Days of Doom

Days of Doom Recensione: l’apocalisse in salsa RPG

Atari è da sempre uno dei colossi del mondo videoludico! Nonostante la perdita di smalto negli ultimi decenni, la grande A sta tentando di tornare ai fasti di un tempo con proposte differenti che possano affascinare il grande pubblico. Era già successo qualche tempo fa con Mr. Run and Jump (se non l’avete letta, correte a scoprire la nostra recensione) e ci prova di nuovo oggi con Days of Doom. L’RPG post-apocalittico uscito su mobile viene trasportato su pc e console, anche di ultima generazione, accompagnandoci ancora una volta a combattere terribili mostri per sopravvivere alla fine del mondo. Ma come dice Atari, due corse non sono sempre uguali e nel caso di Days of Doom, mai frase più fu azzeccata.

Days of Doom

Days of Doom: zombie, super poteri e rettiliani

Il mondo come lo conosciamo è stato spazzato via, trasformando completamente la realtà che ci circonda. I pochi esseri umani devono lottare per la loro sopravvivenza nel tentativo di raggiungere Sanctuary, forse l’ultimo luogo sulla Terra ancora sicuro, in cui ricominciare a vivere. Il viaggio per raggiungere il santuario, però, non sarà certamente semplice. Pericoli di varia natura si nascondono dietro ogni angolo e i nostri eroi dovranno combattere con tutte le armi a loro disposizione per sperare di raggiungere la loro meta finale. Combattimenti spietati in cui dovranno confrontarsi non soltanto con gli zombie che ormai abitano la terra, e i predoni disposti a tutto pur di racimolare ciò di cui hanno bisogno. Il nostro gruppo di sopravvissuti stavolta dovrà vedersela anche contro i rettiliani, esseri anfibi antropomorfi che da tempo immemore abitano la Terra e che dopo l’Apocalisse hanno deciso di tornare in superficie e reclamare ciò che ritengono loro di diritto. Minacce di vario tipo, quindi, che si annidano lungo il tragitto che ci separa dal raggiungimento di Sanctuary, in un viaggio che ogni volta sarà sempre differente, lasciando a noi un’unica certezza: i Days of Doom sono arrivati e a noi non resta altro che sopravvivere.

Il mondo dopo l’apocalisse non ha solamente liberato esseri mostruosi ma creato anche eroi unici dai poteri incredibili. Ed è proprio su questi insoliti personaggi che dovremo fare affidamento per poterci districare tra le innumerevoli insidie che si frappongono tra noi e il raggiungimento del nostro obiettivo. All’interno di Days of Doom, infatti, possiamo contare su ben otto classi differenti di lottatori che renderanno ogni scontro differente. Tra i personaggi a nostra disposizione potremo fare affidamento sui classici lottatori a contatto, armati di mazze chiodate o lance improvvisate, o su letali pistoleri. Accanto a loro vengono schierati anche eroi che dopo l’apocalisse hanno scoperto di essere dotati di poteri speciali, pronti a metterli al nostro servizio durante il viaggio verso la salvezza. Ecco che possiamo quindi sfruttare una bambina in grado di manipolare l’acqua, una ragazza in grado di lanciare carte incantate (ogni riferimento a Gambit degli X-Men è puramente casuale), un punk amante del fuoco e addirittura un metallaro che combatte a suon di musica rock. Un gruppetto eterogeneo di eroi che hanno allestito un piccolo accampamento e sono sempre pronti a partire per nuove spedizioni, alla ricerca della via migliore verso Sanctuary. Non resta quindi che salire all’interno del nostro bus giallo e partire verso una nuova avventura.

Days of Doom

No two runs are ever the same

Atari, nel trasportare il gioco da mobile a console e pc, non si è limitata né a farne una copia perfetta né tanto meno a farne un semplice adattamento. Con il supporto di SneakyBox, già sviluppatore della prima versione, la software house ha completamente rivoluzionato il gioco, mantenendo inalterata fondamentalmente soltanto l’ambientazione generale. Per chi non lo sapesse, il titolo mobile era sempre un RPG ma sviluppato a turni, con personaggi ben identificati e molto variegati. Nella nuova versione di Days of Doom, invece, si è deciso di virare verso lo stile dell’RPG tattico inserendovi all’interno anche alcuni elementi rogue-like. Tutto il gioco è basato sul viaggio dei sopravvissuti verso Sanctuary e ogni sessione di gioco inizia sempre nello stesso modo: selezioniamo alcuni dei nostri eroi e partiamo. Man mano che avanziamo, però, le sfide da affrontare si faranno sempre più ardue e spesso verremo sconfitti da zombie, rettiliani o predoni. Torneremo quindi al nostro campo base, pronti a tentare un nuovo viaggio. La mappa che ci si presenterà sarà, però, differente, rendendo ogni spedizione unica.

