Baldur’s Gate III Provato: un d20 ci seppellirà tutti

Baldur’s Gate III

Era il lontano 2002, la radio passava Alex Britti, Madonna e gli 883 che erano lì lì per sciogliersi. La primavera aveva appena iniziato a riscaldare con qualche timido raggio di sole i freddi pomeriggi passati sui compiti di matematica. Ero alle medie quando, a casa del mio migliore amico, scoprii Baldur’s Gate II. Lui giocava e io prevalentemente guardavo e basta, troppo impaurita dalle tattiche di gioco che mi facevano sentire una novellina. Ora sono cresciuta ma la situazione è rimasta pressoché la stessa e, malgrado non sia molto brava, adoro giocare con il mio compagno che è un vero hardcore gamer. Da quando è stata annunciata l’uscita di Baldur’s Gate III, nuovo titolo sviluppato da Larian Studios ho visto il suo vecchio spirito da gamer anni ’90 cresciuto a pane, GDR e Offspring avere più che un sussulto. La chiamata alle armi, l’idea di tornare a calcare la Costa della Spada a quasi 20 anni di distanza dall’ultimo capitolo di questa storica saga, non poteva essere ignorata, e credo che questo sia stato il pensiero comune di buona parte dei giocatori della nostra età, cresciuti durante il periodo d’oro di questa serie. Quando mi è stata data la possibilità di provare la versione in Early Access del gioco, ho pensato potesse essere il momento più opportuno per unire la mia competenza teorica da giornalista videoludica con la sua abilità di giocatore, per creare la recensione migliore che potrete trovare nelle testate italiane (dite che un po’ troppo? Beh giudicate voi stessi!). Abbiamo quindi provato per voi la versione con accesso anticipato di Baldur’s Gate III, con circa 20 ore di gioco, più che sufficienti per darci comunque una precisa idea della direzione presa dai ragazzi di Larian Studios per far tornare questo titolo ai fasti di un tempo.

Baldur's Gate IIIBaldur’s Gate III: nuova epoca vecchi rancori

Diverso tempo è trascorso da quando l’arcidiavolessa Zariel, vero e proprio Deus Ex-Machina dietro i cataclismi in tutta Faerun, ha quasi fatto sprofondare Baldur’s Gate negli abissi dei Nove Inferi. Gli abitanti dei Reami Dimenticati però non hanno goduto a lungo di quella pace ottenuta con sangue e spada. Il mondo che ci viene consegnato, a circa 200 anni di distanza dalle gesta dei due precedenti capitoli, è uno scenario apocalittico e pieno di pericoli, dove tra banditi, occultisti e mostri del sottosuolo, sembra non esista più un solo luogo sicuro.
In realtà, quando è uscito l’annuncio di questo titolo, speravamo in una naturale continuazione del ciclo della Progenie di Bhaal, mentre i fatti narrati da questo titolo sono spostati in avanti di moltissimi anni. L’idea dietro questa scelta è probabilmente permettere ad un nuovo giocatore di avvicinarsi a Baldur’s Gate III senza dover necessariamente recuperare due titoli di quasi 20 anni fa, ma sicuramente riascoltare un “Mira agli occhi Boo!” avrebbe provocato in tutti i giocatori un sussulto simile a quello dell’apparizione per pochi istanti di Darth Fener in Rogue One: A Star Wars Story. Forse, tanto in questo gioco come per il film, non aggiungerebbe poi molto alla trama, ma sarebbe bellissimo. Probabilmente verremo smentiti nella versione completa, ma speriamo che con l’ulteriore sviluppo del titolo non mancheranno rimandi alla storia di Minsc, Imoen e gli altri.

La narrazione iniziale, molto lunga ma mai noiosa ed estremamente curata graficamente, in prima battuta ci porta all’interno di un’enorme nautiloide Ilithid dove siamo oggetto, insieme ad altri sventurati, degli esperimenti di alcuni Mind Flayers. Questi esseri demoniaci stanno infettando i malcapitati con dei parassiti, innestati attraverso i bulbi oculari, che porteranno la cavia ad essere trasformato in uno dei suoi rapitori. Già dalle battute iniziali possiamo notare come la narrazione di Baldur’s Gate abbia mantenuto la linea dei precedenti titoli con toni cupi, oscuri, ed una storia cruda e diretta. L’orrenda nave Ilithid viene attaccata da un gruppo di Githyanki, nemici giurati dei Mind Flayers, a cavallo di draghi volanti, che diventano involontariamente i nostri salvatori. Prima di continuare a parlare del gioco è giusto spendere qualche parola sulla creazione del personaggio, che non è stato fatto a priori, ma è successivo alla prima clip animata…

Baldur's Gate 3

… Who are you?

