Gears Tactics Recensione: XCOM fuori, Gears dentro

Gears Tactics

“Sembra sorprendentemente bello”. Questo รจ uno dei commenti piรน apprezzati sotto una delle tante anteprime di Gears Tactics, che ci offre un ottimo spunto di riflessione. Come mai l’autore ha deciso di includere la parola “sorprendentemente”? Il motivo รจ probabilmente legato alla natura stessa del titolo: uno spin-off puramente strategico di una nota saga che ha sempre cavalcato le redini degli sparatutto. Come per molti altri casi analoghi, c’รจ sempre la preoccupazione che una svolta del genere non riesca a convogliare appieno le sensazioni e i pregi dell’originale, e da qui nasce quella “sorpresa” di cui sopra. Eppure, fin dalle prime immagini, il nuovo gioiellino di Splash Damage e The Coalition ha saputo dare un’impressione piรน che positiva, vuoi per il gameplay che fa forte richiamo a XCOM, o per la grafica sopraffina, o ancora per lo stile che urla Gears da tutti i pori. E ora che abbiamo avuto la possibilitร  di provarlo direttamente, possiamo confermarlo: Gears Tactics รจ un titolo completo, diretto, divertente, brutale e soprattutto efficace nella sua immediata quanto complessa libertร  di azione. Disponibile a partire dal 28 aprile su Windows 10, Steam e Xbox Game Pass, ecco cosa ha da offrire questo interessante twist della serie.

Gears Tactics

Gears Tactics: una svolta strategica

Alla base, Gears Tactics si presenta come il piรน classico degli strategici a turni. Comandiamo un piccolo squadrone di soldati che devono farsi strada tra orde di nemici assetati di sangue, avendo perรฒ un numero limitato di azioni prima che siano questi ultimi a lanciare la loro contromossa. La prima differenza che si presenta nei confronti di opere affini รจ la precisione del movimento che, piuttosto di essere relegata ad una griglia, ruota intorno al sistema di coperture di cui Gears of War si fa vanto. Non si sopravvive senza una buona difesa, ed รจ quindi necessario pianificare i propri spostamenti non tanto in base all’obiettivo o alla posizione degli avversari, quanto ai luoghi ottimali in cui รจ possibile ripararsi e contrattaccare con piรน efficacia. Oltre alla costa, ciascun personaggio รจ munito fin dalle prime battute di un arsenale veramente completo di abilitร  e attacchi, che una volta usati vanno in cooldown e si ripristinano dopo un tot di turni. Questo, unito alla necessitร  di ricaricare i fucili dopo aver esaurito i proiettili e un numero molto limitato di azioni per turno, contribuisce a creare un gameplay veramente variegato, dettato interamente dalle decisioni del giocatore e quasi mai ad un fattore di casualitร  o fortuna.

Oltre a sparare e lanciare esplosivi, i soldati di Gears Tactics hanno a disposizione una tecnica tanto singolare quanto impattante: la Vedetta. Se abbiamo ancora azioni a disposizione, possiamo infatti disegnare un’area a cono che il suddetto pattuglierร  fino al round successivo. Se un nemico prende la sfortunata decisione di camminarci dentro, si becca una scarica di pallottole (purchรฉ l’arma ne abbia a sufficienza). Grazie a questa meccanica, giocare sulla difensiva diventa una strategia non solo estremamente intuitiva, ma anche molto efficace. Allo stesso tempo, perรฒ, i mostri che andiamo ad affrontare possono anch’essi utilizzare questa tecnica (e lo faranno spesso, vedrete). Dal canto nostro, perรฒ, possiamo interrompere la Vedetta avversaria sfruttando determinate abilitร  o la Pistola Snub, in dotazione a tutti. Ed รจ cosรฌ che le battaglie diventano un continuo gioco di impostare le proprie tattiche, valutarne l’efficacia sui mostri, interrompere le loro azioni e pianificare le proprie. รˆ una formula tanto facile da comprendere quanto veloce da mettere da mettere in pratica, ma soprattutto stupefacente nella libertร  che dona al giocatore. Il primo impatto potrebbe essere un po’ traballante, anche perchรฉ il gioco fornisce questa autonomia fin dall’inizio con poche e brevi spiegazioni, ma potete stare tranquilli che, con un pizzico di sperimentazione e un paio di errori, arriverete velocemente a padroneggiare il campo di battaglia.

