Hunter’s Arena Legends Recensione: un battle royale dal sapore orientale… ma acerbo

Hunter's Arena Legends

Il filone dei battle royale senza ombra di dubbio domina la scena competitiva attuale. Le aziende negli ultimi anni hanno scoperto in questa forma del videogioco un terreno inesplorato dalle grandi potenzialità, la quale viene testimoniata dal successo di Fortnite, PUBG, Apex Legends ed ultimo ma non per importanza, Call of Duty Warzone. E non c’è nemmeno da stupirsi quando degli sviluppatori in erba decidono di tentare la fortuna in quel “sogno americano” che sono stati e che tutt’ora sono i battle royale, talvolta vediamo nascere dei prodotti come Spellbreak di Proletariat o come è accaduto di recente, Hunter’s Arena Legends di Mantisco.

Reso disponibile gratuitamente agli utenti PlayStation 5 attraverso il servizio d’abbonamento PlayStation Plus, questo particolare titolo ha avuto il benestare di Sony nell’ultimo State of Play, dove gli sviluppatori hanno potuto mostrare al pubblico la loro creatura che, purtroppo, non ha destato chissà quale interesse nei giocatori. Abbiamo giocato questo nuovo battle royale dal sapore orientale negli ultimi giorni, cercando di capire soprattutto quelli che sarebbero dovuti essere i punti di forza di una produzione che secondo il nostro parere parte decisamente col piede sbagliato. Per scoprirne vita, morte e miracoli di Hunter’s Arena Legends non ci resta che avventurarci in questa nuova recensione.

Hunter’s Arena Legends: un battle royale non proprio entusiasmante

Una volta nell’antica Asia vi era la pace, devastata dall’arrivo dei demoni liberati da un potere sconosciuto. I cacciatori saranno chiamati ad affrontare la minaccia sguinzagliata da un loro coetaneo, che ha rotto un particolare sigillo sprigionando queste creature malvagie in tutto il mondo. Così, non solo questi eroi ispirati alle varie culture del territorio asiatico dovranno affrontare i demoni, ma non potranno nemmeno fidarsi di chi li affiancherà in battaglia, ritrovandosi spesso a puntare la propria lama verso altri cacciatori. Sostanzialmente, il plot di Hunter’s Arena Legends è questo: un’eterna battaglia tra cacciatori e demoni dove la mancanza di fiducia renderà complicata l’eliminazione dei mostri che hanno invaso la Terra. E il tutto viene inserito in un contesto battle royale a formula ridotta, inglobando i giocatori in una lotta all’ultimo sangue fino a un massimo di trenta giocatori. Prima di addentrarci nella creatura di Mantisco, abbiamo completato il tutorial che, senza troppi giri di parole, ci ha sbattuto in faccia i limiti di questa produzione, i quali rendono meno attraente un titolo dalle idee interessanti ma realizzate in maniera alquanto pessima. Infatti, nella sezione che ci ha permesso di familiarizzare con i comandi, non ci viene detto tutto ciò che serve per comprendere il gameplay e la struttura del titolo, limitandosi soltanto a farci capire come si combatte e niente più. Anche le spiegazioni non sempre risultano esaustive, come se il tutorial fosse stato confezionato in maniera del tutto sbrigativa, lasciando così alcuni elementi fondamentali alla deriva di un’autonoma e ricercata comprensione.

Prima di scendere in battaglia nelle modalità solo, trio o Tag team (coppie), ogni giocatore potrà scegliere il proprio cacciatore tra diciassette personaggi attualmente disponibili, ognuno dei quali verrà reso unico dalle sue abilità combattive. Ciascun eroe ispirato principalmente dalla mitologia cinese viene catalogato per classe, come corta, media e lunga distanza, dettando così approcci ben differenti sul campo di battaglia. Una volta scesi sul campo dopo esserci lanciati dalla consueta piattaforma, notiamo sin da subito che tipo d’esperienza voglia offrirci Hunter’s Arena. Infatti diversamente da quanto accade in maggior parte degli esponenti del genere, nel titolo di Mantisco i giocatori non solo dovranno scontrarsi in una mappa dalle dimensioni contenute, ma saranno chiamati ad affrontare i numerosi demoni che popolano l’ambiente di gioco. Infatti uno degli scopi principali è quello di potenziare il proprio personaggio  sconfiggendo le temibili creature, le quali ci ricompenseranno con oggetti, oro e punti esperienza che ci permetteranno di progredire non solo attraverso i consueti level up, ma anche nelle statistiche generali del cacciatore in utilizzo. Per questo nella fase iniziale di ogni partita sarà fondamentale eliminare i demoni, così da crearsi un ampio vantaggio sui giocatori meno attivi. Vi sono inoltre diversi bonus sparsi sul campo di gioco racchiusi in delle lanterne, che potenzieranno attacco, armatura e punti vitali del nostro io virtuale. Prima di gettarci nella mischia dunque sarà necessario – se non quasi obbligatorio – lanciarsi nella componente PvE del titolo, la quale per certi versi non rappresenta un reale ostacolo per la nostra battaglia di sopravvivenza. Infatti i demoni agiscono fin troppo lentamente, la loro reattività, così come l’intelligenza artificiale che li governa, non rappresentano per noi un reale rischio ed anzi, spesso e volentieri saranno dei fantocci da cui poter ottenere oro e punti esperienza, rendendo così la progressione persino troppo generosa.