Successiva alla demoniaca domanda del Mind Flyer è la schermata dell’editor del personaggio. Gli sviluppatori hanno optato per una fedele trasposizione del manuale Dungeons and Dragons quinta edizione. Anche per i ruolisti meno esperti e addentro in questo mondo, però, non risulterà complicato capire le meccaniche base della creazione del personaggio, anche se la spiccata componente GDR e statistica del titolo fa diventare di estrema importanza elementi come vantaggi, svantaggi, bonus competenza etc., capaci di influenzare gran parte del gioco. Dovremo stare quindi molto attenti in fase di creazione per non trovarci a dover effettuare tiri troppo difficoltosi. L’editor, anche dall’early access, risulta comunque molto ben sviluppato e articolato per permetterci di plasmare al meglio il nostro avatar.
In questa versione di prova di Baldur’s Gate III non ci è permesso selezionare uno dei 5 Origin Character già creati, ma saremo chiamati a crearne uno da zero. La scelta potrà essere effettuata tra 8 razze e 6 classi differenti. Qui possiamo notare la prima increspatura che certamente verrà ampliata con il gioco completo: se, per quanto riguarda le razze, Larian Studios si è adoperata per mettere a disposizione tutte le razze più comuni e giocate (Umani, Nani, Elfi, Drow etc.), per quanto riguarda le classi non è possibile non notare alcune assenze importanti, come ad esempio la classe del Paladino. Considerato che è solo un Early Access però, siamo certi che quanto detto non varrà per la versione completa del gioco.

Baldur's Gate 3
Altra cosa che salta subito all’occhio con questo primo assaggio di Baldur’s Gate III, e a primo impatto potrebbe suonare come una mancanza, non vi è traccia della scelta dell’allineamento. Se infatti questa sezione è sempre stata presente, e spesso di estrema importanza, in tutti i capitoli della saga, qui non figura in nessuna sezione. Per questo nuovo capitolo lo studio di sviluppo ha preferito optare per un sistema di gioco dove saranno le scelte in game a determinare il nostro allineamento, senza imporre vincoli stringenti o condizionanti a priori della condotta del giocatore, che avrebbero limitato la libertà di azione all’interno del vasto mondo creato. Questa scelta però ha portato a discostarsi leggermente dal manuale D&D per quanto concerne i Punti Ispirazione. Per chi non lo sapesse, sono dei punti jolly che il Master assegna a proprio piacimento ogni qual volta il giocatore si dimostra estremamente fedele al proprio allineamento, e possono essere usati a proprio piacimento in situazioni estremamente difficoltose. Questi punti non sono stati eliminati, ma semplicemente saranno assegnati al compimento di determinate azioni in-game.

L’editor risulta ad ogni modo molto ben strutturato e variegato, capace di offrire un dettaglio di volti, capigliature e personalizzazione davvero niente male. Non è possibile per ora modificare ogni parte dei lineamenti del nostro avatar, ma i volti presentano grande varietà e diversificazione. Non un editor da rimanere a bocca aperta, ma senza dubbio si difende molto bene. Ricordiamoci che è un Early Access, e che probabilmente verrà ampliato e migliorato prima dell’uscita definitiva del gioco. Nel momento di massima emozione, ormai pronti per cominciare, veniamo però sorpresi dalla richiesta di creazione di un secondo misterioso personaggio. Non vogliamo svelare nulla, ma vi lasciamo con un avviso: (leggete le prossime parole immaginando la voce di un oracolo o di un veggente) non createlo in maniera casuale e sbrigativa, potrebbe essere più importante di ciò che crediate.