Parlando invece delle arene, ora che le abbiamo menzionate, anche loro mettono in gioco diversi e numerosi pregi. Merito di un game design che sa esattamente come soddisfare il palato di uno stratega, le mappe sono aperte fin dal primo secondo e possiamo inviare i nostri soldati ovunque vogliamo. Aperto, perรฒ, non vuol dire spoglio: ovunque รจ pieno di muri, detriti, rottami, mezzi, stradine ed edifici che possiamo sfruttare come copertura o utilizzare per lanciare degli assalti, noi come i nemici. Grazie alla presenza di molti elementi nell’ambiente con cui รจ possibile interagire, ciascun giocatore รจ libero di studiare il percorso ottimale per mettere in risalto le abilitร  dei propri personaggi e raggiungere l’obiettivo. Uno squadrone di granatieri trova la sua forza negli spazi stretti dove far assembrare gli avversari, mentre un cecchino gradisce di gran lunga i luoghi alti da cui osservare tutto il campo di battaglia. Costruire il team ideale di guerrieri e sfruttare il terreno in base alle loro caratteristiche ricorda molto la struttura co-op di Gears of War, con la differenza che siamo noi stessi a controllare tutto. E chi l’avrebbe mai detto che questa piccola svolta sarebbe stata cosรฌ efficace.

Dove eravamo rimasti?

La storia di Gears Tactics si piazza ben 12 anni indietro rispetto al primo capitolo della serie. Siamo sempre sul pianeta Sera, ma la guerra รจ appena iniziata: le Locuste sono da poco emerse dal sottosuolo e l’umanitร  si sta ancora adattando alla nuova minaccia. Seguiamo quindi le vicende di Gabe Diaz (un cognome che gli appassionati riconosceranno sicuramente), un soldato con il compito di reclutare, addestrare e guidare in battaglia un nuovo esercito di sopravvissuti al fine di sconfiggere Ukkon, il mostruoso scienziato che si cela dietro alla creazione e alla proliferazione delle creature. Se siete appassionati dei piรน classici titoli di guerra, preparatevi a fare il pieno di una sana dose di brutale violenza, sproloqui gratuiti e personaggi uno piรน coatto dell’altro, in uno stile che comunque si sposa bene con l’intento dell’opera. La storia non presenta volti particolarmente memorabili od originali, pur restando parecchio scorrevole e poco invadente, e lasciando le redini al suo ben piรน intrigante gameplay. Cosรฌ perรฒ non si puรฒ dire dell’ambientazione, che grazie alla resa grafica rimane altamente suggestiva.

Una continua sorpresa

L’avanzamento nel gioco e nella trama arriva tramite un sistema a missioni, che si dividono tra capitoli principali e quest secondarie. Al contrario della solita formula, queste ultime seguono un comportamento leggermente differente: tra una battaglia e l’altra, ci viene spesso offerta la possibilitร  di scegliere una tra piรน missioni corollari. Una volta intrapresa e completata una tra quelle disponibili, le altre spariscono e si sblocca il successivo nodo della storia. Il menu ci permette di leggere i dettagli e gli obiettivi, cosรฌ che possiamo affrontare quella che piรน ci aggrada. Spesso la decisione non รจ facile, anche grazie all’impegno che gli sviluppatori hanno impiegato per differenziare ogni schermaglia dall’altra. Quasi ogni capitolo, infatti, introduce una tipologia di nemici, un pericolo ambientale o una meccanica nuova, cosรฌ che ogni nuovo scontro offra una sorpresa al giocatore e lo costringa ad adattarsi alle nuove condizioni. I nemici potrebbero decidere di lanciare bombardamenti a tappeto sul retro delle nostre truppe, oppure assaltarci da un ponte sopraelevato, o ancora giungere da sottoterra per assalti a sorpresa. Tutto culmina con i boss, lunghe guerre di logoramento contro mostroni giganti che, nonostante la stazza e la spropositata barra vita, tengono vivo un equilibrio sopraffine in cui il giocatore ha il pieno controllo, ogni azione viene premiata e il pericolo รจ costantemente tangibile. Puro gaudio videoludico.

