storia dei videogiochi, e vede oltre quaranta titoli al suo attivo, su tutte le principali piattaforme. Castlevania si è parecchio evoluto nel tempo e contiamo oggi ben tre differenti tipologie di gameplay. La prima è quella che prevede un tipico platform adventure bidimensionale e tra i suoi rappresentanti opere del calibro di Castlevania (1986) per NES, Castlevania 3: Dracula’s Curse (1990) per NES, Akumajō Dracula X: Chi no Rondo (1993) , noto in occidente come Castlevania: Rondo of Blood per PC Engine, un gioco da sala molto controverso come Haunted Castle (1988) che riprende le meccaniche della serie e prova a portarle sul mercato arcade, e alcuni interessanti giochi portatili come Castlevania Legends (1998) per Game Boy Color, ultimo rappresentante retail di questa prima tipologia, e Castlevania: The Adventure (1989) per il primo Game Boy, opera riproposta sul canale WiiWare con Castlevania: The Adventure Rebirth (2009) eccezionale remake per il ventennale dei titolo su Wii. Questo primo filone di opere prevede l’immutabilità del personaggio e l’impossibilità di ripetere i livelli già completati. La seconda tipologia prevede invece degli elementi RPG incastonati ad arte nel gameplay di base che spingono all’esplorazione e al potenziamento dei personaggi, oltre che alla ricerca di elementi extra, come summon, armi ed armature speciali, che rientrano a pieno titolo nelle caratteristiche di base delle opere ruolistiche. Il primo titolo del “nuovo corso” è Castlevania: Simphony of the Night, (1997) un vero e proprio adventure-RPG con visuale bidimensionale. La rivoluzione è enorme, poichè adesso è presente un’unica grande mappa che, idealmente, presenta tutti i livelli insieme, anche se, per squisiti motivi di gameplay, molti sono ovviamente bloccati fino a un certo momento del gioco, quando, ad esempio, si trova un certo tipo di arma o armatura che permette di accedere ad un certo punto, ad una altezza prima non raggiungibile o altro. Se tutto questo vi ricorda qualcosa, avete ragione. Questa semplice eppure geniale impostazione viene infatti mutuata da un gioco Nintendo che non ha bisogno di presentazioni, ovvero Super Metroid (1994) per Super Nintendo, che proponeva per la prima volta nella serie Metroid, un gameplay del tutto simile, con enorme mappa esplorabile e potenziamento progressivo del personaggio. Di fatto solo Castlevania: Simphony of the Night implementava l’accumulo di veri e propri punti esperienza donati dagli infiniti combattimenti. Oggi i due titoli hanno creato un vero e proprio nuovo genere chiamato “MetroidVania”. La terza ed ultima tipologia nasce sulla scia del successo dei primi adventure dinamici tridimensionali che raggiungono il successo di massa grazie all’immortale Tomb Raider (1996), opera di Toby Gard per Sega Saturn. Il primo gioco a tentare questa strada è Castlevania Apocalypse (1999) per Nintendo 64 titolo che, assieme al suo sequel-remake Akumajou Dracula Mokushiroku Gaiden: The Legend of Cornell (2000) per la stessa piattaforma, viene oggi considerato “il peggior episodio mai visto” nella serie, come direbbe, ironicamente, il personaggio dei Simpson noto come Uomo Fumetti. Un insuccesso clamoroso, che però ha aperto la strada per le successive opere tridimensionali culminate oggi in Castlevania: Lords of Shadow (2010) per PlayStation 3 e Xbox 360, che rappresenta, assieme al suo seguito, ciò che è oggi la serie, a trenta lunghi anni dal suo debutto. Sulle pagine di RetroVillage cerchiamo oggi di stilare la Retrogaming Top Ten definitiva della saga, ovvero quella degli episodi da giocare per conoscere meglio questo enorme universo, che è tra i migliori mai creati nella lunga storia dei videogiochi.