Durante queste pericolose escursioni dovremo selezionare le diverse tappe che compongono il nostro itinerario, scegliendo se andare verso uno scontro diretto, fermarci a riposare in una tenda per recuperare energie o addentrarci all’interno di micro narrazioni, dove scegliere come comportarci, scoprendo se le nostre decisioni ci condurranno ad ottenere risorse o direttamente in una trappola. Ogni spostamento ha un costo in benzina che potremo recuperare a ogni scontro. Nel caso in cui terminiamo rifornimenti o veniamo sconfitti, faremo immediatamente ritorno al nostro accampamento. Il campo base permette di confrontarci con un piccolo gestionale, in cui saremo impegnati a far crescere la nostra casa. Qui avremo la possibilità di migliorare gli alloggi, l’officina e il garage, tutti luoghi che aumentano il reperimento di risorse e ci permettono di portare più personaggi durante le nostre scorribande. È presente un mercante con il quale scambiare risorse in cambio di oggetti utili a superare le diverse avversità sparse lungo il tragitto. La gestione dei personaggi, più anonimi rispetto alla versione mobile, è molto basilare: ognuno di loro può essere equipaggiato con un oggetto a uso singolo e con tre rune magiche (per un totale di 70 tipologie differenti) che ne migliorano le prestazioni. Gli oggetti sono veramente dei più variegati, come mine, trappole elettriche, chimiche o ad acqua. La parte più interessante in Days of Doom, però, è il momento della battaglia.

Days of Doom

Come detto prima, si tratta di un RPG strategico in cui saremo chiamati a muovere sul terreno di gioco i nostri personaggi per sconfiggere tutti gli avversari. All’inizio dello scontro possiamo decidere dove posizionare i membri della squadra all’estrema sinistra dello schermo. Una volta operata questa scelta, la battaglia avrà inizio. Ogni personaggio ha la possibilità di compiere due azioni: muoversi, attaccare, difendersi (che in ogni caso pone termine al turno) o utilizzare un’abilità speciale. I nostri avversari, invece, possono compiere solo una di queste azioni. La combinazione di questi elementi rende Days of Doom un gioco molto affascinante, con un livello di sfida fin da subito molto stimolante. Ogni azione può fare la differenza e non ci sono scontri che possono essere presi sotto gamba. Mentre si affronta ogni combattimento, si percepisce realmente la sensazione di dover operare scelte tattiche e strategiche ben ponderate. D’altro canto, si anche una sensazione di ripetitività di sottofondo, che guasta leggermente l’esperienza generale del gioco, unita a una grafica in stile flash che, a parte qualche piccola animazione legata ai poteri magici dei personaggi, appare poco sviluppata. Non si può in ogni caso negare che Atari e SneakyBox abbiano fatto un ottimo lavoro di reinterpretazione del gioco, con un’ambientazione che, seppur già vista, già sentita, già giocata, riesce a dare una sensazione di freschezza e di originalità, spingendoci ogni volta a tentare un’altra spedizione per raggiungere Sanctuary.

PIATTAFORME: PlayStation 5, PlayStation 4, Nintendo Switch, Xbox Series X/S, Xbox One, PC

SVILUPPATORE: SneakyBox

PUBLISHER: Atari, Inc.

Atari e SneakyBox decidono di portare Days of Doom, un titolo mobile, su console e PC. L’operazione di migrazione, però, non è semplicemente un porting ma regala al nuovo titolo elementi totalmente nuovi, lasciando fondamentalmente inalterata solamente l’ambientazione generale e la grafica in stile flash (all’apparenza poco curata). In un mondo post apocalittico popolato di zombie, predoni e rettiliani (tornati per l’occasione dopo secoli di vita sotto la superficie), un manipolo di eroi tenta di raggiungere Sanctuary, l’ultimo luogo sicuro sulla Terra. Per questo motivo la nostra avventura parte sempre dal nostro accampamento, da migliorare per avere maggiori risorse, dal quale dovremo partire e, di tappa in tappa, ostacolo dopo ostacolo, tentare di conquistare la salvezza. Ogni viaggio è sempre differente e vede una combinazione di luoghi in cui riposare, piccoli intermezzi narrativi in cui saremo chiamati a operare delle scelte e scontri contro diverse tipologie di avversari. I combattimenti a turni, nonostante la struttura generale a volte troppo ripetitiva, sono il vero cuore del gioco. Su un terreno di scontro costruito come una scacchiera, dovremo far muovere i nostri personaggi, decidendo come attaccare. Un gameplay che far respirare strategia e tattica in ogni istante e in cui il livello di sfida è stimolante fin dalle prime battute. In definitiva, nonostante qualche pecca generale, è un titolo molto ben costruito e che dimostra come Atari voglia tornare in grande stile nel settore videoludico. Un ritorno che passa anche attraverso la semplice ma accattivante bellezza di un titolo come Days of Doom.

Andrea Mondati nasce con il gettone per la sala giochi in mano e si massacra le dita distruggendo macchine su Street Fighter. Pur di giocare a Super Mario, prende la scossa armeggiando con un trasformatore rotto. Nella vita di tutti i giorni fa il Videomaker e il Web Editor ed è innamorato delle storie, di tutte le tipologie e forme. Cinema, videogiochi, fumetti e libri sono colonne portanti della sua vita che condivide con coloro che hanno piacere di ascoltare e, naturalmente, raccontare.