Conversioni a Confronto – Barbarian

1987 – Ideato da Steve Brown e Stanley Schembri col chiaro intento di celebrare il mito di Conan il Barbaro e, con esso, i classici dell’intero pantheon letterario Sword & Sorcery, Barbarian viene generalmente inquadrato come il padre formale dei picchiaduro all’arma bianca, di cui i successivi Samurai ShodownThe Last BladeSoul Edge e Soul Calibur restano gli esponenti più noti.

Passata alla storia per motivi alquanto evidenti, la cover di Barbarian immortalava la procace Maria Whittaker ai piedi di un non meglio identificato energumeno. Un quadretto figlio ad un’epoca ben diversa…

Forte di un comparto grafico di grande impatto, in cui sprite di dimensioni ingenti, animazioni quanto mai efficaci e scenari assai evocativi la facevano da padrone, il gioco sarebbe passato agli annali per lo spessore tattico del sistema di combattimento e l’elevato coefficiente di violenza proprio di scontri suscettibili ad improvvise instant kill legate alla decapitazione dell’avversario.

Nata in Inghilterra nel 1969, Maria Whittaker divenne famosa come “ragazza della terza pagina” sul quotidiano The Sun, salvo poi apparire in alcuni episodi del Benny Hill Show.

Conosciuto negli USA col nome di Death Sword, Barbarian conquistò al successo di massa in virtù della sua leggendaria edizione C64, salvo poi approdare su tutti i Personal Computer dell’epoca grazie ad operazioni di porting generalmente valide. In barba a quell’aura da Cult-Game che gli favorì nel tempo un legittimo posto tra i videogame più amati degli eighties, il capolavoro della Palace Software rimase curiosamente orfano di una trasposizione destinata al settore console.

VERSIONE C64 (1987)

Lo stage della Sala del Trono rimandava più o meno direttamente alla gilda del celebre Jabba The Hutt di Star Wars, con la seducente Principessa Marina nell’ideale ruolo di Leia.

Caratterizzata da ritmi di gioco elevati e un feedback dei comandi alquanto reattivo, la versione C64 di Barbarian non avrà sfoggiato gli sprite più definiti del lotto, né tanto meno la pienezza di background propria delle rispettive conversioni a 16Bit, ma rimane senz’altro quella più convincente sotto il profilo del gameplay. Ad impreziosire un’opera di programmazione complessivamente encomiabile, l’epica colonna sonora firmata da Richard Joseph, la cui edizione completa sarebbe stata esclusivo appannaggio della macchina Commodore.

VERSIONE  AMSTRAD CPC (1987)

L’energia residua dei barbari era costituita dalle sei sfere rosse distribuite ai margini della videata di gioco. Ad ogni colpo inferto il serpente alle spalle del combattente ferito ne avrebbe rosicchiato metà.

Una palette cromatica più ricca di quella proposta in ambito C64 garantiva alla versione Amstrad CPC un impatto scenico probabilmente maggiore, cui non seguirono tuttavia migliorie tecniche o concettuali di alcun tipo. La riuscita del porting risultò anzi compromessa da un impianto sonoro assai scadente, reo di mortificare l’atmosfera degli scontri con FX tanto inadeguati da risultare persino buffi.

VERSIONE SPECTRUM ZX  (1987)

Gli sprite dei lottatori vantavano un numero notevole di frame di animazione che rendeva i rispettivi movimenti decisamente credibili.

Eccezion fatta per le acide cromie alla base del comparto visivo e le inevitabili limitazioni legate all’impianto sonoro, la versione Spectrum ZX presentava una pulizia grafica in grado di offuscare la prestazione offerta in tal senso da tutti gli altri sistemi della sfera 8Bit. All’armoniosità di sprite modellati con estrema cura andavano peraltro sposandosi animazioni altrettanto convincenti, grazie alle quali gli scontri apparivano quanto mai dinamici.

