Ormai lo sapete già: da qualche giorno God of War Ragnarok è già nelle nostre mani! Ci vorrà ancora un bel po’ di tempo però prima che la nostra recensione appaia sulla bacheca principale di GamesVillage (promemoria: 3 novembre alle 17:00, segnate la data), ma dopo qualche ora di viaggio insieme a Kratos, Atreus e Mimir possiamo già offrirvi le nostre prime impressioni su quella che ad oggi sembra essere un’avventura monumentale che ha tutte le carte in regola per restare impressa nelle menti e nei cuori dei videogiocatori per lungo tempo. Dopotutto, lo abbiamo atteso per molti anni e già dopo pochi minuti di gioco possiamo affermare che ogni singolo secondo d’attesa troverà la sua ricompensa.
In questo nostro Provato (legato esclusivamente a preliminari prime impressioni che abbiamo avuto e di cui possiamo parlare) dovremo tenere la nostra bocca più cucita che mai e onoreremo la parola data. Non troverete né spoiler sulle fasi iniziali del titolo di Sony Santa Monica Studio (aiutato da altri team per realizzare questo colossal), né in quali luoghi verranno condotti padre, figlio e testa, né tantomeno chi incontreranno. Ma lasciateci dire una cosa: gli avvenimenti preliminari del gioco ci hanno subito fatto capire che più andremo avanti con la storia, maggiore sarà il diametro della nostra bocca ogni volta che si spalancherà!
God of War Ragnarok: il Fimbulvinter è arrivato!
Così come è avvenuto tra The Last of Us e The Last of Us Part II, anche in God of War Ragnarok bisognerà fare i conti con le scelte compiute nel precedente capitolo. Ogni azione porta sempre ad una reazione, ma se Joel alla fine ha fatto “solo” arrabbiare una ragazzina (non tanto indifesa però), qui le cose si complicano, e di molto! Come tutti ben saprete, con la morte di Baldur, fratello di Thor e quindi figlio di Odino, Kratos e Atreus hanno anticipato l’arrivo del Fimbulvinter, l’inverno norreno che dura ben 3 estati e pre-annuncia l’avvento del Ragnarok, una serie di eventi e calamità cui culmine è secondo la mitologia norrena la morte di diverse divinità nordiche. Fimbulvinter che nel gioco è stato riprodotto magnificamente, con una mozzafiatante Midgar sommersa dalla neve e dal gelo e con Kratos e Atreus che nonostante ciò, e, a conoscenza di quello che sta accadendo intorno a loro, continuano a vivere la loro vita padre-figlio tra allenamenti e premonizioni.
Ed è proprio il Fimbulwinter che ci dà la possibilità di spalancare gli occhi sul significativo passo in avanti fatto da Santa Monica Studio in termini di qualità grafica. La cura nei dettagli è sotto gli occhi di tutti, sia per quanto riguarda la ricreazione delle location che faranno da sfondo durante il nostro viaggio, sia quando si parla del design dei personaggi, con Kratos e Atreus che ovviamente spiccano su tutti. L’ex-Dio della Guerra è sempre in forma, con muscoli e lineamenti facciali ben definiti, la sua iconica folta barba e qualche ruga in più sul viso (l’età avanza per tutti). L’adolescente Atreus invece, più alto e con un viso più maturo, sfoggia una capigliatura leggermente differente e un fisico più pronunciato, ma ancora esile e minuto in confronto al possente padre. A differenza del primo capitolo però, il ragazzo dimostra più sicurezza in sé, tanto da aver ottenuto, almeno all’inizio, la fiducia da parte del padre, cosa che si evince anche dal fatto che ormai non viene più chiamato “ragazzo”, ma per nome. Sono soddisfazioni! Fimbulvinter e Ragnarok non faranno altro che spingere Atreus a voler sapere di più non solo sulle sue origini, ma anche del suo destino come Loki, nome datogli dalla defunta madre. Tra i due, sarà proprio Atreus a voler fermare l’avvento del Ragnarok, a differenza di Kratos che dopo anni di stermini di divinità parrebbe aver trovato un po’ di mansuetudine… ma a chi vuoi darla a bere Kratos!
More of the same? No, miglioramenti!