I demoni inoltre si presentano in varie fattezze, seppur complessivamente il bestiario non sia così ricco come si potrebbe pensare. Tuttavia, in ogni partita comparirà un boss da sconfiggere, che richiamerà a sé tutti i sopravvissuti in un’efferata battaglia, la cui esecuzione lascia purtroppo a desiderare. Infatti affrontare questi demoni di classe superiore si rivelerà ben presto un gioco da ragazzi, dato che anche qui a causa dei limiti tecnici – che vedremo dopo -, avremo la sensazione di batterci contro una creatura priva di vita, o volontà combattiva. Ciononostante, fronteggiare questi boss sarà un’occasione d’oro per mettere mano su delle ricompense succulenti, imitando in parte quei rifornimenti che vengono lanciati sul campo di battagli in altri battle royale come Call of Duty Warzone. Quella di Hunter’s Arena Legends è un’esperienza di gioco non proprio entusiasmante, avallata forse dalla rapidità con cui si svolgono le partite: le dimensioni contenute della mappa e della lobby garantiscono delle sessioni di gioco piuttosto brevi, ottimo per chi ha poco tempo a disposizione per giocare. Eppure da una durata del genere ci saremmo aspettati dei ritmi di gameplay più adrenalinici con l’impossibilità di evitare lo scontro con altri giocatori, eppure, nonostante tutto, vi saranno momenti piuttosto morti durante la partita, i quali si appianeranno verso le battute finali quando l’anello dell’arena di restringerà sempre di più.

Le battaglie dei cacciatori

Come abbiamo menzionato poco fa, ogni cacciatore di Hunter’s Arena Legends è dotato di un proprio stile di combattimento che si adatta alla classe di riferimento, dettando soprattutto le abilità che potremo utilizzare in battaglia. Di base però il sistema di combattimento imbastito da Mantisco vede un ibrido tra corpo a corpo ed arma bianca, un connubio teoricamente affascinante ma che nell’applicazione incontra numerosi ostacoli. Se da una parte combattere i demoni a suon di fendenti o colpi d’arti marziali ispirati alle pellicole cinematografiche possa risultare semplice, nei momenti in cui subentra il PvP il sistema di combattimento mostra tutte le sue lacune. Infatti è impossibile non percepire un’azione scoordinata e lenta, dove il lock del bersaglio risulta impreciso e persino poco chiaro: infatti vi sono stati momenti in cui abbiamo confuso ben volentieri gli alleati con dei nemici, dato che non sempre ci viene mostrata correttamente la barra vitale degli avversari. I combattimenti risultano incredibilmente confusionari a causa di questi limiti, che rendono sgradevole quello che poteva essere un gameplay piuttosto promettente. Le animazioni dei colpi sferrati per esempio, risultano fin troppo rigide, tanto da complicare il più delle volte alcuni scontri con altri giocatori. Come se non bastasse, il ragdoll ci lascia inermi di fronte ai colpi subiti, diventando con estrema facilità dei bersagli immobili: insomma, come accade in diversi picchiaduro, una volta messi all’angolo dalla combo dell’avversario sarà impossibile uscirne.

Entrando più a fondo nel sistema di combattimento, cosa troviamo in Hunter’s Arena? Fondamentalmente, saranno le abilità dei cacciatori a fare la differenza: esse sono tante e varie, e possono attivarsi attraverso la pressione di due tasti del pad. Ciascuna abilità, che sprigionerà un attacco decisamente potente, rappresenta il più delle volte un’ancora di salvezza, sebbene la mappatura dei tasti a volte rende il loro utilizzo piuttosto fastidioso. Inoltre, il sistema di combattimento permette di combinare gli attacchi base con quelli sprigionati dalle abilità, dando modo di realizzare persino una sequenza devastante una volta che il nemico finirà nella nostra morsa. Nel momento in cui raggiungeremo il livello dieci del cacciatore in una partita, verrà sbloccata un’ultima abilità che come facilmente intuibile, rappresenta l’asso nella manica del giocatore, obbligandolo così ad utilizzarla con attenzione e parsimonia. Fortunatamente non saremo completamente indifesi dinanzi all’offensiva degli avversari: il gioco mette a disposizione la possibilità di parare gli attacchi dei nemici utilizzando la nostra stamina come scudo, e di respingere quest’ultimi eseguendo dei parry e rispondendo con audacia a suon di fendenti. Anche l’arte della fuga sarà per il giocatore un’autentica scappatoia per le situazioni più difficili, e il gioco stesso mette a disposizione alcuni strumenti come delle bombe fumogene, utili soprattutto per ostruire la visuale dei nemici. Insomma, quello proposto da Mantisco è un combat system tedioso, impreciso e spesso confusionario, dove è difficile gestire ciò che accade su schermo. Con una maggiore attenzione, il combattimento ravvicinato poteva essere uno dei pregi del titolo, che purtroppo non riesce a convincere sotto diversi punti di vista.