Gears Tactics

Conclusa una missione, i nostri fanno ritorno alla caserma. Qui รจ possibile migliorare i soldati con un sistema di personalizzazione che, seppur richiamando il genere RPG, si mantiene semplice e libero. Ogni guerriero che ha preso parte all’ultimo scontro guadagna esperienza e sale di livello, ottenendo punti da spendere nel suo personale albero delle abilitร . Possiamo cosรฌ assegnare nuove mosse attive o bonus passivi ai personaggi, facendo loro intraprendere una o piรน strade verso una tra quattro diverse specializzazioni per la loro classe. Quest’ultima definisce il tipo di armi e lo stile di gioco di ciascuna unitร , e non รจ possibile assegnare un arsenale diverso. Possiamo invece equipaggiarle con accessori di vario tipo, da grilletti per i fucili a calzature, che migliorano le statistiche o permettono di attivare alcune skill extra. Gli accessori si trovano casualmente nelle casse di rifornimento sparse per le mappe, che possono esser da noi raccolte o ignorate. Infine, ci viene anche donata la libertร  di cambiare l’aspetto fisico dei soldati, dal taglio di capelli ai vestiti indossati. Anche qui, siamo di fronte ad un sistema intuitivo, pulito e contemporaneamente profondo, che ci consente di dare forma al nostro esercito ideale e gestire al meglio i talenti di ognuno, cosรฌ da coprire le debolezze ed essere pronti ad ogni pericolo. In alternativa, siamo liberi di riempire tutti di bonus a vita e danno, per poi caricare i nemici faccia a faccia senza paura. Ad ognuno il suo.

Bullseye!

Le ultime note di questa recensione vanno al comparto grafico e a quello audio. L’estetica di Gears Tactics si mantiene affine e di pari livello ai picchi raggiunti dalla serie, mantenendo uno standard elevatissimo per quanto si tratti di uno spin-off strategico. Soldati ed elementi si fondono perfettamente con lo sfondo dando una sensazione marcata di realismo, rimanendo allo stesso tempo in primo piano per non lasciarci sfuggire nulla di importante. Dopo un po’ di battaglie, la stessa HUD diventa inutile e siamo in grado di basarci unicamente su icone, suoni e barre che appaiono il flusso delle battaglie. Un’unica critica va alla differenziazione visiva delle mappe, che a parte qualche elemento ambientale non possiedono molta varietร  l’una dall’altra. La colonna sonora non contiene brani specifici che risaltano sugli altri, ma nell’insieme dell’opera riesce a tenere viva la tensione e la vivacitร  delle battaglie, in uno modus operandi che a tratti ricorda quello di DOOM. E giร  che siamo in tema, per chi si preoccupa che il cambiamento di genere possa intaccare la “purezza” della serie, potete stare tranquilli: per qualche motivo, questo titolo riesce ad essere tanto brutale e splatter quanto la sua controparte sparatutto.

Gears Tactics non รจ solo un ottimo spin-off, รจ la dimostrazione di come lo spirito di un gioco possa essere perfettamente adattato ad un genere diverso da quello di partenza. I pezzi del puzzle ci sono tutti: la tensione degli scontri, il ciclo di sparo e copertura, una componente strategica profonda e soddisfacente, e lo stile puro e unico della saga. Eccezione fatta per qualche piccola pecca come l’estetica ripetitiva delle mappe e l’iniziale brusco impatto con il sistema, tutto il resto si incastra in modo eccezionale per costruire un’opera che prende il meglio di due mondi, quello di Gears of War e quello del tanto citato XCOM. Anche se l’esperienza ci porta spesso e volentieri a dubitare di certi cambiamenti apportati dagli sviluppatori alle proprie opere, questa volta Splash Damage ha fatto centro. Sorprendente, vero?

Il fortuito incontro con una piccola cartuccia usata per Game Boy ha acceso la passione per i videogames in Lorenzo, al tempo ignaro ragazzetto con la passione per la narrazione. Non ci รจ voluto molto prima dell'entrata nel mondo del modding, seguita a ruota dagli esperimenti su GameMaker, un breve soggiorno su YouTube e infine l'investitura a Dungeon Master. I videogiochi hanno accompagnato Lorenzo durante tutto questo viaggio, sia come momento di relax e divertimento che come fonte di ispirazione. Adesso, la sua ultima tappa lo vede pienamente immerso nella scrittura giornalistica, nel frattempo che continua a coltivare il suo amore per le grandi storie.