DECIMO POSTO: CASTLEVANIA: THE ADVENTURE (1989) GAME BOY
Dopo tre anni dal debutto casalingo della serie ecco arrivare Il primo episodio portatile di Castlevania, che esce nello stesso anno di rilascio del Game Boy. Castlevania: The Adventure (1989) è un gioco che riscuote un successo enorme sul mercato, nonostante, oggettivamente, sia un pelo meno carismatico della versione casalinga per NES, metro di paragone immediato. Il gioco punta tutto sull’atmosfera e lo schermo in bianco e nero dona paradossalmente ulteriore fascino al gioco stesso, che pare davvero portarci all’interno del leggendario film Dracula del 1931 di Universal. Soli quattro stage ci attendono, da giocare in fila tutti di un fiato, con un livello di sfida molto alto ed una cura dei particolari molto ricercata. Quello che tutti ricordano, però, è la colonna sonora del gioco composta da Norio Hanzawa, Shigeru Fukutake e Hidehiro Funauchi, di qualità elevatissima ed indimenticabile, cosa che, del resto, è la caratteristica tipica della serie da sempre. Il protagonista è Christopher Belmont, e l’anno di ambientazione è il 1576.

NONO POSTO: HAUNTED CASTLE (1988) ARCADE
Introdotto da un incipit fin troppo classico per i videogiochi, Haunted Castle (1988) inizia con una lieta scena tratta da un matrimonio, in cui Simon e Serena, appena sposati, escono da una chiesa, quando, improvvisamente, appare il malvagio Dracula e rapisce la donzella, costringendo l’eroe ad una lunga peregrinazione volta al salvataggio della bella. Tutto questo avviene nel 1691, stesso anno di ambientazione di Castlevania per NES e Vampire Killer per MSX, ma di fatto, la trama è totalmente alternativa. Questo particolare porta Konami a non considerarlo oggi un episodio canonico che esula dalla timeline ufficiale. La divisione arcade di Konami decide di dare al gioco una impostazione più cartonesca ai personaggi, cosa che, di fatto, stona un po con i temi trattati dalla saga stessa. Il cabinato si basa su un chip custom, Konami 052001, che permette effetti speciali mai visti nella saga. Haunted Castle propone sette interessanti stage, inclusa la battaglia finale, con grafica a volte sontuosa altre pastosa ed uniforme, con pochi effetti di parallasse ma diverse chicche ed animazioni. Il titolo offre per contro una giocabilità buona ma meno immediata e reattiva rispetto alle controparti casalinghe. Spesso la difficoltà appare mal calibrata e il tutto sembra semplificato apposta per venire incontro al pubblico tipico degli arcade. Il comparto sonoro è come al solito di ottima fattura, nella media della qualità tipica della serie. Il gioco è stato convertito nel 2002 su PlayStation 2, ma per il solo mercato giapponese.
OTTAVO POSTO: CASTLEVANIA: BLOODLINES (1994) SEGA MEGADRIVE
A parte il debutto su MSX, uno speciale episodio per Sharp X68000, un home computer a 16 bit giapponese oscuro in occidente, e la piccola parentesi arcade di cui abbiamo appena parlato, la saga era uscita quasi solo per console Nintendo e non si era mai visto un episodio ufficiale di Castlevania su console Sega. Il pubblico lo richiedeva quindi a gran voce. In verità su Master System era arrivato Master of Darkness (1992) un clone della serie sviluppato da Sims ed edito da Sega, ma serviva un prodotto ufficiale di Konami per spingere al meglio l’ormai anziano Mega Drive. Ecco che nel 1994 arriva un titolo inedito sui circuiti del sedici bit Sega. Il gioco vede protagonisti John Morris, ultimo discendente della stirpe Belmont ed il suo amico Eric Lecarde, pronti a combattere ancora una volta Dracula, nell’arco temporale del 1917, dove il re dei vampiri sta nuovamente per manifestarsi, a causa del diabolico piano della misteriosa fanciulla Elizabeth Bartley, che altro non è che una strega risorta! Un Castlevania fin troppo classico che sfrutta le ottime capacità del processore Motorola 68000 per offrire una grafica veramente ben curata con un level design che, pur non volendo osare troppo, risulta di ottima fattura. Castlevania Bloodlines, da noi importato col titolo di Castlevania: The New Generation, può inoltre vantare una compositrice d’eccezione, la leggendaria Michiru Yamane, una delle musiciste giapponesi più note ed apprezzate nel settore dei videogiochi che, debuttando proprio con questo titolo, collaborerà in seguito con molti episodi della saga, scrivendo alcune tra le tracce migliori di sempre. Un episodio oggi poco noto, ma da riscoprire assolutamente.
