Sam & Max Save the World Recensione: questa volta non gridare!

Sam & Max Save the World

Anzitutto, permettetemi un piccolo antefatto storico per quanti non conoscessero i protagonisti del titolo in oggetto: Sam e Max hanno visto la luce nel 1987 come fumetto scaturito dalla fervida immaginazione di Steve Purcell, illustratore e animatore che appose la firma su innumerevoli avventure grafiche della LucasArts (all’epoca, Lucasfilm Games). Al suo interno vengono narrate le bizzarre e sferzanti avventure di due investigatori privati disegnati con le fattezze di animali antropomorfi: Sam, un canide alto un metro e ottanta e vestito come un classico detective da film noir, e Max, un coniglio bianco squilibrato e dal grilletto facile (anche se a lui piace definirsi “lagomorfo”). Sam è il più rilassato dei due, e spesso rappresenta la voce della ragione che trattiene Max dalla violenza non necessaria, anche se la definizione di “violenza non necessaria” di Sam a volte è un po’ nebulosa. Nella maggior parte delle loro peripezie, i due ricevono ordini da un misterioso Commissario senza volto che li spedisce a disinnescare qualche congiuntura bislacca, di solito risolta con una combinazione di prepotenza, armi, ingegno e un pizzico di fortuna sfacciata.

Sam & Max Save the WorldLa popolarità di Sam e Max fra i corridoi della LucasArts fu tale che, dopo aver dedicato loro qualche cameo all’interno di titoli quali Indiana Jones e Monkey Island, nel 1993 si tradusse in un vero e proprio punta e clicca a loro dedicato: Sam & Max Hit the Road vedeva infatti i giocatori interpretare il dinamico duo in viaggio per le highway americane sulle tracce di Bruno, un bigfoot scappato dal circo assieme a Trixie, una ragazza dal collo di giraffa, prendendo parte all’azione grazie alla mai troppo lodata interfaccia SCUMM. Tuttavia, nonostante l’unanime successo di critica e pubblico, dovette passare quasi un decennio perché si iniziasse a parlare di un sequel, e non uno ma ben due progetti legati a Sam e Max vennero poi accantonati per difficoltà economiche e decisioni di marketing: lo scontento serpeggiò anche fra i dipendenti della casa editrice finché tre di loro, insoddisfatti dell’allontanamento aziendale dal genere delle avventure grafiche, fondarono una società in proprio e, nel 2005, rilevarono i diritti dei personaggi per confezionare personalmente un’altra avventura: la nuova compagnia era la Telltale Games e il gioco è il qui presente Sam & Max Save the World, pubblicato nel 2006 in formato episodico e riproposto oggi in versione rimasterizzata da Skunkape Games.

Sam & Max Save the World: mi sento tutta una zuppa di vongole dentro

Benché risalente agli anni ‘80, l’umorismo alla base delle vicissitudini di Sam e Max risulta attuale ancora ai giorni nostri, sia per i continui riferimenti sarcastici alla cultura pop in generale che per l’intrinseca e marcata avversione nei confronti dell’establishment, in particolar modo quello americano, forse mai tanto attuale come in un periodo storico come il nostro nel quale si percepisce un profondo disincanto per la classe dirigente a livello globale. Come negli altri capitoli del franchise, il gioco ci vede ai comandi di Sam con l’indisciplinato Max al seguito, intenti a risolvere una serie di casi che si dipanano nel corso di sei parti distinte, incluse qui in un unico pacchetto. Anticiparvi qualcos’altro sulla trama significherebbe fare un dispetto a quanti vorrebbero sperimentarlo di persona, dunque vorrei concentrarmi sulla qualità di questa remaster che, a livello tecnico, non ha davvero nulla da eccepire: Skunkape Games è infatti formata da ex sviluppatori Telltale, che ha purtroppo chiuso i battenti nel 2018, tutti impegnati all’epoca nella realizzazione di Save the World e delle altre due stagioni che l’hanno seguito (il nome viene proprio da uno degli antagonisti della terza), dunque chi meglio di loro per ottimizzare un codice di cui già conoscevano ogni segreto? La cura riversata in questa rimasterizzazione è evidente, a partire dal comparto grafico che adesso supporta il widescreen, texture in alta definizione, modelli poligonali leggermente più ricchi, qualche inquadratura migliorata e un’interfaccia utente al passo coi tempi.

Sam & Max Save the WorldAnche la colonna sonora beneficia tantissimo della mancanza di compressione, necessaria per venire incontro a quanti non disponevano di connessioni con bande sufficientemente larghe per tirare giù svariati gigabyte senza problemi, e rende finalmente giustizia allo sforzo creativo di Jared Nathaniel Emerson-Johnson che, con le sue note a metà fra jazz e blues, richiama alla memoria tanto i migliori film di genere noir poliziesco quanto le atmosfere scanzonate di Chi Ha Incastrato Roger Rabbit. Niente da dire, il connubio audiovisivo di Sam & Max Save the World si traduce in un’esplosione di stile e carattere che ancora oggi è difficile rintracciare in altre produzioni: il mio unico cruccio è la totale mancanza di extra come skecth preparatori, disegni concettuali o commenti degli sviluppatori che avrebbero potuto impreziosire a dismisura la raccolta. Il gioco funziona a meraviglia sia in modalità TV che portatile: naturalmente, la prima rende maggiore giustizia al lavoro di restauro, ma troverete altrettanti dettagli da assaporare anche qualora decideste di andarvene in giro con la console. I controller e il touch screen della Switch sono ideali per gestire l’interfaccia punta e clicca, e opzioni quali la pressione del tasto dorsale sinistro per evidenziare gli oggetti interattivi si rivelano un’autentica benedizione in certi passaggi. La ciliegina sulla torta sarebbe stata la facoltà di saltare le risposte preregistrate quando clicchi a ripetizione o per sbaglio su oggetti e persone, ma sarà per un’altra volta.

