Nonostante le ore passate in officina, DRIFTCE non puzza certo di olio e benzina, ma profuma, piuttosto, di prodotto ben pensato, con il team di ECC Games S.A. capace di mettere a fuoco un’idea, un progetto, una simulazione di “derapata” dove gli aspetti gestionali e simulativi superano di gran lunga, per qualità e quantità, orpelli e tecnicismo grafica. Perché DRIFTCE , chiariamo subito, non è solo una produzione a basso budget, ma anche la dimostrazione che i soldi, anche e soprattutto quando sono pochi, possono comunque essere ben spesi. Proprio come insegna la carriera in single player proposta dal gioco.
DRIFTCE: il fascino dell’officina
C’è da dire che DRIFTCE non è esattamente un prodotto nuovo di pacca, ma una sorta di “remaster” mascherata di DRIFT21, già da qualche tempo salpato sugli store digitali per PC. Ancora più importante, poi, precisare come il gioco non sia esattamente un racing in senso stretto focalizzato sulla derapata, ma, anche e soprattutto, un piccolo grande gestionale dedicato alla cultura del tuning dell’auto, finalizzato, questo sì, ad ottenere in pista non certo l’assetto perfetto, quanto la derapata definitiva.
Il giocatore, insomma, sarà chiamato, sin dalle primissime fasi di gioco, a “ricostruire” l’auto perfetta, partendo da un budget limitato, per poi ampliare non solo il proprio portafoglio attraverso i guadagni che scandiscono la progressione, ma anche sbloccando nuove opportunità di upgrade della vettura e quindi nuovi componenti. Come a dire che, tra una prova in pista e un’altra, tendenzialmente tutte di breve durata, il tempo maggiore si trascorre in officina dove, tra un menu e un altro, bisognerà districarsi nella scelta di componenti sempre più performanti o, semplicemente, esteticamente sempre più estreme. Ciò che colpisce maggiormente di DRIFTCE è il numero di “parti” acquistabili e di elementi customizzabili, che sfiora le due migliaia. Per altro, l’installazione e il montaggio delle componenti non è limitata ad un semplice click, presentandosi quasi come un puzzle game dove bisognerà effettivamente “incastrare” ogni “pezzo” nello “spazio” tridimensionale deputato. Se state pensando a Tetris, siete probabilmente fuori strada, ma il concetto, mutati mutandis, non è posi così peregrino. La personalizzazione è praticamente infinita, ma non totalmente libera perché dettata dalla compatibilità o meno di alcune parti. Come a dire che ci sarà da studiare. Eppure, dal cambio di motore a quello, ben più semplice, del pomello della leva delle marce, passando all’upgrade di sospensioni e pneumatici e ancora oltre, ogni elemento, o quasi, di un’auto è smontabile e modificabile.
DRIFTCE: derapate infinite
Ad ogni “change” imposto della propria auto – all’inizio il gioco mette a disposizione la mai troppo acclamata Mazda MX 5 NB, per gli amici la “Miata” seconda serie – la carriera chiederà al giocatore di mettersi alla prova in pista, presentando una lunga serie di allenamenti, sfide, eventi e competizioni. Per arrivare primi, non bisognerà certo fare a sportellate con altre auto, quanto piuttosto trovare il modo corretto per affrontare in derapata le curve che, in sequenze via via sempre più complicate, i vari percorsi ci metteranno davanti. Sono proprio le scivolate sull’asfalto a regalare il senso di progressione, perché le performance saranno valutate attraverso i punti derapata accumulabili sulla base della durata della sbandata, oltre che sul controllo della stessa.
Abbandonate ogni speranza o voi che ricordate il classico Daytona U.S.A. o, restando in ambito di derapate made in Sega, le interazioni anni 2000 di OutRun. DRIFTCE non si propone come arcade, ma come simulazione. Una scelta fondamentalmente obbligata per cristallizzare, in termini di mero gameplay, il gran lavoro svolto sulla parte gestionale e di tuning e che, appunto, riesce a mettere in risalto non certo un motore fisico particolarmente raffinato, quanto le differenze proprie di ogni componente installato sul proprio bolide. La curva di apprendimento, anche per questo, è piuttosto ripida, richiedendo il giusto tempo prima di padroneggiare il particolare stile di controllo del mezzo e annusare, così, l’odore di gomma bruciata dal calore dell’asfalto. In fin dei conti, con DRIFTCE, si tratta di “reimparare” a guidare, accettando le particolari regole che governano le piste e i percorsi proposti, prima ancora che dalle regole della fisica, dagli sviluppatori di ECC Games. Si tratta, pure, di giocare sapientemente con acceleratore e freno a mano, con pesi e contropesi, con grip e necessita di scivolare, evento dopo evento, verso l’obiettivo prestabilito.
DriftCe: il bello delle curve
Pur lontano dalle produzioni AAA, DRIFTCE, nella versione PlayStation 5 da noi testata, è gradevole da vedere, ben più di quanto ci aspettassimo. Le auto, due dozzine licenziate, sono davvero ben riprodotte nella modellazione poligonale e nella certosina ricostruzione di minimi particolari di scocca e livrea, con gradevoli effetti di illuminazione della carrozzeria e un rendering apprezzabile. Intendiamoci, il trucco c’è, ma (non) si vede. In pista, infatti, si scende sempre da soli, senza altri avversari, e i tracciati sono sicuramente ben disegnati, ma parchi in elementi ed estensione. Ed ecco che, appunto, i limiti della piccola produzione, per quanto ingegnata, emergono con forza, per poi, magari, eclissarsi di nuovo. Anche di fronte d un prezzo di vendita ridotto. Le peculiarità di DRIFTCE potranno apparire come un limite a qualcuno, ma anche come un gran pregio per un pubblico ben specifico, attratto dalle caratteristiche esclusive di un sottogenere che, in fondo, appare ancora inesplorato. A fronte di un comparto audio che, ancora una volta, evidenzia la grande attenzione e l’evidente passione degli sviluppatori per tutto ciò che riguarda l’universo auto, quello che il titolo ha, ancora, da offrire risiede in una manciata di modalità classiche – gara veloce, gara libera, prova a tempo e multi giocatore, – che sembrano messe apposta per riempire le descrizioni, ma poco aggiungono ad una campagna in singolo non certo infinita, eppure appagante e ben strutturata. Dopo una lunga serie di prodotti incastrati in stereotipi e canoni fin troppo conosciuti, ci sentiamo di dirlo: benvenuto a bordo, DRIFTCE.
Piattaforme: PS5, PS4, PC, Xbox Series X/S, Xbox One
Sviluppatore: ECC Games
Publisher: 505 Games
DRIFTCE non è Gran Turismo e neppure OutRun. Piuttosto, è un simulatore di tuning che, alla passione e alla didattica sul mondo del custom motoristico, unisce un gameplay simulativo limitato alle derapate. A qualcuno potrà sembrare poca cosa, ma siamo pronti a scommettere che il punto messo a fuoco da ECC Games possa centrare i gusti di una fetta di videogiocatori pronti a scommettere su alcune caratteristiche sconosciute alla maggior parte dei racing che affollano gli store.