Durante la partita ritroveremo diversi meccanismi classici del battle royale, tra cui i consueti scrigni che detengono equipaggiamento e bonus vari atti a migliorare le nostre prestazioni. Inoltre troveremo diversi punti d’interesse sulla mappa, come dei cristalli curativi in cui riposarsi per rigenerare i propri HP, o alcuni negozianti e fabbri che venderanno e potenzieranno diverse armi ed armature. Tuttavia la mappa pecca nel suo design, risultando spesso e volentieri anche fin troppo labirintica, rendendo persino sgradevole l’esplorazione per la ricerca di eventuali potenziamenti e risorse. Il titolo inoltre presenta diversi negozi nel menù principale dove non mancheranno le microtransazioni per acquistare oggetti cosmetici in-game. Infatti spendendo la valuta acquisita nel gioco, si potranno acquistare skin per armi e personaggi, emote e pose vittoria, entrambe un po’ fuori luogo dato il contesto in cui si colloca il gioco, insieme ad alcuni personaggi che non saranno disponibili sin da subito come Wu Kong o Pigsy. Infine, troviamo le consuete missioni giornaliere, degli obiettivi da completare in cambio di un po’ di monete da sperperare nel negozio.

Un comparto tecnico non proprio convincente

Indubbiamente, maggior parte dei limiti di Hunter’s Arena Legends sono dovuti da un comparto tecnico alquanto datato. Sviluppato in Unreal Engine, la creatura di Mantisco soffre di diversi problemi, a partire dall’intelligenza artificiale dei demoni, fin troppo lenta nella risposta, insieme ai problemi di latenza che di tanto in tanto scombinano la sincronia tra i giocatori. Nonostante le prestazioni sono piuttosto fluide, con un frame rate che si attesta sui sessanta fotogrammi per secondo, troviamo diversi problemi di motion blur che in svariati casi hanno inferto dei colpi letali alla vista del sottoscritto; anche il panorama che circonda la mappa di gioco risulta eccessivamente sfocato, facendoci perdere involontariamente qualche diottria. Impossibile trascurare i problemi di pop up delle texture che affliggono non soltanto i modelli poligonali dei personaggi, i cui dettagli curano con discreta attenzione i loro abiti ed armature, ma soprattutto l’ambientazione di gioco che graficamente ci lascia alquanto freddi. Infatti i biomi che compongono l’arena non soltanto sembrano essere letteralmente incollati per creare una superficie omogenea, ma si passa da un estremo all’altro per quanto concerne le caratteristiche morfologiche e climatiche. Sebbene possiamo definire i personaggi interessanti nel loro design, la mancanza di un’espressività facciale penalizza la loro estetica, rendendoli a loro volta fin troppo statici. Un altro neo dei modelli poligonali sono per esempio i capelli, i quali hanno un aspetto fin troppo “plasticoso” dandoci l’impressione di star utilizzando delle action-figure leggermente animate. Dal punto di vista grafico il titolo presenta diverse pecche, come delle texture non molto curate ed un’estetica non proprio avvincente, definendo così una direzione artistica grezza che non avvalora la bellezza della cultura orientale. Anche il comparto sonoro non è esente da alcune problematiche, come l’audio che risulta ovattato e per niente limpido, con effetti sonori che tendono ad accavallarsi in più occasioni. Infine, il titolo è localizzato in italiano, rendendo più semplice nel nostro caso la comprensione di alcune meccaniche e dinamiche di gioco.

Piattaforme: PlayStation 4, PlayStation 5, PC
Sviluppatore: Mantisco
Publisher: Mantisco

Hunter’s Arena Legends è un titolo purtroppo afflitto da moltissime problematiche, un prodotto che poteva dare tanto al florido parco dei battle royale ma che crolla rovinosamente alla partenza. Un gioco piuttosto datato con un gameplay poco – o per niente – avvincente, che immerge la sua utenza in una lotta alla sopravvivenza che manca d’intensità. E nonostante le premesse che hanno preceduto la sua pubblicazione, ci chiediamo come Mantisco intenderà migliorare la propria creatura in futuro, così da rendere Hunter’s Arena Legends più appetibile sia per gli appassionati del genere che per una possibile scena competitiva.

VOTO: 4.8

Matteo è un grande appassionato di videogiochi, manga ed anime. Come videogiocatore nasce sul Nintendo 64, Il suo primo videogioco? Super Mario 64. Col passare del tempo si è unito alla famiglia delle console di casa Sony e adora in particolare i videogiochi di produzione giapponese, ma grazie anche al suo spirito di cacciatore di trofei, prova interesse in ogni sfaccettatura del videogioco.