SETTIIMO POSTO: CASTLEVANIA: CIRCLE OF THE MOON (2001) GAME BOY ADVANCE
Dopo oltre un decennio di monopolio del mercato la linea Game Boy viene finalmente rinnovata con un nuovo portatile, l’Advance, dotato di un processore a 32 bit e potenzialità molto più alte di quelle dei predecessori, Classic, Pocket e Color. Per contro questa nuova macchina non è dotata di retroilluminazione. Castlevania: Circle of The Moon (2001), si basa spesso su ambienti bui e poco illuminati, cosa del resto auspicabile per un titolo a tema horror vampiresco. Il gioco diventa un vero caso mediatico e serve da monito a Nintendo stessa per correre ai ripari, col rilascio, pochi anni dopo, della versione SP finalmente retroilluminata. Il gioco si rifà in tutto e per tutto al più grande successo casalingo, Castlevania: Simphony of The Night che era uscito nel 1997 su PlayStation, proponendo meccaniche RPG, potenziamento progressivo del personaggio, mappa esplorabile e livelli uniti in un unico ambiente di gioco e sempre disponibili. Konami Computer Entertaiment Tokyo, developer del gioco, rilascia uno degli episodi più intriganti della serie, tuttora metro di paragone per tutti i giochi portatili della saga. L’anno di ambientazione è il 1830 e ci vede nei panni di Nathan Graves che deve contrastare la resurrezione di Dracula arrivata d’improvviso in un misterioso castello austriaco. La qualità della OST del titolo è eccezionale, come sempre, e le musiche sono composte da Hiroshi Mitsuoka e Sōtarō Tojima, oggi direttore del comparto sonoro di Halo 4 (2012) e Halo 5 (2015).

SESTO POSTO: CASTLEVANIA II : SIMON’S QUEST (1987) NINTENDO ENTERTAINMENT SYSTEM
Dopo l’enorme successo del primo episodio su NES e altri sistemi l’attesa per il suo seguito è spasmodica. A sorpresa Nintendo sceglie il gioco per spingere la periferica Nintendo Famicom Disk System, che già aveva dato i natali a serie di culto come Metroid (1986), The Legend of Zelda (1986) e, soprattutto, si accaparra l’esclusiva per il titolo. A sorpresa Dracula II: Noroi no Fuin (1987), tradotto da noi come Castlevania II : Simon’s Quest, La trama vede Simon Belmont che nell’anno di grazia 1698 è impegnato a cercare le parti disperse del corpo di Dracula, necessarie per liberarsi della maledizione che gli è stata lanciata dallo stesso prima di essere sconfitto. Solo il ritrovamento di tutti i pezzi potrà liberare Simon per sempre. Con un tale incipit è chiaro a molti che la serie mira a proporre blande meccaniche RPG e di esplorazione e interazione con personaggi non giocanti alla ricerca di indizi. L’interessante impostazione, per contro, non ha avuto gran successo presso il grande pubblico e sarà abbandonata del tutto in occasione del debutto del terzo episodio. Due le novità più interessanti del titolo, la differenziazione giorno-notte, che rende i nemici più coriacei con le tenebre ed un utile sistema di salvataggio.
QUINTO POSTO: VAMPIRE KILLER (1986) MSX STANDARD
L’anno di ambientazione del titolo è il 1691 e vede Simon Belmont lottare contro Dracula, per la prima volta in assoluto nella storia della saga. Vampire Killer (1986), è il capositipite della serie, ma oggi, paradossalmente, non è considerato un episodio canonico da Konami stessa, che lo esclude dalla “Castlevania History” di Koji Igarashi, documento ufficiale in cui viene seguita la timeline della serie. Una curiosità storica è che questo gioco è arrivato prima della sua controparte per NES in Europa, che giungerà nel vecchio continente solo nel 1988. Il game design è affidato a Akihiko Nagata che svolge un lavoro ricercato e molto ben equilibrato, con scelte cromatiche ed ambientazioni decisanente azzeccate, che ben si sposano con l’ottimo comparto visivo dell’opera. Alcuni elementi blandamente ruolistici, come la presenza di mercanti che vendono oggetti o la ricerca di chiavi necessarie per andare avanti nei livelli, verranno purtroppo abbandonate nella versione NES.