Le forze della burocrazia vincono ancora

La struttura di base è rimasta immutata sin dai tempi dell’originale: i nostri dovranno visitare una serie di location circoscritte ma traboccanti di particolari grandi e piccoli con cui interagire, mentre la tipologia di enigmi spazia dalla logica più inoppugnabile alle assurdità meno prevedibili che possiate concepire, e che spesso ci costringono a tentare il classico approccio del “prova a usare tutto con tutto e qualcosa prima o poi funzionerà”, senza tuttavia mai mancare di strapparci quantomeno una risata a denti stretti. Purtroppo, né la prima incarnazione di Sam & Max Save the World né questa remaster dispongono di un sistema di aiuti o suggerimenti, perciò qualcuno degli indovinelli più astratti potrebbe costringervi a cercare la soluzione altrove, a meno che non entriate anima e corpo nell’intricata mentalità degli autori. Ponte narrativo fra un rompicapo e l’altro sono, naturalmente, le conversazioni fra i personaggi, e in tal senso il pungente sarcasmo di Steve Purcell si manifesta in ogni singola battuta grazie soprattutto all’interpretazione dei doppiatori, capaci di esprimersi alla perfezione in qualsiasi circostanza, in particolare l’ottimo David Nowlin nei panni del caustico ma impassibile Sam.

Sam & Max Save the WorldDoveroso da parte mia segnalare che una parte dei dialoghi è stata rivista perché troppo legata a stereotipi razziali e culturali che oggi potrebbero risultare offensivi o fastidiosi: in particolare, il personaggio di Roscoe Bosco, un afroamericano complottista e proprietario di un minimarket che visiteremo spesso, è stato doppiato da un altro attore (Ogie Banks, di colore anche lui) con una revisione pesante di tutti i suoi scambi perché il suo predecessore (Joey Camen) non solo era bianco ma l’aveva interpretato in maniera fortemente caricaturale. Sono sempre restio a considerare operazioni del genere come revisionismo o, peggio ancora, censura perché comprendo le ragioni dietro simili interventi, tuttavia capisco anche il disappunto di chi avrebbe preferito di gran lunga acquistare una versione integrale del titolo senza correzioni di alcun tipo, e la poca trasparenza di Skunkape Games nell’informare gli utenti di queste rettifiche non ha giocato a loro favore. A livello strutturale, l’eredità dei rilasci frammentati si percepisce in più di un’occasione, perché è evidente lo sforzo di predisporre ciascun capitolo in maniera indipendente per poi collegarli tutti con una tematica centrale che cresce di importanza: essendo però la storia suddivisa in sei parti che, all’epoca, vennero rilasciate a un mese di distanza l’una dall’altra, giocandole in maniera continuativa lasciano emergere una certa ripetitività nelle azioni e nelle meccaniche, studiate senza ombra di dubbio per “diluire” un po’ la durata degli episodi. Vorrei pertanto consigliarvi di approcciarvi a Sam & Max Save the World con sessioni brevi e concentrate, sorseggiandolo come fareste con un buon cocktail che invece, se tracannato a garganella, vi darebbe subito alla testa: è questo infatti il modo migliore di accompagnare la più improbabile coppia di ficcanaso mai apparsa sugli schermi nelle loro indagini, magari approfittando proprio della portabilità di Nintendo Switch.

Piattaforme: PC, Nintendo Switch, Xbox One

Sviluppatore: Skunkape Games

Publisher: Skunkape Games

In attesa di un ipotetico ritorno sulle scene, la prima avventura “segmentata” di Sam & Max viene riproposta in grandissima forma ed è sempre un piacere da provare. Inoltre, l’attuale clima internazionale rende i suoi toni se possibile ancora più contemporanei, e il porting sulla console ibrida del gigante di Osaka è fluido, privo di sbavature e brillante al punto giusto. Purtroppo, il pacchetto completo è davvero scarno, e lo spirito nonsense che pervade la produzione richiede un minimo di adattamento a chiunque non sia abituato alle atmosfere troppo surreali, ma per il resto si tratta di un’avventura sopraffina e, ancora meglio, di un autentico pezzo del mondo videoludico che, grazie all’impegno dei suoi sviluppatori originali, non è andato perduto.

VOTO: 7.8

Gioca da quando ha messo per la prima volta gli occhi sul suo Commodore 64 e da allora fa poco altro, nonostante porti avanti un lavoro di facciata per procurarsi il cibo. Per lui i giochi si dividono in due grandi categorie: belli e brutti. Prima che iniziasse a sfogliare le riviste del settore erano tutti belli, in realtà, poi gli è stato insegnato che non poteva divertirsi anche con certe ciofeche invereconde. A quel punto, ha smesso di leggere.