Dungeons, Dragons & Multiplayer: la leggenda di Gauntlet

1985 – Gauntlet nacque da una costola di Dandy, titolo legato al genere dungeon crawl originariamente sviluppato da John Howard Palevich e distribuito da Atari a partire dal 1983 in formato Atari 8-Bit.

Dandy (1983, Atari 8-Bit) progenitore diretto di Gauntlet. Il gioco venne ridistribuito da Atari nel 1988 in formati VCS, 7800 ed XE col nome di Dark Chambers. In quest’edizione esso prevedeva soltanto il supporto di multiplayer per 2 giocatori.

L’innovativa soluzione concettuale che prevedeva il supporto di un modulo multiplayer su schema top-view, come d’altronde le rispettive sfumature fantasy, furono difatti introdotte proprio da quest’ultimo, salvo poi essere perfezionate da Ed Logg in un secondo momento, su esplicita richiesta di vertici aziendali determinati a testare detto format anche in ambito Arcade.

Inizialmente il gioco avrebbe dovuto chiamarsi Dungeons. Il titolo venne cambiato in Gauntlet nell’aprile del 1985 a poche settimane dal debutto ufficiale. A quanto pare, Ed Logg aveva scoperto che il termine Dungeons era stato già utilizzato in un altro videogame.

Onde assicurarsi un debutto di grande impatto, Atari si adoperò molto per abbinare al novello Gauntlet un cabinato che potesse esaltare le sue singolari caratteristiche: non è in tal senso difficile immaginare l’entusiasmo riservato dai gamer dell’epoca a quello che sarebbe presto passato alla storia come il primo coin operator ad ospitare ben quattro postazioni joystick con relative pulsantiere.

La possente pulsantiera dello speciale cabinato di Gauntlet dedicato al multiplayer: 4 differenti postazioni per un’esperienza di gioco rivoluzionaria.

Malgrado l’opportunità di condividere l’esperienza assieme a tanti compagni bastasse già da sola a rendere Gauntlet un must i suoi meriti andavano chiaramente oltre questa premessa, per estendersi innanzitutto alle poliedriche sfaccettature di un gameplay in grado di assecondare stili di gioco differenti.

Gauntlet venne convertito su gran parte degli home system della sua epoca, tra cui Apple II, C64, Amstrad CPC, Spectrum ZX, Atari 8-Bit, Atari ST ed MSX. Nel 1990, con 5 anni di ritardo sulla tabella di marcia sarebbe arrivato anche il porting destinato al Sega Master System.

Rifacendosi alle classi specializzazione contemplate da giochi di ruolo cartacei come Dungeons & Dragons, Logg avrebbe fatto in modo che ognuno dei personaggi selezionabili presentasse caratteristiche e abilità uniche così da assecondare le esigenze di ogni gamer e conferire un insolito spessore tattico all’azione su schermo.

Thor rappresentava la scelta obbligata per chiunque volesse provare l’ebrezza del combattimento di prima linea; l’elfo Questor era il personaggio perfetto per i “cecchini” delle retrovie; Thyra rappresentava l’ideale punto di incontro tra i due e il vegliardo Merlin una vera garanzia sulle lunghe distanza.

Al contrario di quanto si potrebbe magari pensare ad un primo sguardo, Gauntlet non si limitava dunque a costituire una mera variante fantasy dei comuni shoot ‘em up, ma incarnava un concept che ai tempi poteva senz’altro essere definito alla stregua di unicum.

Il colossale cabinato di Gauntlet così come appariva su un manifesto promozionale diffuso da Atari nel 1985.

Ulteriormente impreziosita da elementi altrettanto inusuali quali lo straordinario numero di nemici contemporaneamente presenti in scena e la voce di un narratore volta a dispensare preziosi suggerimenti strategici, la “Gauntlet Experience” impiegò un intervallo di tempo brevissimo per trasformarsi in una vera e propria mania.

Ed Logg, creatore di Gauntlet, è stato anche artefice di classici come Super Breakout e co-autore di pietre miliari senza tempo come Asteroids, Centipede e Millipede.

Alla luce dei numeri macinati tra il 1985 e l’anno successivo, non sorprende di certo costatare che esso figuri ancora oggi tra i più grandi blockbuster della storia videoludica. Al netto di limitazioni tecniche palesi, il capolavoro di Ed Logg è peraltro invecchiato benone, tanto da risultare tuttora efficace e divertente.

Un classico del calibro di Gauntlet non poteva di certo restare un acuto isolato. Già a partire dal 1986, la stessa Atari gli avrebbe  dedicato un corposo sequel, volto ad espanderne la struttura portante. Con l’arrivo degli anni ’90, il franchise sarebbe dunque tornato alla ribalta in sella ad iterazioni non esattamente imperdibili..

Per certi versi, si potrebbe addirittura affermare che il suo multiplayer rimanga ancora oggi più additivo di quello proposto da svariati kolossal contemporanei e questa è davvero una notizia, se si considera che stiamo pur sempre parlando di un codice che ha ben 33 anni sul groppone!

Nato e cresciuto sulle pagine di Game Republic dove ha diretto per generazioni la sezione Time Warp, Gianpaolo Iglio ama il retrogaming e lo considera una seconda vita. O una seconda amante. Ha scritto un libro sulle avventure Sierra e insegna Game Journalism e Storia del Videogame alla VIGAMUS Academy con Metalmark.