Final Fantasy VII Remake Intergrade Recensione: Epic chiama, Square Enix risponde

Final Fantasy VII Remake Intergrade

Quando nel 2015 venne annunciato il rifacimento di Final Fantasy VII per PlayStation 4 in tanti non pensarono che ci volessero oltre 5 anni per avere tra le mani non un prodotto completo, ma solamente la prima parte di un progetto ben più lungo. I giochi però oramai sono fatti e così, a marzo 2020 e in piena pandemia, usciva uno dei rifacimenti più attesi del mondo. Critica e pubblico sono stati concordi: si tratta di un’opera generosa, che rende giustizia ad un gioco che ha saputo muovere il mondo e radunare attorno a sé una nutrita, se non foltissima, amanti dei giochi di ruolo a turni, di puro stampo giapponese. Fast forward: siamo oramai alla fine del 2021 e dopo quasi due anni dalla release, il remake di Final Fantasy VII arriva finalmente su PC, nella sua forma migliore, ovvero quella Intergrade, già pubblicata su PS5 e che porta con sé un sacco di novità e varie migliorie tecniche.

Questa recensione, nello specifico, non si concentrerà dunque sull’aspetto della storia, oramai ben conosciuta e apprezzata da tutti. Andremo invece ad analizzare le caratteristiche tecniche e le novità di questa nuova edizione di Final Fantasy VII, che arriva su PC dopo un anno e in esclusiva sull’Epic Games Store, oltre che una piccola panoramica sui lavori di Square Enix e di come il valore di questa produzione sia ancora rimasto intatto.

Final Fantasy 7

Final Fantasy VII è ancora un’opera di valore

Se provate a giocare ad un qualsiasi titolo anni ’90, difficilmente ad oggi è ancora godibile appieno. Final Fantasy VII Remake Intergrade invece sì. E riesce ad essere praticamente perfetto sotto ogni punto di vista. La storia è in realtà acqua passata, altri prodotti l’hanno tratta deciamente meglio, ma non con il carisma e con la caratterizzazione dei personaggi del gioco. E anche dello stesso ambiente: Migdard è forse una delle migliori location che abbiamo mai visto. Personaggi, ambientazioni, quest: tutto è ancora oggi molto affascinante e riesce in qualche modo a catturare due tipi di giocatori, ovvero coloro che si avvicinano per la prima volta al titolo e anche i fan storici, desiderosi di scoprire la loro opera preferita in una nuova veste grafica.

Final Fantasy 7

In questo caso, però, dobbiamo essere necessariamente un po’ critici nei confronti di Square Enix. È la prima volta infatti che ci approcciamo al gioco, ad esclusione della demo pubblicata su PS4 a marzo del 2020 e quello che notiamo è probabilmente l’assenza di coraggio dal sganciarsi di un sistema a turni. Certo, siamo sicuri che chiunque abbi valutato la versione originale che ha debuttato proprio lo scorso anno abbia un’altra opinione, anche molto diversa, ma è corretto specificare tutto ciò che abbiamo provato a livello di sensazione durante le ore passate con questa versione. Pur rimanendo estasiati da ciò che abbiamo visto su schermo, infatti, ci sentiamo come l’introduzione e la gestione del party, oltre che al sistema di battaglie tattico, sia un forte richiamo al passato ma allo stesso tempo anche un limite per questo rifacimento. Con un po’ di coraggio in più, con molta probabilità, ci saremmo divertiti decisamente di più. Attenzione però: non significa che non vada bene o che non sia funzionale, tutt’altro. Il game design dietro questo sistema convince e funziona senza problemi, la nostra era più una riflessione personale basata su ciò che abbiamo avvertito durante le ore di test.

Final Fantasy 7

I contenuti però raddoppiano, altrimenti che nuova versione sarebbe? Finalmente è stata inserita la Photo Mode, richiesta da tanti, anche se con un limite di personalizzazione inferiore rispetto ad altri giochi. Infine abbiamo un DLC, completamente giocabile fin dall’inizio (anche se è fortemente raccomandato aver terminato la storyline principale), che ci mette nei panni di Yuffie. Oltre a questo ci sono ovviamente migliorie tecniche, che rendono il gioco visivamente più bello rispetto a quello che ha debuttato nel 2020.

