god of war ragnarok: valhalla

God of War Ragnarok Valhalla Recensione: rialzati ancora, fratello!

God of War Ragnarok Valhalla è una delle sorprese più piacevoli di questo roboante 2023 videoludico. E scusate se è poco! In un anno in cui hanno solcato i cieli del divertimento capolavori come Alan Wake 2, Baldur’s Gate 3, Marvel’s Spider-Man 2 e tanti altri, non ci saremmo, sinceramente, mai aspettati di concludere al meglio un’annata a dir poco storica nel migliore dei modi con un DLC. Non vogliamo in alcun modo svilire la pratica dei contenuti extra e delle espansioni, sia chiaro, che in alcuni casi hanno anche saputo di saper ampliare e migliorare l’offerta ludica del materiale di base (vedi Blood & Wine, i vari DLC di Dark Souls 3 ecc), ma il lavoro svolto da Santa Monica Studio sul suo masterpiece ci ha comunque colpito alla sprovvista. In positivo, s’intende. Valhalla è un contenuto aggiuntivo dall’intelligenza sopraffina. E non è una novità per Cory Barlogh e per il suo team, che ci hanno abituato a delle scelte di game design sempre azzeccatissime. Grazie a un comparto ludico come al solito sublime e soprattutto a un’impronta narrativa imponente e mai di contorno, l’add on gratuito riesce a risultare non solo una piacevole aggiunta a tutto il pacchetto del gioco ma anche e soprattutto una preziosa iniezione tematica, capace di chiudere alla perfezione un racconto che ha saputo dimostrare sin dalle primissime battute di avere un potenziale enorme.

God of War Ragnarok Valhalla: un viaggio nel passato alla ricerca del futuro

Prima di analizzare l’aspetto narrativo di questo God of War Ragnarok Valhalla, che ricordiamo essere un DLC completamente gratuito, è fondatamente sottolineare che il contenuto aggiuntivo rappresenta un vero e proprio continuo della storia, con gli eventi che si collocano proprio dopo il finale dell’avventura base, ragion per cui è sottinteso che per poterne godere appieno è richiesto (non obbligatorio) aver concluso l’epopea norrena di Kratos e Atreus prima di lanciarsi nel paradiso degli dei. Valhalla, infatti, parte proprio dalla conclusione della storia, e vede come unico protagonista Kratos, separatosi dal figlio Atreus, che in compagnia dell’ormai inseparabile Mimir si cala in un’avventura dai toni misteriosi ma squisitamente affascinanti. Una misteriosa lettera, un invito ufficiale, è pervenuta all’ex generale spartano, i cui servigi sembrano essere ancora necessari, per quanto sia la missione sia il committente di essa sono assolutamente sconosciuti. L’invito, però, promette tutt’altro che bene: dopo una lunga traversata e un viaggio che, stando alle parole di Mimir, si è rivelato più lungo ed estenuante di quello che si possa immaginare, la nuova coppia di “fratelli” giunge finalmente sulle sponde di un’isola che rappresenta un po’ il trionfo dell’immaginario della cultura nordica nonché il portale d’ingresso per quelli che sono i cancelli del Valhalla stesso.

Giunto sul posto, Kratos è costretto a fare a sportellate non solo con i fantasmi non solo del suo passato, ma anche e soprattutto quelli del presente e del futuro. La sottomissione di Odino ha portato allo via creazione di un nuovo equilibrio politico nei nove regni, di cui Freya sta diventando un leader scontato e perfetto. Il “problema”, però, è che Freya vuole a tutti i costi Kratos al suo fianco, che però, per ovvi motivi legati principalmente al suo turbolento passato, si ritrova a dubitare fortemente di se stesso e, di conseguenza, a glissare in continuazione le avance divine della signora dei Vanir. Sfruttando questo espediente narrativo, la nuova avventura di Kratos e Mimir si tinge di più colori, che raffigurano quello che è proprio il frammentato e variopinto stato d’animo del protagonista, costretto non soltanto ad affrontare i dubbi sul suo passato ma anche, appunto, a prendere coscienza di quello che potrebbe essere il futuro. Per tal motivo, il viaggio dell’ex dio della guerra diventa una vera e propria cavalcata nei meandri della sua mente, in cui ogni mondo visitato, partendo proprio dalla misteriosa isola popolata unicamente da Sigrun e le sue sorelle, rappresenta un frammento del turbolento passato del protagonista storico della serie.

Questo viaggio di formazione, un po’ in stile canto di Natale, per intenderci, rappresenta proprio il bisogno di Kratos di conoscere veramente se stesso e di fugare i dubbi su quello che è stato il suo ruolo nella storia, una storia che potrebbe ripetersi e che spaventa in maniera sproposita un uomo che ci ha abituato a non mostrare mai alcuna paura. Il viaggio offerto da Valhalla è dunque una ricerca continua, un percorso ossessivo e intimo, che mette a nudo quello che è l’animo tormentato di quello che è uno dei protagonisti più amati dell’immaginario videoludico degli ultimi vent’anni e, permettercelo di dirlo, l’esperimento, per quanto “semplice” nelle intenzioni, risulta gestito molto bene e funziona a dovere. La ricerca continua della verità, del problema principale alla base di questo malessere funziona, convince e appassiona, e soprattutto risulta un validissimo pretesto per concludere al meglio un’avventura che ha da sempre voluto guardare con forza al futuro abbracciando e valorizzando sempre e comunque un glorioso passato, un passato che in questa geniale appendice (anche se il termine è veramente riduttivo) torna ad affiorare e, anzi, si espande in modi che mai avremmo potuto immaginare e che ci hanno regalato altre ore di maestria creativa che ci fanno sempre e comunque comprendere quanto sia profondo il legame tra il team di sviluppo e la sua creazione più ambiziosa.

