Maleficent 2 Signora del Male Recensione

Maleficent 2 Signora del Male

Maleficent 2 Signora del Male | Il primo Maleficent, uscito nel 2014, lasciò nella critica un senso di incompiuto. C’erano molti spunti interessanti: dal mostrare una storia classica col punto di vista dell’antagonista, fino ad arrivare al percorso di rivalsa e vendetta. Tutti questi temi si persero nella resa complessiva, risultando in un caotico prodotto finale. Non fu in grado di tirare al meglio le somme, ma riuscì a stabilire una base modestamente solida da cui generare un secondo capitolo (seguito inevitabile, visto l’incasso di oltre 750 milioni di dollari in tutto il mondo). Tristemente, quello che otteniamo è davvero più o meno lo stesso risultato: un’occasione mancata. Ancora una volta ci sono alcuni concetti stimolanti in ballo, come una resa dei conti tra due madri e una guerra su larga scala tra fate ed umani, ma nel complesso il prodotto non riesce a decollare. Dopo aver intervistato direttamente Angelina Jolie e Michelle Pfeiffer, abbiamo finalmente avuto modo di vedere Maleficent 2 Signora del Male, stavolta in una anteprima europea, in cui la storia riprende con Malefica, ritrovata villain e protettrice della magica Brughiera, nel suo ruolo di madrina della Principessa Aurora (Elle Fanning).

Maleficent 2 Signora del Male: le origini di Malefica

Si viene lanciati in azione proprio nella Brughiera dove la vita di Aurora, che vive come la regina del popolo delle fate, viene sconvolta quando il Principe Filippo (Harris Dickinson) le chiede di sposarlo, scatenando una sequenza devastante di eventi. Il personaggio di Malefica è cucito su misura per Angelina Jolie. Il suo magnetismo, unito al modo in cui si fa strada tra l’essere una versione fatata di Batman e un’amorevole madre minacciosa, è il vero motivo per cui questi film funzionano col pubblico. Si adatta al personaggio e al suo ciclo infinito di costumi. È estremamente adatta al ruolo, con i suoi zigomi taglienti e lo sguardo che incenerisce. La scelta migliore in fase di casting però è stata quella di aggiungere Michelle Pfeiffer nei panni della regina di Ulstead. Ha messo in scena la bella ed elegante regina Ingrith, rendendola un perfetto villain, il cui sorriso benevolo nasconde un piano ben strutturato. Tiene all’oscuro da questa trama suo figlio e il suo pacifico marito, King John (Robert Lindsay), interpretando a pennello la figura di leader che non si fa scrupoli pur di perseguire un bene superiore.

Proprio il rapporto in scena tra la Jolie e la Pfeiffer è uno degli aspetti migliori di tutta l’opera. Tra scambi di battute taglienti, alternati a sguardi glaciali, riescono a rendere appassionante il loro scontro. Peccato solo che appaiano contemporaneamente solamente due volte su schermo! Ed è forse il rammarico più grande. Invece di lasciare il pubblico libero di godersi il duello Jolie vs. Pfeiffer, il film svolta improvvisamente e decide che è più importante mostrare le origini di Malefica e del suo popolo. Scelta che risulta semplicemente come una scusa per aggiungere al cast alcuni attori notevoli (Chiwetel Ejiofor e Ed Skrein), ed un’armata con cui Malefica può gettarsi in una battaglia sullo stile di Game of Thrones. I diversi e meravigliosi atteggiamenti sinistri interpretati da Angelina Jolie e Michelle Pfeiffer nei loro ruoli sono comunque sia godibili, ed Elle Fanning è deliziosa, ma è un peccato che il film non dia loro del materiale migliore con cui lavorare.

Maleficent 2 Signora del Male

I confronti tra Jolie e Pfeiffer in Maleficent 2 Signora del Male sono semplicemente magnifici.

La triste verità è che nonostante tutto questo potenziale attorale, Maleficent 2 è un po’ debole, ed esaurisce il suo potere narrativo a metà strada. Malefica non è affatto la Signora del Male: la maggior parte della malvagità è stata decostruita e questo ruolo di villain viene chiaramente usurpato. Mentre scorre, il film risulta sempre più sconnesso nelle varie parti che non si adattano tra loro. Ci sono sporadici tentativi di subdola autocoscienza: “Questa non è una fiaba“, la regina Ingrith avverte l’ingenua Aurora, ma non abbastanza per far funzionare il film a un livello sofisticato per gli spettatori adulti. Ci sono tentativi di metafora; le creature del popolo di Malefica sono state emarginate e scacciate dalla società. Creano una debole connessione con il pregiudizio e l’odio presenti nella vita reale, ma l’idea è così debole che risulta non pertinente.

Qualcosa che salta immediatamente all’occhio di Maleficent 2 Signora del Male è il livello qualitativo al quale sono arrivati i dipartimenti di computer grafica della Disney. Il sequel fa eco visivamente ai precedenti film live action dello studio ma gli effetti sono progrediti con passi da gigante. Il mondo in technicolor delle fate è coinvolgente e divertente, sembra quasi reale, e il lavoro fatto sulle creature della Brughiera è magistrale. Anche la resa della battaglia finale, sembra uscita da uno degli ultimi film Marvel per imponenza ed immersione. Il regista Joachim Ronning (“Pirati dei Caraibi La vendetta di Salazar”) ha compiuto un buon lavoro nel creare un vasto mondo magico, aggiungendo ad esso le meravigliose grotte sotterranee e la terra dei Dark Fey.

Concludendo, con la sua attenzione focalizzata altrove, la storia non consente alcuna vera esplorazione significativa dei suddetti temi che finiscono per essere semplici ingredienti in un prodotto né carne né pesce. Il fatto che il film non li esplori ulteriormente è un peccato, e Maleficent 2 Signora del Male finisce per risultare un’opera sicuramente appetibile e godibile per il pubblico, ma incompiuto come il suo predecessore.

Emiliano Spinelli, conosciuto in questo settore come "S-Venom", gioca praticamente da sempre. Videogiocatore professionista da 10 anni ormai, ha ricoperto varie posizioni nel mondo Esport, fino ad arrivare anche a scriverne per conto di GamesVillage.