Baldur's Gate 3

La dura legge del dado

Arriva finalmente il nostro turno. Dobbiamo scappare dalla nave Ilithid in fiamme. Il ricordo della fuga dalla prigione di Irenicus di Baldur’s Gate II risuona come lontano deja-vu della situazione di partenza, ma è un parallelismo che forse vedrà solamente chi è rimasto affezionato ai vecchi capitoli. La fase iniziale di gioco non è complicata ed è, ovviamente, pensata per far prendere dimestichezza ad un nuovo giocatore con la grande varietà di azioni possibili. Il tutorial, d’altro canto, risulta essere molto scarno e minimale, e speriamo che verrà ampliato e migliorato con l’uscita definitiva del gioco. Dopo un piccolo settaggio dei comandi (decisamente scomodo il comando impostato di default della rotazione della telecamera attraverso il click della rotella centrale) siamo pronti per ricominciare.

Baldur's Gate 3
Il gioco, come in perfetta tradizione D&D, rimette quasi tutto all’ineluttabile sentenza matematica di un d20 in una, per quanto possibile, fedele trasposizione del cartaceo. Quasi da subito saremo infatti chiamati ad azioni che richiederanno un tiro di dado per determinarne l’esito, e per molti tiri che verranno esplicitamente richiesti, altrettanti saranno “invisibili”, ma avranno esiti concreti in-game, come il nostro accorgerci delle menzogne dette da un compagno. Larian ha fatto un lavoro enorme e, dobbiamo ammetterlo, notevole, per trasporre in digitale e bilanciare una modalità di combattimento e interazione cartacea. L’arma a doppio taglio, però, sta nel pericolo di rendere il gioco troppo difficile o macchinoso in alcuni punti. I tiri salvezza presenti nel gioco aggiungono una enorme porzione di imprevedibilità e di plot twist, ma calcolarli male può inserire una buona dose di frustrazione notevole nel giocatore, data dalla difficoltà dello scontro o dall’esito positivo o negativo di un’azione. Se sfruttata bene, ad ogni modo, questa peculiarità potrebbe portare ad una rigiocabilità del titolo impressionante. Il gioco, infatti, presenta un dedalo di percorsi alternativi nella trama, praticabili tramite le nostre scelte e, più spesso, tramite l’integralismo matematico e al tempo stesso casuale del nostro d20. Nei combattimenti, scanditi da turni di stampo ruolistico, si nota un equilibrio notevole tra le meccaniche chiave del D&D cartaceo e la dinamica richiesta da un gioco digitale. Ogni combattimento si apre con un tiro iniziativa che determina l’ordine di azione. Successivamente, arrivato il nostro turno, ogni personaggio avrà a disposizione un punto spendibile nell’azione principale (attacco corpo a corpo, attacco a distanza, incantesimo), ed uno spendibile in azioni bonus (pozioni, fuga etc).

Il d20 continuerà a regnare sovrano, al netto delle variabili statistiche date da noi in maniera preventiva al nostro personaggio, e di quelle date dall’equipaggiamento in nostro possesso, ma più che il fattore casualità negli scontri, altrettanto conterà la nostra pianificazione. Per non rendere il combattimento eccessivamente macchinoso e lento, come detto, i tiri di attacco, movimento etc. verranno effettuati in automatico “dietro le quinte”, sebbene, per i “fondamentalisti” della statistica, sarà possibile accedere a un log dove sarà possibile vedere l’esito di ogni singolo tiro. Le interazioni elementali sono un altro punto forte del combattimento, come le pozze d’acqua da elettrificare o le superfici oleose pronte a trasformarsi in rogo alla prima scintilla. L’intuito sarà un prezioso alleato, perciò prestate sempre attenzione all’ambiente che vi circonda! Il combat system è notevole, mischiando in maniera egregia casualità e intuito. Oltre a poter usare determinati oggetti dell’ambiente circostante a nostro vantaggio, infatti, dovremo calcolare bene l’uso di magie o attacchi molto potenti (slot giornalieri), o usare le caratteristiche di movimento e interazione fisica in maniera meno “ortodossa” (lasciamo a voi scoprire come). Tutto questo per sottolineare il grandissimo lavoro fatto dalla casa di produzione per mescolare in maniera egregia intelligenza del giocatore e fattore probabilistico.

