Vi siete mai chiesti come sarebbe vivere con mancanza di cibo, acqua e riparo? Io alcune volte me lo domando spesso, e sebbene non ci manchi certamente niente nel periodo storico in cui viviamo, spesso non ci mettiamo nei panni di chi soffre la fame. Questa è una delle sensazioni che ho provato giocando a Floodland, titolo realizzato da Vile Monarch e pubblicato da Ravenscourt, che avevamo già provato alla gamescom 2022. L’opera permette al giocatore di avventurarsi in un mondo devastato dal cambiamento climatico, dove assumerà il controllo dei vari sopravvissuti. Il suo compito? Ovviamente cercare di creare una comunità e non farla morire di fame e stenti. Sebbene la descrizione sia così facile da comprendere, vi assicuro che non è così poiché all’interno della produzione ci sono così tante incognite da tenere in considerazione per far sopravvivere i propri cittadini. Ebbene, in questi giorni, abbiamo scavato in profondità nel gioco, e finalmente possiamo parlarvene nella nostra recensione. Buona lettura!
Floodland: un mondo devastato
Floodland incomincia con un incipit veramente interessante, dove ascoltiamo la voce narrante di una persona che ha perso la povera sorella anni fa e che ha dovuto procedere con la sua sepoltura con un angosciante dolore. Nella cut-scene iniziale, possiamo vedere come il caos e la violenza abbiano generato un panico generale nella popolazione: tutto questo è avvenuto molto prima con ciò che chiamano in Floodland “l’Evento”. Dopo il cambiamento climatico, avvenuto per colpa proprio dell’uomo e delle sue manie di grandezza, le persone pensano ad un unica costante: sopravvivere! Ed è qui che incomincia l’avventura, ossia riunire le persone e pensare al futuro per poter ricostruire da zero tutto quello che hanno perso. Sebbene sia descritto in maniera piuttosto breve, diciamo che l’incipit è quantomeno interessante, ma sia chiaro: non ci troviamo in un mondo devastato come potrebbe essere quello di The Last of Us o quello di Dying Light, anche perché non ci troveremo degli infetti o zombie, ma sicuramente l’opera lato storytelling offre comunque molti spunti interessanti.
Dopo aver cominciato il gioco, ci ritroveremo davanti una schermata legata alle fazioni. Sappiate questo: la scelta che farete vi darà diversi vantaggi nel gioco, rivelandosi una dinamica di gioco molto interessante e funzionale. Ad esempio, oltre a conoscere tutta la storia di un determinato clan, potremo vedere i rispettivi tratti. Prendiamo come riferimento la fazione “Buon Vicinato”: il giocatore potrà aumentare la velocità di produzione degli edifici dedicati alla elaborazione dell’acqua pari ad una percentuale del 25% e sbloccare i turni nel cuore della notte del 35% ma causando molti disordini. Ecco, dall’esempio appena citato, dovrete capire voi di cosa avrete bisogno e scegliere la comunità che più vi rappresenta. Ora, sebbene ne abbia citato uno solo, nel gioco ci sono quattro clan: Buon Vicinato, Sopravvissuti di Oakhill, Vigili del Fuoco e Berkut-3. Come dicevo prima, una delle cose più interessanti è proprio la storia di ognuno di essi, i quali si distinguono gli uni dagli altri e perseguono degli scopi diversi, sebbene il tutto riconduca sempre alla battaglia per la sopravvivenza.
Delle meccaniche di gioco molto basilari
Dopo aver iniziato il gioco, ci si accorge che Floodland unisce lo stile dei giochi strategici in tempo reale a quello dei gestionali. Infatti, il giocatore dovrà fare particolarmente attenzione a raccogliere le risorse fondamentali come cibo, acqua e quant’altro. All’inizio della nostra avventura non avremo molte risorse o molti uomini a nostra disposizione e infatti, avremo solo un numero limitato di sopravvissuti con un semplice campo molto grezzo. Il gioco, per dare una mano al giocatore, offre un tutorial molto semplice ed intuitivo che lo guiderà nei primi passi da fare in modo tale da capire come funziona effettivamente Floodland. Ad esempio, all’inizio del gioco, la cosa più importante che bisognerà fare sarà quella di raccogliere le risorse ed espandere il nostro campo, grazie al quale potrà diventare una casa sempre più accogliente per i rifugiati. Una cosa da aggiungere e che nella mappa di gioco sarà possibile trovare delle persone all’interno di alcuni edifici e potremo aiutarle invitandole ad unirsi a noi. Insomma, il tutto, come avrete capito, si baserà sul mantenimento della vostra “base” e la relazione con i vostri cittadini. Infatti, non tutti saranno d’accordo sulle scelte compiute e quindi dovrete fare particolare attenzione alle decisioni prese da voi stessi, in modo tale da rendere soddisfatti la maggior parte dei rifugiati.