VERSIONE  ATARI 8BIT  (1992)

I vari scenari di sfondo ai combattimenti avrebbero in questo caso alternato tonalità blu notte a più vivide cromie verdastre.

Curata dal team polacco composto da Piotr Pazdzierkiewizc, Piotr Posiadlo e Jakub Husak, la conversione Atari 8Bit di Barbarian approdò sul mercato a ben 5 anni di distanza dalla release originale, presentando un comparto grafico alterato dalla fastidiosa alternanza di monocromie verdi e bluastre. Appesantito da sprite grossolani e animazioni particolarmente rigide, il gameplay accusava, tra l’altro, le conseguenze di un frame-rate tanto balbettante da rovinare l’intera esperienza di gioco.

VERSIONE PC IBM (1988)

“Decapitatelooo” – Instant Kill da maestro, evidentemente inquadrabile come il primo colpo andato a segno durante lo scontro.

Graficamente competitiva se rapportata alle prestazioni profuse dai principali sistemi ad 8Bit la versione DOS di Barbarian pagava dazio ad una generale lentezza che si traduceva in scontri meno dinamici e coinvolgenti. A sottrarre ulteriore appeal al porting l’adozione di cromie piuttosto scialbe a causa delle quali gli scenari avrebbero perso buona parte del loro fascino.

VERSIONE APPLE II (1988)

Curiosa e non esattamente azzeccata l’idea di sostituire il classico pavimento in pietra visto nelle altre versioni del gioco con questa sbilenca scacchiera.

Ad uno sguardo superficiale, l’edizione Apple II poteva essere facilmente confusa con quella C64, il che testimonia senz’altro la qualità del lavoro svolto dai responsabili di questo porting. Sebbene la macchina Commodore avrebbe assicurato una maggiore solidità del gamplay e una prestazione tecnica comunque più incisiva, la conversione finì dunque per sorprendere persino i più scettici, consegnando alla storia una delle migliori prestazioni mai profuse dalla macchina di Jobs e Wozniak in questo delicato campo.

VERSIONE BBC MICRO / ACORN ELECTRON (1988)

Le versioni destinate a BBC Micro ed Acorn Electron risultavano essere probabilmente le peggiori dell’intero lotto.

Pixel di grana grossa, spirte mortificati da una putrescente cromia violacea e la generale povertà della animazioni consegnavano agli utenti BBC Micro ed Acorn Electron un porting frettoloso e pasticciato. Vittima di un framerate isterico, il gameplay di supporto al tutto avrebbe inoltre perso ogni sfumatura tattica, finendo per ridurre gli scontri ad una confusa zuppa di collisioni approssimate ed esiti casuali.

VERSIONE  AMIGA / ATARI ST (1988)

Le versioni Amiga ed Atari ST erano senz’altro le più appariscenti, ma i ritmi di gioco risultavano sensibilmente inferiori rispetto alla versione C64.

L’impianto strutturale di Barbarian trasse logicamente grossi benefici dalle risorse tecniche in forza ai sistemi a 16Bit. Impreziosite dal supporto di FX campionati direttamente dal film Yado (1985, Richard Fleischer), le versioni Amiga e ST si distinguevano per pulizia grafica, ricchezza degli scenari e armoniosità delle animazioni, con la macchina Commodore in leggero vantaggio sulla controparte Atari. Ad offuscare, sebbene in minima parte, i pregevoli risultati ottenuti sotto il profilo estetico sarebbe purtroppo intervenuto un fastidioso delay dei comandi che, in presenza degli avversari più ostici, poteva andare ad inficiare sull’efficacia generale del gameplay.

Nato e cresciuto sulle pagine di Game Republic dove ha diretto per generazioni la sezione Time Warp, Gianpaolo Iglio ama il retrogaming e lo considera una seconda vita. O una seconda amante. Ha scritto un libro sulle avventure Sierra e insegna Game Journalism e Storia del Videogame alla VIGAMUS Academy con Metalmark.