Final Fantasy VII Remake Intergrade: si impegna, ma non si applica

Se il valore storico del gioco lo abbiamo già giustificato in altro, ribadendo ancora una volta quanto capiamo l’affetto che i fan nutrono verso questa saga, di discorso diverso è invece questo porting. Final Fantasy VII Remake Intergrade gira su due console: PS4, che ha un hardware oramai vecchio di 8 anni e PS5, che ha un hardware invece di nuova generazione ma comunque già indietro rispetto a ciò che possono fare le nuove GPU. Fatta questa premessa, su PC il gioco di Square Enix è uno spettacolo da vedere. I requisiti tecnici, molto abbordabili e alla portata di tutti, non inficiano sulla qualità tecnica. A livello puramente visivo, Final Fantasy VII Remake Intergrade è sicuramente uno degli spettacoli più belli, poetici che abbiamo visto. Non siamo nell’ordine del fotorealismo, ma è comunque una bella sorpresa trovare texture in QHD, brillanti e modelli poligonali ben realizzati. La qualità di immagine è per ovvie ragioni superiore a PS4 e ci riteniamo decisamente soddisfatti. Discorso diverso, invece, per quanto riguarda invece l’ottimizzazione e l’impegno per quanto riguarda la conversione.

Abbiamo avuto modo di testare Final Fantasy VII Remake Intergrade su un PC dotato di 16GB di RAM a 2400Mhz, scheda video GPU RTX 360 Ti da 8GB e CPU i5-10400F. Un banco di prova next gen, dunque, in piena linea con i parametri di questa generazione. Tutte le prove sono state effettuate al massimo della risoluzione raggiungibile, ovvero 1440p (QHD) e con i settaggi ad ultra. I risultati sono stati soddisfacenti, ma abbiamo rilevato qualche dubbio in merito a determinati passaggi.

Final Fantasy 7

A 60fps, sia in modalità Borderless che in modalità Window, abbiamo riscontrato dei microstuttering, che rende la progressione all’interno del gioco particolarmente fastidiosa. A 120fps, invece, il tutto riesce a girare senza troppi problemi, eliminando anche il più piccolo degli scatti. In linea di massima, il gioco regge assolutamente benissimo, non siamo mai scesi sotto la media se non per qualche secondo e il tutto funziona praticamente bene, ad esclusione appunto degli episodi di lag riscontrati in due modalità.

Un problema tipicamente giapponese

Nonostante il gioco sia ottimizzato decisamente bene, ci spiace constatare che anche Square Enix è afflitta da un problema che sembra colpire solamente i porting dei giochi PC. Final Fantasy VII Remake Intergrade su Epic Games infatti arriva privo di qualsiasi opzione grafica, se non la scelta del frame rate, due sole voci per i preset e poco altro. Non abbiamo la possibilità di impostare la qualità delle texture, la qualità delle ombre ed altri parametri che ad oggi dovrebbero essere la norma. E non è la prima volta che succede: dal Giappone infatti i prodotti per PC escono molto spesso in questo stato (e delle volte anche peggio).

Difficile capire perché il Sol Levante sia colpito specialmente da questo problema. La possibilità è che probabilmente i giocatori residenti nel paese non siano avvezzi al gaming su PC o comunque abbiano dei gusti differenti. La seconda ipotesi, invece, è che i prodotti siano talmente tanto leggeri come in questo caso che forse non c’è davvero bisogno di avere a disposizione una legittima serie di opzioni grafiche. Un vero peccato, perché molto spesso la stessa inclusione potrebbe risolvere dei problemi tecnici come quello che abbiamo riscontrato nella nostra analisi: molto probabilmente, con il V-Sync attivo (non presente come opzione) non si sarebbe mai verificato.

Piattaforme: PC, PlayStation 5, PlayStation 4

Sviluppatore: Square Enix

Publisher Square Enix

Final Fantasy VII Remake Intergrade è una produzione di altissimo valore per merito dell’opera originale, che non perde il suo fascino grazie ad una realizzazione tecnica decisamente curata e stupenda da vedere. Arriva su PC oltre un anno dopo rispetto alla controparte console, con tanti contenuti inediti ma con un porting quasi pigro, che si limita a fare il compitino e non curato come dovrebbe essere. L’aggravante? Sicuramente il prezzo richiesto dal publisher: capiamo che si tratti di una novità nel mercato dell’Epic Games Store, ma il gioco in sé ha già un anno di vita e 79.99 euro per un porting senza le opzioni grafiche forse sono davvero troppi. Da acquistare al day-one se siete veri fan oppure volete vivere per la prima volta una storia affascinante.

VOTO: 7.8

Alessandro muove i primi passi nei videogiochi grazie a Crash Bandicoot 2 e The Curse of Monkey Island. Il suo genere preferito restano le avventure grafiche e narrative ma ama anche gli sportivi come ad esempio FIFA (dove comunque non sarà mai bravo quanto vorrebbe). Nel tempo libero impreca per i risultati dell'Inter, legge e suona la chitarra