Detto questo, un aspetto fondamentale legato a Floodland è una sorta di albero delle abilità, dove ogni ramificazione ricoprirà un ruolo fondamentale per la sopravvivenza nel gioco. Alcune tecnologie dovranno essere sbloccate per poter proseguire e mantenere al sicuro i rifugiati: all’inizio, sfruttando determinati punti potremo costruire un magazzino e sbloccare edifici aggiuntivi. Inoltre, altro aspetto fondamentale nella produzione è legato alla gestione dei propri lavoratori, perché alcuni di essi non potranno proseguire a notte fonda poiché il turno di lavoro verrà considerato concluso e dovrete aspettare la mattina del giorno seguente per poter finire la costruzione di un determinato edificio. Inoltre, come vi avevo citato precedentemente, le altre fazioni potranno essere vostre alleate o nemiche, e ciò dipenderà dalle scelte che si compiranno nel corso del gioco. Detto ciò, dopo il nostro gameplay siamo giunti ad una conclusione: almeno un clan dovrà essere portato dalla vostra parte in modo tale da poter proseguire con la vostra sopravvivenza.
Il gioco soffre di qualche problema
Essendo un gioco strategico/gestionale, la schermata di gioco è sempre importante e bisogna ammettere che sono rimasto molto soddisfatto dall’interfaccia presente in Floodland. Quest’ultima appare molto chiara e intuitiva, con alcuni comandi che richiedono di essere impartiti immediatamente. Inoltre, altra dinamica del gioco risiede nell’accelerazione del tempo di gioco, che si presenta sicuramente come un alleato vincente se non volete rischiare di imbattervi in troppi tempi morti. Però, col passare delle ore, una domanda mi è sorta spontanea: ma il gioco ha una propria identità? Infatti, questo è uno dei grandi problemi di The Floodland, un’opera nel quale non riesce a distinguersi proprio da alcuni titoli molto simili presenti sul mercato odierno. Sebbene è vero che nel mondo dei videogiochi è difficile innovarsi e creare qualcosa di mai visto prima, dall’altra parte sarebbe stato meglio se Floodland avesse offerto qualcosa che lo distinguesse in ciò che fa (in termini di gameplay, sia ben chiaro). Ma questo non è l’unico difetto riscontrato nel gioco: quello che mi ha deluso è il comparto tecnico della produzione.
Sebbene l’aspetto estetico non sia importante come in altri titoli, l’ho voluto sottolineare poiché sarebbe stato più opportuno offrire qualcosa di più avanzato in termini grafici. Purtroppo non è stato così! Ovviamente non mi riferisco al frame rate o alla risoluzione, poiché giocandolo anche a 30 fotogrammi al secondo non avrete alcun problema in giochi di questo tipo, essendo uno di quei generi che può essere giocato con “calma”, ma sono presenti comunque delle scelte che mi hanno lasciato basito, seppur la direzione artistica del progetto non sia niente male alla fine.
Sviluppatore: Vile Monarch
Publisher: Ravenscour
Piattaforme: PC
Floodland è uno strategico/gestionale che si è rivelato piuttosto stimolante. Il titolo offre delle meccaniche di gioco molto semplici ma allo stesso tempo stimolanti. La sopravvivenza del proprio clan è la parola chiave nel gioco, e l’utente dovrà fare in modo che ciò accada raccogliendo risorse, costruendo nuovi edifici e sbloccando nuove tecnologie. Alcune dinamiche di gioco sono molto interessanti, peccato che l’opera non si distingua con i titoli appartenenti al suo genere e soffra di un problema d’identità. Inoltre, l’aspetto estetico della produzione non è certamente il massimo. Detto questo, sicuramente alla fine gli amanti del genere strategico non avranno nulla di cui lamentarsi. Benvenuti in Floodland!