QUARTO POSTO: CASTLEVANIA (1986) NINTENDO ENTERTAINMENT SYSTEM
Akoumajou Dracula (1986), traducibile come Demon Castle Dracula e giunto in occidente con l’evocativo nome di Castlevania, contrazione tra Castle e Transilvania, arriva come un fulmine a ciel sereno sul parco titolo del NES, ed in particolare sulla periferica Nintendo Famicom Disk System. L’anno è sempre il 1691 e il protagonista sempre Simon Belmont. che deve salvare il mondo dal risveglio di Dracula. Il game designer Akihiko Nagata attinge a tutto il migliore repertorio horror, tirando in ballo zombi, lupi mannari e mostri di ogni risma, non limitandosi al puro roaster vampiresco tradizionale per i nemici. La caratteristica del gioco è la presenza di impervie scale da salire che, mentre sono percorse, ci mettono in semplice balia dei nemici. Il titolo è composto da diciotto stage principali, uniti in sette livelli principali. Le musiche del gioco sono indimenticabili, pur con delle differenze importanti tra versione giapponese e occidentali. L’autore delle musiche è il misterioso James Banana, in realtà assurdo pseudonimo di Kinuyo Yamashita, una talentuosa musicista in forza a Konami e fa parte delle tante parodie presenti nel gioco, che cita i grandi nomi del genere horror cinematografico storpiandoli, come Boris Karloffice o Christopher Bee! Un titolo oggi di culto, da giocare per sempre.

TERZO POSTO: CASTLEVANIA 3: DRACULA’S CURSE (1990) NINTENDO ENTERTAINMENT SYSTEM
Esce nel 1990 il gioco che chiude la trilogia del NES, nello stesso anno in cui in Giappone tutti gli occhi sono puntati sul fiammante Super Famicom. Un grande ritorno alle origini su Famicom, con un platform adventure epocale, diretto da Hitoshi Akamatsu, che abbandona ogni strambo esperimento ruolistico, cosa vista nel precedente Castlevania: Simon’s Quest, per tornare alla purezza del genere. Livelli complessi, trovate di gameplay innovative, inclusi i percorsi a bivi, fattore che eleva di parecchio la rigiocabilità del titolo, e nuovi protagonisti comprimari come Grant e Sypha o lo stesso Alucard, che sarà poi protagonista assoluto in Castlevania: Simphony of the Night e che debutta per la prima volta proprio in questo gioco. Passa parecchio tempo tra Il debutto giapponese, datato Natale 1989 e i due rilasci occidentali, settembre 1990 per gli U.S.A. e addirittura il tardo 1992 per il vecchio continente e forse per farsi perdonare, Konami lancia un bizzarro concorso, in cui si può vincere un viaggio in Transilvania tra le vere terre dei vampiri! Per contro le edizioni occidentali appaiono decisamente castrate rispetto alla cartuccia Famicom, con la rimozione di diversi simboli religiosi, del tutto sensati nella trama e nel gameplay, che però, a detta di molti, potevano offendere il buon gusto del pubblico, e che Konami si è affrettata a rimuovere. Il comparto audiovisivo è, come facile aspettarsi, a livelli inenarrabili, Konami osa l’inosabile e implementa uno specifico chip nella cartuccia, il VRC 6 che conferisce speciale profondità e effetti sorround al suono di base. Ne esce fuori un capolavoro sinfonico considerato, ancora oggi, tra le migliori colonne sonore mai sentite su Famicom, trenta minuti di composizione intensissima scritta a otto mani da Yoshinori Sasaki, Jun Funahashi, Yukie Morimoto e Hidenori Maezawa. Indimenticabili alcuni scenari come le cascate d’acqua, incredibilmente realistiche o boss come Red Demon che fanno tremare tutto lo schermo con un solo salto. Un gioco epocale che consacra per sempre il mito di Castlevania e lo traghetta negli anni 90.

