Mariupol Computer Museum, addio alla memoria storica. Si, perché la recente invasione sovietica dell’Ucraina ha avuto conseguenze devastanti su tutti i fronti, non solamente per la perdita di tantissime vite umane e animali, ma anche di edifici storici importanti dello stato. Tra le tante istituzioni perdute spicca, per gli amanti del Retrocomputing e del Retrogaming, un luogo molto importante per preservare la memoria storica informatica. Club it8bit – Mariupol Computer Museum, il museo ucraino del computer, era stato fondato dal collezionista, archivista e retrogamer Dmitry Cherepanov che nell’edificio distrutto aveva raccolto oltre cinquecento pezzi storici, divisi tra console, computer, periferiche, software e videogiochi. In aggiunta al materiale fisico, il museo raccoglieva anche oltre cento Gigabyte di back up di materiale storico, inclusi giochi, programmi e musica nei formati proprietari, tipo brani in SID, realizzati nelle diverse epoche storiche per le diverse piattaforme, e dumpati per la loro maggiore preservazione. Ben quindici anni di grande impegno nel raccogliere e preservare la memoria del passato informatico.

La notizia della distruzione del museo è stata diffusa attraverso i social, sia personali, come potete leggere in questa pagina , sia da quello dei colleghi dell’Ukrainian Software and Computer Museum, altra istituzione importante ucraina, che ha espresso la propria solidarietà attraverso Twitter. Di seguito le commoventi parole scritte su Facebook dall’archivista:
Salute ai Retromaniaci!Bene, ecco, il Museo dei computer Mariupol non c’è più.Tutto ciò che rimane della mia collezione che ho raccolto per 15 anni sono solo frammenti di ricordi sulla pagina FB, sul sito e sulla stazione radio del museo. Cercherò di continuare a mantenere il sito e la radio di RetroBit, ma la vita ora avrà priorità completamente diverse. Non c’è né il mio museo né la mia casa e fa male, ma sicuramente sopravviverò e troverò una nuova casa! (Dmitry Cherepanov)

Nella raccolta del Club it8bit – Mariupol Computer Museum erano presenti anche importanti pezzi provenienti dalla storia dell’informatica russa, tra cui spiccano i celebri Cloni dello Spectrum, che nell’Ex Unione Sovietica hanno proliferato per anni, al pari dei Cloni di PONG negli anni settanta. Potete vedere la sua storia nel video documentario allegato a questa pagina. La collezione, che partiva dagli anni cinquanta fino all’inizio degli anni duemila, era stata raccolta in oltre dieci anni di duro lavoro, con Dmitry Cherepanov attivo in prima persona nel recupero e nella sistemazione di pezzi storici ed oggi molto difficili da trovare. Purtroppo, assieme al museo è andata distrutta anche la casa personale dell’archivista, che era situata all’interno dello stesso edificio. Non resta, per ora, che ammirare la splendida galleria del sito ufficiale del museo, Club it8bit, che potete vedere in questa pagina, in attesa di poter ricostruire tutto Retro Village si unisce al cordoglio per una perdita storica e culturale così importante.