Sicuramente interessante (e importante) che un sito come CNN, ancorché tramite il suo blog tecnologico, si schieri a favore di chi definisce arte i videogiochi, rispondendo più o meno direttamente alle critiche di chi, come Roger Ebert all’inizio di quest’anno, afferma che i due mondi siano inconciliabili, e che i VG non possano in alcun modo…
CNN, dicevamo, sostiene che “fin dai primi pionieristici esperimenti come Another World e Myst, passando per classici come Okami, Bioshock e Ico, i giochi hanno sempre usato immagini che catturano l’attenzione di chi le osserva e storie avvincenti in grado di suscitare passioni e sentimenti. Altri titoli, come Passage, Flower e Braid offrono anche esperienze in grado di cambiare i punti di vista di chi li gioca, e a tempo stesso grandi occasioni per analisi introspettive, come fanno i capolavori dei grandi maestri”, citando Van Gogh e Michelangelo. Ancora, vengono citati titoli come Heavy Rain, The Graveyard e The Legend of Zelda: The Wind Waker, tutti giochi che lasciano ampio spazio all’interpretazione individuale e alla crescita di un individuo, che alla fine ne esce sempre e comunque arricchito.
Tutto giusto, tutto legittimo. La cosa curiosa di questo articolo, in cui si afferma che i giochi sono arte, è che non viene citato nessun artista – tranne Michelangelo e Van Gogh. Significativo, non trovate?