La nuova produzione di Sony Santa Monica Studio, fin dai primi trailer e gameplay, ha dato la sensazione di essere un semplice “more of the same” del suo predecessore, God of War. Un effetto avuto anche toccando con mano Horizon Forbidden West, che proprio come Ragnarok propone quasi per intero le stesse meccaniche, con qualche novità volta a rinfrescare il gameplay. Beh, questo è il “more of the same” che a noi piace, perché possiamo assicurarvi che pad alla mano God of War Ragnarok non deluderà proprio nessuno. Come è giusto che sia, le meccaniche di base del gioco non sono cambiate per nulla: Ragnarok si presenta come un action-RPG che però racchiude in sé lo spirito dei primi 3 capitoli della serie, con battaglie frenetiche che ricordano i bei vecchi tempi votati all’hack and slash selvaggio. Kratos può utilizzare quasi fin da subito entrambe le sue armi, ossia la gelida ascia Leviatano, in grado di essere scagliata contro i nemici o gli oggetti e di tornare dal suo padrone proprio come Mjolnir di Thor, e le inseparabili Lame del Caos, capaci di incendiare tutto quello che toccano. A fare la differenza con God of War però è l’hardware di PlayStation 5, che non impatta solo sulla qualità grafica del gioco, ma anche sulle prestazioni. Dare mazzate con Kratos a 60 frame al secondo più granitici che mai rappresenta una vera e propria goduria, con l’azione che diventa più frenetica e coinvolgente. Al padre come sempre, in battaglia si aggiunge il figlio Atreus, a cui gli sviluppatori anche questa volta hanno dedicato sul controller il solo tasto QUADRATO (per adesso), cui pressione permette di fargli colpire bersagli a nostro piacimento. Ovviamente, grazie alla rinnovata IA dei personaggi, Atreus in battaglia dà il meglio di sé anche di sua volontà, aiutandoci ad abbattere i nemici, bloccandoli, stordendoli e avvisandoci dei movimenti avversari. Anche Mimir, cui lingua è diventata ancor più sciolta, si dà da fare in battaglia nonostante sia soltanto una testa.
Tra le novità più rilevanti però troviamo una propensione al potenziamento delle abilità di Kratos e Atreus più diretta e immediata e non confusionaria come in passato, così come anche la gestione degli equipaggiamenti dell’ex-Dio risulta essere migliorata, non spaesando il giocatori con un menu più semplice, immediato e intuitivo. Grossa novità al momento riguarda l’introduzione di più tipologie di scudi, ognuno con le proprie abilità sia difensive che… offensive. Gli scudi in cui siamo incappati fino a questo momento offrono diverse garanzie, tra contrattacchi letali e una difesa impenetrabile. Questo offre sicuramente maggior consistenza al gameplay, permettendoci di affrontare i combattimenti avendo a disposizione più opzioni. Combattimento che assume contorni più action grazie alla possibilità di sfruttare l’ambiente circostante a proprio vantaggio. Quando ci sarà possibile infatti, tra le armi di fortuna potrebbero capitarci tra le mani alberi, utilizzabili come un’enorme clava, e rocce scagliabili verso i nemici. Come dire: tutto fa brodo! Per tutte le altre meccaniche e novità, vi rinnoviamo l’invito ad attendere la nostra recensione… lì non avremo catene che terranno a freno i nostri polsi e la nostre mani!
God of War Ragnarok: un immenso mondo pieno di insidie, nemici… e fin troppi enigmi?
Né lineare, né open-world! Il nuovo corso di God of War è esattamente al centro di queste due tipologie di gameplay. Come ormai siamo ben abituati, le location che fanno da sfondo alle avventura dell’allegra (ma non tanto) brigata composta da Kratos, Atreus e Mimir sono un mix perfetto tra aree composte da corridoi e stanze (quindi lineari) e mondo più aperto ed esplorabile, in grado di offrire location nascoste piene zeppe di bottini e nemici opzionali da affrontare. I Favori, ossia le queste secondarie che i nostri accetteranno (o meno) di compiere ci porteranno in luoghi insidiosi, ma allo stesso tempo affascinanti. Sarebbe un vero peccato non scoprire ogni singola zona presente nella mappa, dato che gli sviluppatori hanno deciso di incentivare l’esplorazione con boss agguerriti e ricompense superiori rispetto al primo titolo della nuova saga. Ce ne siamo accorti non soltanto tramite i generosi drop, ma anche dai tanti scrigni sparsi nelle location secondarie affrontate fino a questo momento. Potevamo tirare dritti e seguire solo la trama principale, ma come ben sappiamo l’interessante sistema di levelling di Kratos non si basa sui combattimenti e l’accumulo di punti esperienza (quelli continuano a servire per apprendere abilità o per alcuni potenziamenti), ma sulla qualità dell’equipaggiamento indossato. Dunque, la ricerca di materiali non soltanto è utile, ma risulta vitale nel prosieguo del gioco.