Una formula ludica assuefacente

Vogliamo essere sinceri: nutrivamo più di qualche dubbio sulla bontà ludica del progetto, proprio e soprattutto considerando il grande lavoro svolto da Santa Monica Studio nel creare una struttura di gioco totalmente diversa dal passato della serie ma in egual modo, se non di più, vincente. Il nuovo corso di God of War, iniziato nel 2019, ha saputo stupire la platea giocante, in modi che, forse, nemmeno gli alti piani di Santa Monica avrebbero immaginato. Per tal motivo, quando abbiamo sentito di una potenziale “piccola rivoluzione” in seno alla produzione, con gli sviluppatori che hanno presentato il progetto come un’avventura in stile roguelite, abbiamo avuto qualche piccolo dubbio e un po’ di timore, ma fortunatamente, e lo diciamo con grande convinzione e soddisfazione, ci sbagliavamo di grosso. L’avventura proposta da questo DLC gratuito, che per giunta si difende anche molto bene e anzi va al di là delle nostre previsioni anche dal punto di vista della longevità e dell’estensione contenutistica, risulta dannatamente divertente, appagante e stimolante, sin dalle primissime battute. Seguendo un po’ la scia di produzioni del genere più recenti, il DLC segue un percorso ludico lineare e appartenente semplice, ma in realtà nasconde una profondità ludica impressionante.

Subito dopo lo sbarco sulle spiagge nere del Valhalla, il DLC trascina il giocatore in un turbinio di combattimenti continui e spietati, che si basano sia sullo splendido gameplay del nuovo corso della serie sia sui dogmi dell’esperienza in stile roguelite più tradizionale. Progredendo per i vari stage, dalle dimensioni piuttosto contenute ma dall’ottima varietà, il giocatore è chiamato a trucidare gruppi di nemici via via più agguerriti e numerosi, affidandosi al tradizionale trittico di armi del nuovo corso della serie: le Lame del Caos, il Leviatano, lo scudo e la nuova Lancia Draupnir con però l’aggiunta di numerosi perk, potenziamenti e bonus da attivare per poter potenziare le abilità in battaglia del generale spartano. Durante la traversata, infatti, è possibile aprire dei forzieri di diversa tipologia o toccare delle determinate statue, e in entrambi i casi, grazie a esse, si possono ottenere dei diversi bonus, permanente e non, che vanno a potenziare o il potenziare bellico di una determinata arma e le sue relative skill o, in generale, quelle che sono le statistiche fisiche del protagonista.

God of War Ragnarok Valhalla

Via via che si accumulano i nuovi bonus, ovviamente, la progressione diventa sempre più agevole, anche grazie a una sorta di doppio sistema di evoluzione del personaggio che garantisce una profondità ludica aggiuntiva. Uccidendo i nemici, infatti, è possibile accumulare una sorta di valuta extra, che consente di acquistare ulteriori potenziamenti sia alle armi sia alle stats di Kratos che, chiaramente, agevolano ulteriormente la caccia alla sala del finale e non è una cosa da poco. A partire dal livello di difficoltà consigliato, quello “normale” per intenderci, Valhalla offre un tasso di sfida sempre piuttosto elevato, che chiaramente cresce in maniera esponenziale con il proseguire della traversata. Anche le boss fight ci sono sembrate sempre piuttosto difficili e stimolanti, ma la cosa più bella è che Santa Monica è stata talmente oculata e intelligente nel confezionare questo pacchetto di contenuti da riuscire a far respirare a pieni polmoni quella sensazione di sentirsi più forti e realmente più preparati alle battaglie via via che si sbloccano i nuovi bonus. God of War Ragnarok: Valhalla è un dunque, sotto il profilo del gameplay, della progressione e della vena ludica di grandissimo spessore, e come detto in precedenza, anche al di là della nostra immaginazione. La struttura è, se vogliamo, semplice e priva di guizzi clamorosi, ma tutto funziona perfettamente, ogni tassello si incastra alla perfezione con quelli più vicini e, alla fine della giostra, l’offerta complessiva risulta più che valida, capace non solo di espandere l’universo ludico come al solito meraviglioso partorito da Barlogh e dal suo team ma anzi di impreziosirlo con una serie di scelte di game design che rendono l’esperienza totale ancor più ricca e variegata.

Piattaforme: PlayStation 5, PlayStation 4

Sviluppatore: Santa Monica Studio

Publisher: Sony Interactive Entertainment

God of War Ragnarok Valhalla è la degna conclusione di un progetto ambizioso e vincente, che ha come unica pecca quella di lasciare un vuoto enorme nel cuore dei giocatori, desiderosi di tornare a trucidare orde di creature di ogni tipo in compagnia dell’ormai ex fantasma di Sparta. L’epopea nordica del glorioso guerriero si conclude in grande stile e, come detto in apertura, questo DLC non solo riesce a scrivere un degno finale alla storia raccontata negli ultimi anni ma, addirittura, riesce a unire i tantissimi punti di un racconto tormentato e meravigliosamente intimo e profondo, che ci ha accompagnati lungo quasi un ventennio. Insomma: non potete non dare una chance a Valhalla, in caso contrario, beh, vorrà dire che non c’è posto per voi al tavolo degli dei.

Ho imparato a conoscere l'arte del videogioco quando avevo appena sette anni, grazie all'introduzione nella mia vita di un cimelio mai dimenticato: il SEGA Master System. Venticinque anni dopo, con qualche conoscenza e titoli di studio in più, ma pochi centimetri di differenza, eccomi qui, pronto a padroneggiare nel migliore dei modi l'arte dell'informazione videoludica. Chiaramente, il tutto tra un pizza e l'altra.