The Blackout Club, un horror cooperativo dagli autori di Bioshock e Dishonored

Question, un neonato team indipendente dall’ottimo pedigree, dato che annovera fra i propri ranghi il direttore creativo nonché sceneggiatore di Bioshock 2, il responsabile del gameplay di Disonhored e l’effettista di Bioshock Infinite, ha appena annunciato il suo titolo d’esordio: trattasi di The Blackout Club, avventura dalle atmosfere angoscianti in prima persona giocabile in co-op e ambientata in una tranquilla cittadina della provincia americana, fra le cui viscere si annida uno spaventoso segreto.

I personaggi principali, tutti adolescenti del posto, hanno infatti sperimentato occasionali perdite di conoscenza, e si sono risvegliati poi in luoghi che non ricordavano di aver mai raggiunto senza alcuna memoria di quel che avevano fatto nel frattempo. Quando un loro amico scompare nel nulla e né gli adulti né le autorità prestano loro attenzione, decidono di organizzare una serie di ronde notturne per fare chiarezza sulla faccenda e scoprono un culto clandestino dalle incomprensibili finalità. Scopo di ciascuna missione sarà dunque raccogliere quanti più indizi possibile relativi alla loggia senza farsi scoprire dai membri di quest’ultima, che inizieranno ben presto a darci attivamente la caccia.

L’avatar del giocatore può essere personalizzato sia a livello estetico che in termini di attrezzatura utile a sopravvivere, perché i pericoli che si annidano fra le case del vicinato al calar del sole richiedono una buona dose di intelligenza, abilità e improvvisazione per essere superati. Al termine del turno di guardia, i ragazzini tornano al quartier generale e possono investire l’esperienza raccolta affinando le proprie capacità o migliorando l’equipaggiamento.

L’uscita di The Blackout Club è prevista entro i primi mesi del 2019 per PC, PlayStation 4 e Xbox One.

Gioca da quando ha messo per la prima volta gli occhi sul suo Commodore 64 e da allora fa poco altro, nonostante porti avanti un lavoro di facciata per procurarsi il cibo. Per lui i giochi si dividono in due grandi categorie: belli e brutti. Prima che iniziasse a sfogliare le riviste del settore erano tutti belli, in realtà, poi gli è stato insegnato che non poteva divertirsi anche con certe ciofeche invereconde. A quel punto, ha smesso di leggere.