Abbiamo parlato di titolo più difficile, perché queste prime ore di gioco ci hanno messo davanti ad una sfida più ardua: i “semplici” nemici sono superiori in numero e pieni di risorse, oltre a dar sfoggio di attacchi assai brutali, con alcuni di questi neanche bloccabili (ma ne parleremo in sede di review). E poi, fin dall’inizio le tipologie di avversari da affrontare sono davvero varie: i pur presenti Draugr hanno fatto spazio inizialmente ad agguerriti banditi, ai loro capi e addirittura a delle loro versioni non facenti parte di questo mondo (provate ad intuire da dove provengono). I boss affrontati, appartenenti alla storia o opzionali, propongono un move-set rinnovato rispetto al passato e sembrerebbero aver attinto qualcosa da quelli di From Software, con alcuni di essi che propongono anche dei cambi di mosse e movenze più rimarcati in base allo stato della barra della salute. Insomma, non sarà per nulla una passeggiata, anzi, dovrete fare affidamento ad ogni singola abilità nel combattimento di Kratos e all’utilizzo intelligente di Atreus per uscirne vivi. E per farcelo capire, cosa può essere più istruttivo di una bella rissa preliminare con il dio del tuono in persona, Thor? Dopotutto, nel precedente capitolo a darci il benvenuto ci pensò suo fratello Baldur!
Dunque, azione frenetica ed estenuanti combattimenti sono alla base di God of War Ragnarok, ma non sempre sarete preda dall’adrenalina. In maniera un po’ inspiegabile, il team di sviluppo ha deciso non solo di confermare la presenza di enigmi ambientali per poter proseguire con l’avventura e lo scorrere della trama, ma a quanto pare hanno deciso di farne un po’ abuso. In poche ore di gameplay siamo già incappati in diversi enigmi cui risoluzione ha portato via alcuni minuti, portandoci anche un po’ all’esasperazione. Questi puzzle vanno portati a compimento utilizzando in alcune occasioni Leviatano e/o Lame del Caos, bloccando o sbloccando ingranaggi e marchingegni e mettendo in scena dei veri e propri momenti morti. La grossa novità dunque non è la presenza di questi enigmi, già presenti nel precedente capitolo, quanto la massiccia presenza che a lungo andare potrebbe non solo infastidire l’utente, ma costringerlo ad andare su internet per trovare velocemente la risoluzione per poter proseguire con l’azione. Per fortuna, a darci una piccola mano ci sono Atreus e Mimir, che ovviamente non porteranno alla risoluzione dei puzzle/enigmi, ma quantomeno ci aiuteranno a non arrivare all’esasperazione totale.
Piattaforme: PlayStation 5, PlayStation 4
Sviluppatore: Sony Santa Monica Studio
Publisher: Sony Interactive Entertainment
Data d’uscita: 9 novembre 2022
In questo nostro Provato First Impression abbiamo deciso di darvi un semplice piccolo assaggio di ciò che abbiamo tra le nostre mani. Visto il freno imposto da forze superiori, abbiamo comunque onorato il primo step della nostra copertura di quello che è a tutti gli effetti uno dei giochi più attesi dell’anno e sicuramente tra i candidati per l’elezione come GOTY (quest’ultima affermazione dovrebbe trovare conferme a verdetto finale emesso). Al momento siamo doppiamente soddisfatti sia per quanto riguarda la qualità della produzione, che mostra segni di miglioramento in ogni suo aspetto, ossia trama più matura, nel gameplay, nella qualità grafica e contorni vari, sia per come PlayStation 5 stia svolgendo egregiamente il suo lavoro sulle prestazioni del gioco, che attualmente si mostrano più solide che mai, non palesando il minimo segno di cedimento. Ovviamente la strada è ancora lunga e soltanto il 3 novembre scoprirete (e scopriremo) se God of War Ragnarok rispetterà le premesse e le promesse avanzate fino a questo momento. E adesso scusateci, ma la mitologia norrena ci chiama!