Negli scorsi giorni, tra un intervento e l’altro, Gamerome è divenuta la fonte di innumerevoli conferenze sul videogioco, sulla rappresentanza degli stessi nell’era moderna e sulla crescita sempre più vertiginosa del competitivo nelle logiche del mercato. In tutto questo però, anche un gigante della tecnologia quale è Intel ha voluto dire la sua su quello che sarà inevitabilmente il futuro di tutti. Nel corso di una conferenza intitolata “New Processors for Content creator and Developers: Which Hardware is Used by Gamer?“, è intervenuto proprio il Communication Manager di Intel Italia, Agostino Melillo, mostrando ai presenti il nuovo Intel Core i9 e discutendo di come andranno a evolversi i processori nel prossimo futuro. Con la conclusione della presentazione abbiamo infine avuto la possibilità di sederci insieme a Melillo, ampliando il discorso con nuovi argomenti e pareri.
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Durante la presentazione abbiamo visto i nuovi modelli di Intel Core i9, tutti i vari miglioramenti, incluse anche le loro folli performance rispetto ai competitori di qualche anno fa. I processori di Intel, soprattutto quest’ultima versione, come potranno aiutare i content creator a migliorare il loro utilizzo quotidiano?
Intel, quando crea dei nuovi processori, lo fa per esigenze reali. I gamer e i content creator sono sicuramente due delle categorie che più hanno bisogno delle prestazioni. Quindi, quando andiamo a lanciare un nuovo processore, deve sempre rispondere a determinati casi d’uso; reali, concreti. Nel caso di chi sviluppa, ci sono determinati programmi che meno tempo impiegano a fare bene le operazioni che devono fare e meglio è. Quindi, il nostro lavoro di ottimizzazione, anche di hardware, è quello. Poi abbiamo messo delle migliorie anche per la sicurezza. Per esempio, abbiamo fatto delle correzioni per l’hardware, oltre che nel firmware e nel software, per una vulnerabilità che era stata rinvenuta a gennaio.
E tornando sempre sul discorso dello sviluppo, come può aiutare Intel Core i9 quando il discorso passa sui programmi più pesanti per il computer?
Sicuramente con l’aumento di core, perché è la prima volta che in fascia mainstream abbiamo 8 core e 16 thread. Anche a livello di applicazioni che richiedono il multithreading riusciamo ad accontentarli. Poi abbiamo comunque un processore che in turbo boost va a 5 GHz, quindi il processore riesce a essere abbastanza utile. C’è inoltre il miglior processore per gaming che abbia 8 core. La versatilità è quindi abbastanza grande. Senza contare i core X, che ora non fanno più parte della fascia mainstream, ma della fascia da workstation. Qualche creator potrebbe aver bisogno di quella tecnologia. Quindi, la cosa essenziale è che ogni esigenza venga soddisfatta.
Durante la presentazione si è parlato anche di scena competitiva e degli eSport in generale. In questo caso, come sta venendo utilizzato e come verrà sfruttato in futuro Intel Core i9?
Al momento, i principali tornei eSportivi italiani girano o con Intel Core i7 o Intel Core i8, perché bisogna garantire ai giocatori il top; non devono avere cali di fps… Parlavo con alcuni giocatori professionisti allo scorso Lucca Comics & Games, nella Chiesa di San Romano, e lì avevamo tutti Intel Core i7, e ovviamente dovevamo dare dei computer in generale che non avessero dei cali di framerate durante il gioco. Anche 5 fps, che sembrerebbe minimo, quasi impercettibile all’occhio umano, distraggono automaticamente il giocatore professionista. E la distrazione è letale, perché nel momento in cui non pensi più al gioco ma alla sua apparecchiatura non rendi più il 100%! Ed è un peccato, perché è come se un calciatore non avesse le scarpe adeguate per giocare.
Quindi la visione generale di Intel sulla scena competitiva è quella di offrire le migliori prestazioni?
Le migliori prestazioni, anno dopo anno, sì. Anche perché poi cambiano le esigenze e bisogna sia adeguarsi, sia stimolare a creare di più. Molte cose non erano possibili con le tecnologie di alcuni anni fa, e invece con quelle odierne riesci a compiere delle imprese. Per esempio, penso alla realtà virtuale. Con l’hardware di oggi riesci a creare delle esperienze di realtà virtuale molto avanzate, tant’è che abbiamo anche provato a fare un torneo competitivo di Echo Arena.
Quindi Intel è interessata anche alla realtà virtuale, aumentata e mista?
Sicuramente! La realtà virtuale è uno degli scenari evolutivi; per il gaming e non solo. Vedo dei casi spettacolari anche nel campo del business, dove la realtà virtuale può realmente aiutare: dalla medicina fino alle telecomunicazioni. Ci sono delle possibilità d’uso pazzesche. E come anticipavo, a breve arriverà anche il 5G. E la realtà virtuale, con una latenza ridotta ai minimi termini, riesce a offrire un’esperienza in tempo reale, magari partecipativa. Quindi, la realtà virtuale ha molti margini di crescita e di espansione. A livello del gaming, Intel si sta muovendo; non solo dando l’hardware giusto, ma anche con esempi quali Project Alloy, che era questo visore senza fili. E in quel caso si parlava di realtà mista. Senza contare l’intelligenza artificiale, servirà anche quella.
Qual è la visione odierna di Intel e come si sta muovendo sulle giocatrici professioniste, adesso che si stanno pian piano integrando tra i giocatori?
Il bello degli eSport, a differenza di molti altri sport tradizionali, è anche quello di avere un campo in cui tutti possono partire dallo stesso livello. Le barriere all’ingresso in molti casi sono veramente limitate. Detto questo, una rappresentanza femminile non è ancora ai livelli maschili. E questo è indubbio, è innegabile. Ci vorrà del tempo per raggiungere determinati livelli. Noi come Intel stiamo lavorando su piattaforme dedicate per stimolare, coinvolgere; c’è bisogno dell’interesse a partecipare e noi lo facciamo con gli ESL, con i nostri Intel Extreme Masters, organizzando anche un torneo competitivo di sole donne.