SECONDO POSTO: CASTLEVANIA: RONDO OF BLOOD (1993) NEC PC ENGINE
Introdotto da un simpatico filmato in stile anime, arriva nel 1993 quello che, a detta di molti esponenti della critica e del pubblico, è il miglior episodio classico della serie, Akumajou Dracula X: Chi no Rondo. Un gioco confinato per molti anni al solo territorio giapponese, che è stato rilasciato per i territori occidentali ben quattordici anni dopo grazie alla raccolta Castlevania the Dracula X Chronicles (2007) per PSP, che ripropone anche un remake dello stesso. Un’opera eccelsa, ma allo stesso tempo spietata e malvagia dentro, che dopo soli tre minuti di gioco presenta boss coriacei da sconfiggere con salti sincronizzati ed esecuzioni perfette. Momenti indimenticabili, come un enorme toro indemoniato ed invincibile che ci insegue senza sosta facendoci battere il cuore. Effetti ambientali ricercatissimi, come la piogga che batte sui vetri, per un’opera incredibilmente ispirata, letteralmente da giocare a tutti i costi. Da notare la genialità dell’alternanza dei protagonisti, che vede oltre al classico cacciatore di vampiri Richter Belmont e la sua dolce e bionda fidanzata impegnata in gran parte dell’avventura.

PRIMO POSTO: CASTLEVANIA: SIMPHONY OF THE NIGHT (1997) SONY PLAYSTATION
Dopo tre anni di permanenza sul mercato della prima PlayStation erano usciti nuovi episodi di praticamente tutti i nomi più importanti della storia dei videogiochi, ma mancava all’appello ancora proprio la saga vampiresca Konami. Per il debutto sul 32 bit di casa Sony la software house giapponese decide di fare le cose in grande e propone quello che, ancora oggi, è considerato da tutti il miglior episodio di Castlevania mai creato. Noi di RetroVillage compresi. Castlevania: Simphony of the Night (1997) viene sviluppato da KCET, lo studio situato a Tokyo che si occupa della serie, inizialmente in esclusiva assoluta per Sony. Il titolo propone una vera e propria avventura ibrida con elementi RPG che vedono il personaggio principale, Alucard, figlio di Dracula votato adesso al bene, diventare sempre più forte grazie all’accumulo di punti esperienza, aumento di livello e anche acquisizione di armi ed armature trovate durante la peregrinazione nel percorso o anche dopo aver sconfitto nemici e boss di fine livello. Gli stage del gioco non vengono del tutto abbandonati infatti, ma sono semplicemente incastonati nell’intera mappa, sempre rigiocabili e ripercorribili. Una trovata geniale che farà del gioco un esempio per tutti gli episodi bidimensionali successivi. Il comparto audiovisivo è ispirato come non mai e Michiru Yamane, la talentuosa musicista a capo del team sonoro, fa un lavoro eccezionale, con sinfonie ispiratissime, ancora oggi considerate tra i brani migliori scritti per la saga. Il gioco offre anche un doppiaggio di buona fattura, per quei pochi dialoghi che lo prevedono. Le parole di Dracula ad inizio opera “What is a man, a miserable little pile of secrets.” sono rimaste nell’immaginario collettivo di molti. Ogni singolo particolare del gioco raggiunge la perfezione, un titolo longevo, perfettamente calibrato, ricco di trovate audiovisive intriganti e una sorpresa nel finale che, all’epoca, fece scalpore. Finendo il gioco è infatti possibile rigiocare l’intera avventura col castello capovolto! Visto il successo epocale sui lidi Sony, un anno dopo, nel 1998, Konami rilascia un’ottima conversione per Sega Saturn, con alcuni contenuti inediti.
“What is a man, a miserable little pile of secrets.”
(DRACULA)
Di seguito un video dedicato a Castlevania: Simphony of the Night: