Tactics Ogre Reborn Recensione: gli echi oscuri della rivolta

Tactics Ogre Reborn

La cronologia videoludica del qui presente Tactics Ogre Reborn inizia su Super Famicom nel 1995 con il rilascio di Tactics Ogre: Let Us Cling Together, settimo episodio della celebre Ogre Battle Saga che funge da sequel diretto di Ogre Battle: The March of the Black Queen, quinto capitolo ufficiale dell’epopea: ad oggi, gli episodi dall’1 al 4 non sono mai stati realizzati, e questa numerazione particolare è dovuta semplicemente al fatto che Yasumi Matsuno, il rinomato game designer autore della stessa, riteneva che iniziare a raccontare una storia “in medias res”, come George Lucas fece con Star Wars, fosse un ottimo espediente narrativo. Tactics Ogre venne dapprima concepito da Quest Corporation, che qualcuno ricorderà anche per Magical Chase e Conquest of the Crystal Palace, per poi essere rielaborato da buona parte del team di sviluppo originale dopo l’acquisizione della software house da parte di Square. Il capitolo numero sette prende le distanze dal predecessore sotto molti punti di vista, a partire dall’impostazione strategica a turni, laddove Ogre Battle vantava invece una struttura in tempo reale, fino alle terre in cui si ambientano le vicende, il vasto arcipelago di Valeria e non più la nazione di Xenobia, sebbene alcune vecchie conoscenze facciano la loro comparsa per svolgere un ruolo più o meno considerevole nel turbinante carosello di eventi.

Tactics Ogre RebornTactics Ogre Reborn: la paura è un’arma da brandire

Ho scritto questo lungo preambolo tanto per sintetizzare i passaggi salienti di una storica raccolta di SRPG, da molti considerati, a ragion veduta, i precursori spirituali del ben più noto Final Fantasy Tactics firmato sempre da Matsuno, quanto per sottolineare come Tactics Ogre Reborn sia una rimasterizzazione di un remake, nello specifico quello realizzato per PlayStation Portable nel 2010, che arriva oggi sulle altre console della famiglia PlayStation, PC e Nintendo Switch corredato da ulteriori accorgimenti qualitativi per affinare l’esperienza complessiva, in aggiunta a tutte quelle già introdotte nella prima riedizione: non si tratta dunque di una semplice conversione su sistemi moderni, ma di un vero e proprio consolidamento di tutte quelle caratteristiche di base che già al lancio gli valsero l’attestato di uno dei migliori giochi di ruolo tattici di tutti i tempi. Contrariamente a quanto sta accadendo per Crisis Core: Final Fantasy VII Reunion, insomma, il lavoro su Tactics Ogre Reborn non si è concentrato su una revisione del comparto grafico, rimasto anzi quasi del tutto invariato, ma su quel vasto assortimento di sfumature che ottimizzano l’interfaccia, l’accessibilità e la comprensione del racconto.

Tactics Ogre RebornCome già accennato, quest’ultimo si svolge nelle isole Valeriane durante una violenta guerra civile, quando la morte del re e la mancanza di un successore causano ostilità fra le tre fazioni della regione. Il protagonista di Tactics Ogre Reborn è Denam Pavel, un nativo di Golyat, piccola cittadina portuale nel territorio meridionale di Walister, rasa al suolo dagli Oscuri Cavalieri Loslorien in gioventù. Ora che è un giovane adulto, Denam viene affiancato da sua sorella Catiua e dall’impetuoso migliore amico Vyce, nel tentativo di alimentare il fuoco della ribellione e liberare il popolo di Walister dall’oppressione. Un incontro casuale con un gruppo di mercenari xenobiani offre loro la preziosa opportunità di rimpinguare i ranghi della compagine rivoluzionaria per liberare il duca Ronwey, tenuto prigioniero nel suo stesso castello di Almorica, ed assumere il comando della resistenza, ma il mondo spietato della politica valeriana minaccia ben presto di scatenare un altro conflitto armato interno di proporzioni inimmaginabili. Una volta scesi in campo, possiamo notare che l’aggiornamento più cospicuo apportato all’interfaccia è la possibilità di velocizzare le animazioni: Tactics Ogre Reborn resta pur sempre un SRPG dal ritmo ponderato, con fasi di battaglia che possono arrivare ad avere più di venti personaggi che si alternano singolarmente, e l’opzione di accelerare il tutto è un’autentica manna dal cielo. Gli incontri casuali sulla mappa sono stati eliminati e, al suo posto, ci viene fornita la facoltà di partecipare a battaglie non letali per racimolare livelli in qualsiasi momento, utilizzando l’apposita voce Addestramento nei luoghi pertinenti. Ciascun personaggio può trasportare quattro oggetti in combattimento, che vengono ricaricati automaticamente al termine dello stesso posto che ve ne sia ancora una scorta sufficiente nell’inventario, mentre i negozi ora acquistano di default tutti i tesori guadagnati. Siamo anche in grado di memorizzare diverse combinazioni di party predefinite, in modo da poter selezionare a colpo sicuro quella più adatta per lo scontro successivo.

Tactics Ogre RebornOggi vendicherò mia madre e mio padre!

Tactics Ogre Reborn contiene alcune limitazioni che non erano presenti nelle altre versioni: ad esempio, i personaggi da noi controllati salgono di livello individualmente, con un limite massimo che aumenta nel corso della storia. Quando capiterà di guadagnare esperienza in eccesso, eventualità molto probabile dopo il reclutamento di nuovi alleati, questi vengono trasformati in un oggetto inedito chiamato Charm, capace di elargire bonus alle statistiche o punti esperienza gratuiti in un secondo momento. Inoltre, adesso i nostri eroi possono equipaggiare soltanto quattro abilità ed altrettanti incantesimi alla volta, a differenza della precedente iterazione in cui ci ritrovavamo a trascorrere ore intere ad impostare tonnellate di poteri speciali e perdere tempo a scorrerle una per una nel menu. Confesso di aver trovato tutte queste restrizioni molto ben congegnate a lungo termine, poiché garantiscono che il giocatore non sia mai in grado di oltrepassare una sfida per attrito, limitandosi cioè ad aumentare le caratteristiche dei personaggi a dismisura o sfruttando poteri cui in teoria non avrebbe dovuto avere accesso a quel punto della storia, rendendo l’avventura nel complesso più impegnativa. E poi, per quanto lo stile estetico possa sembrare quello di un semplice porting dal remake per PSP, oltre ai ritocchi alle meccaniche di gioco troviamo anche svariate rifiniture audiovisive che lo differenziano parecchio da quest’ultima incarnazione. Le sequenze non interattive sono provviste di doppiaggio, peraltro sia in inglese che in giapponese, e la colonna sonora originale, composta da Hitoshi Sakimoto e Masaharu Iwata, è stata sostituita da una partitura orchestrale completa. Entrambe le aggiunte sono enormi passi in avanti rispetto al passato ed arricchiscono a dismisura l’esperienza, soprattutto in un titolo con un quantitativo mastodontico di testo da leggere e lunghissimi combattimenti da affrontare.

Tactics Ogre RebornIl gameplay vede anche l’introduzione di altri elementi originali a parte i succitati Charm, come le carte che compaiono sul campo di battaglia e che concedono una gamma di effetti diversi: le carte blu forniscono potenziamenti di vario tipo, le carte rosse li rimuovono e quelle verdi migliorano le caratteristiche. La frequenza di apparizione delle carte è piuttosto alta e persino gli avversari possono impadronirsene, quindi la loro presenza si aggiunge ai fattori di valutazione delle caselle in cui muoversi e rende gli attacchi a distanza ancora più indispensabili, onde concedere il giusto spazio di manovra ai nostri compagni per approfittare dei bonus oppure utilizzarli come trappole per adescare i nemici ed ucciderli prima che riescano a raggiungerli. A proposito di bonus, adesso ogni missione è dotata di obiettivi extra che garantiscono ulteriori punti esperienza e oggetti aggiuntivi se riusciremo a soddisfarli: i primissimi livelli propongono naturalmente dei traguardi abbastanza semplici, come lanciare un incantesimo di guarigione o inserire una classe specifica nella squadra, mentre a poco a poco vengono introdotti requisiti sempre più laboriosi che ci costringeranno a correre più di un rischio. Le ricompense sono comunque munifiche, dunque spesso vale la pena inanellare una serie di decisioni pericolose per mettere le mani su qualche beneficio supplementare. Fa il suo gradito ritorno anche il sistema elementale della versione per Super Famicom: quando creiamo Denam, il suo elemento principale verrà determinato dalla selezione di un determinato nume tutelare. Tali proprietà caratterizzano anche le unità che reclutiamo, e il loro scopo è quello di amplificare magie e tecniche qualora queste ultime possiedano il medesimo elemento che influenza il loro utilizzatore.

Tactics Ogre RebornInsomma, arrivati in fondo alla nostra disamina mi sembra quasi superfluo sottolineare la profondità, lo spessore e la portata di questo piccolo gioiello strategico, che l’attuale remaster tira ulteriormente a lucido con un notevole ammontare di migliorie: ogni singola correzione impartita, grande o piccola che sia, interviene direttamente per limare le sfaccettature più ruvide dell’originale, a dimostrazione che gli sviluppatori sapevano con esattezza quali erano quelle da rettificare e quali invece quelle da ottimizzare. L’unica critica che mi sento di muovere nei confronti della remaster è la resa grafica degli sprite: la pixel art che caratterizza i personaggi è molto gradevole da lontano ma, quando restringiamo l’inquadratura, il filtro smussato che Square Enix ha deciso di applicare li fa apparire un po’ troppo sfocati, un artificio grafico che abbiamo imparato a conoscere con tante trasposizioni frettolose di grandi classici dell’epoca a 8 e 16 bit e che, purtroppo, mina in parte la resa finale. Beninteso, non ci vuole molto per abituarsi e, in fin dei conti, Tactics Ogre Reborn non è stato certo concepito per mostrare i muscoli della piattaforma sulla quale gira, ma con produzioni HD-2D del calibro di Octopath Traveler, Triangle Strategy e Live a Live mi sarei sinceramente aspettato qualcosa di più.

Piattaforme: Nintendo Switch, PC, PlayStation 4, PlayStation 5

Sviluppatore: Square Enix

Publisher: Square Enix

Data di uscita: 11 novembre 2022

L’ho già detto, e lo ripeto più che volentieri: Tactics Ogre Reborn non reinventa la ruota ma arricchisce le fondamenta di uno dei migliori SRPG mai realizzati. La revisione grafica è un po’ inadeguata, un intoppo tutto sommato marginale all’interno di un’esperienza robusta e priva di altre sbavature. La possibilità di sveltire i turni di gioco varrebbe da sola il prezzo del biglietto, e le numerose modifiche al sistema di combattimento contribuiscono a rimescolare le carte (è proprio il caso di dirlo) in modo da rendere il gioco intrigante per i neofiti e più impegnativo per i veterani. Nel complesso, a meno che gli strategici non facciano per voi, sarà difficile distogliere l’attenzione da Tactics Ogre Reborn, dalle sue meccaniche e dalla storia sorprendentemente matura e ricca di colpi di scena, parte integrale di quella che può essere considerata a tutti gli effetti la versione definitiva del gioco.

VOTO: 9

Gioca da quando ha messo per la prima volta gli occhi sul suo Commodore 64 e da allora fa poco altro, nonostante porti avanti un lavoro di facciata per procurarsi il cibo. Per lui i giochi si dividono in due grandi categorie: belli e brutti. Prima che iniziasse a sfogliare le riviste del settore erano tutti belli, in realtà, poi gli è stato insegnato che non poteva divertirsi anche con certe ciofeche invereconde. A quel punto, ha smesso di leggere.