Baldur's Gate III

L’importanza del libero arbitrio

In perfetto stile Baldur poi, la nostra avventura ci metterà di fronte a bivi morali ed etici dall’esito incerto, dove sarà la nostra coscienza, unita al tiro di dado, l’unico giudice e l’unica limitazione alla nostra libertà di azione. Qui possiamo finalmente comprendere a pieno la decisione insolita di non inserire la scelta dell’allineamento del personaggio in maniera preventiva. La libertà di azione è un punto forte di Baldur’s Gate III, ed inquadrare un allineamento in maniera preventiva, seppur discostandosi da quell’ortodossia ruolistica che forse farà storcere il naso ai più integralisti, può rappresentare una soluzione vincente. Scelta coraggiosa che, secondo noi, ripaga in termini di libertà in-game. Le interazioni tra i personaggi poi sono una vera chicca. Ogni personaggio è caratterizzato in maniera profonda e articolata, come del resto è sempre stato per questi titoli, e varrebbe la pena utilizzare le soste, necessarie per recuperare le abilità e i punti vita dei nostri eroi, anche solo per gustarsi le interazioni tra di loro o con il vostro personaggio. La struttura poliedrica di Baldur’s Gate III poi farà si che, oltre alle vostre azioni, ci saranno moltissimi altri fattori che potranno determinare le vostre azioni e interazioni con i compagni, a cominciare, ad esempio, dalla scelta della vostra razza. Non spoileriamo nulla, provate. Ad ogni modo ricordate bene che qualsiasi scelta, anche minima, potrebbe innescare una serie di eventi significativi e cambiare radicalmente la storia. Il lavoro fatto per differenziare l’andamento delle storyline e innescare eventi inaspettati da una semplice scelta risulta eccelso.

Ultimo, ma non ultimo, un plauso è dovuto alla sezione sonora. Maestosa, imponente, oscura al punto giusto, una cornice perfetta per questo titolo, coadiuvato da un doppiaggio altrettanto notevole che permette un’immedesimazione ancora più coinvolgente. Unico neo che possiamo trovare è la mancanza della lingua italiana. Io conosco bene l’inglese ed ho sempre preferito giocare i titoli in lingua originale per capirli nella loro vera forma, ma capisco che potrebbe risultare una limitazione per chi parli solo italiano. Stando alla storia passata di Baldur’s Gate però, quasi sicuramente arriveranno in futuro le trasposizioni in altre lingue.

Nel complesso queste prime 20 ore di gioco sono estremamente promettenti. La casa belga ha colto in pieno l’essenza del titolo, strizzando l’occhio alla gloriosa storia che il nome Baldur’s Gate porta sulle spalle. Il comparto grafico, forte di un Divinity Engine 4.0 tirato a lucido, è davvero considerevole, e ci offre scorci di primissimo ordine, coadiuvati da un sistema di luci ed ombre dello stesso livello. Chiudiamo, per ora, un occhio su qualche shader grossolano, problemi sullo streaming degli asset (spesso hanno bisogno di qualche secondo in più per comparire sullo schermo), texture a volte sgranate o bug. È un Early Access, e questa definizione calza a pennello. A favore possiamo dire che, in quasi 20 ore di gioco, non ci siamo mai imbattuti in consistenti cali di frame rate, ma è innegabile che Larian Studios abbia ancora del lavoro da fare per correggere diverse imperfezioni.

In conclusione, anche se probabilmente Baldur’s Gate III non sarà uno di quei giochi che setterà un nuovo standard nell’universo videoludico, posso dire tranquillamente che, al netto delle sbavature grafiche presenti, e giudicando unicamente le premesse (20 ore di gioco contro le circa 60 annunciate del gioco completo), ci troviamo di fronte ad una delle uscite più promettenti in ambito GDR da diversi anni a questa parte. Staremo a vedere!

 

La passione per la scrittura e il fantasy nascono prestissimo, ma l’incontro con i videogiochi arriva di soppiatto a casa dei compagni di scuola con Mario Kart, Age of Empires e The Sims. La sua formazione è prevalentemente letteraria ma l’incontro fortuito con Marco Accordi Rickards al Vigamus le ha permesso finalmente di ritrovare il suo lato giocoso e di divertirsi lavorando.