While We Wait Here

While We Wait Here Provato: autodefinirsi in relazione all’altro

Nel mondo degli affari, esiste un concetto noto come “elevator pitch”, ovvero una presentazione concisa e accattivante di un progetto che può essere comunicata nel breve lasso di tempo che un ascensore impiega per raggiungere la sua destinazione. Recentemente, gli sviluppatori di Bad Vices Games ci hanno fornito la demo del loro ultimo gioco, While We Wait Here, la quale incarna perfettamente questo principio di sintesi assoluta. Il nostro breve incontro con il gioco non è durato che una manciata di minuti, ma in quel breve lasso di tempo abbiamo potuto apprezzarne la ricchezza di contenuti, nonché riconoscerne il notevole potenziale.

What We Do While We Wait Here

While We Wait Here si presenta su Steam con l’etichetta di gioco di simulazione, ma alcuni lo hanno descritto anche come un survival-horror. La sua definizione è fluida, poiché abbraccia molteplici aspetti senza limitarsi a una categoria specifica. A un livello puramente superficiale, il gioco può sembrare semplicemente un altro titolo in cui i giocatori gestiscono un diner fatiscente, cucinando hamburger e occupandosi dei clienti. Tuttavia, è chiaro fin da subito che ciò che si cela sotto la superficie è molto più complesso e articolato. Il diner stesso è già inquietante di per sé. Le pareti sono screpolate, la maggior parte dei tavoli è vuota e la coppia di proprietari sta pianificando di chiudere il locale per trasferirsi altrove, magari in cerca di condizioni di vita migliori. Gradualmente, una subdola serie di eventi inizia ad affastellarsi, generando una sensazione di crescente disagio. Il primo campanello d’allarme risuona nel momento in cui un’attricetta di periferia, Mandy, fa la sua apparizione. La donna si ferma per fare due chiacchiere e mangiare un boccone, a prima vista sembrerebbe tutto normale, se non fosse per un dettaglio inquietante: le lenti dei suoi occhiali sono completamente frantumate e lei non sembrerebbe essere turbata dalla cosa.

La stranezza degli eventi progredisce con fare costante, fino a quando nel diner non compaiono quasi per magia dei tecnici scientifici intenti a fotografare la scena di un crimine non meglio specificato. Nel frattempo, i clienti continuano a ordinare e a consumare i propri pasti, come se non stesse accadendo nulla al di fuori dell’ordinario. Anzi, sembra che le persone siano contemporaneamente consapevoli e inconsapevoli degli eventi che li circondano, quasi come se l’esperienza del momento fosse sospesa nel tempo e nella memoria.

Una storia cambia forma in base a come la si racconta

Fluido è il genere del gioco, fluida è l’identità del protagonista. La demo si dipana dal punto di vista di uno dei gestori del diner, tuttavia ci è capitato che i ruoli e le prospettive si invertissero, quel che è rimasto costante è la necessità di servire i propri clienti e di prestare loro orecchio quando questi hanno bisogno di sfogare le proprie opinioni. Il sistema di gioco prevede dunque che si consegnino lattine di birra e si dedichi tempo alla piastra rovente, tuttavia il fulcro del buon esercente non sta tanto nella produzione di cibo, quanto nella capacità di interagire con i propri clienti e amici. A ogni azione corrisponde una reazione, le conseguenze possono essere caotiche e imprevedibili, ma ogni effetto contribuisce a fornire dettagli aggiuntivi per dipanare il mistero che ammanta il locale e le anime perdute che vi orbitano attorno. Da quel poco che abbiamo visto, difficilmente la trama potrà sfociare in un lieto fine zuccherino, ma la vita non è solamente rose e fiori e alle volte si dimostra necessario accettare anche quegli orrori che fanno parte della quotidianità.

L’horror accompagna altresì While We Wait Here. Il suo stile grafico e il contesto di cui si veste richiamano alla memoria Happy’s Humble Burger Farm, gioco di paura che dietro ai suoi toni grotteschi custodisce tematiche legate al perseguimento dell’autodeterminazione. Piuttosto che puntare sulla paura vera e propria, Bad Vices Games ha preferito scommettere su quello stato di perturbazione psicologica che costringe i giocatori a fare i conti con problematiche molto terrene e vicine, che forza ad affrontare quei non detti che la società preferisce emarginare. Le tematiche bizzarre e scomode sono state tradotte in una direzione artistica che, in tutta probabilità, risponde anche alla necessità molto pragmatica di dover fare economia. Il team di sviluppatori lo abbiamo già conosciuto in occasione di Ravenous Devils ed è composto principalmente da due componenti – Eleonora Vecchi e Cristian Gambadori. Con una disposizione di risorse e di energie relativamente contenuta, il centellinate e sfruttate al meglio ogni fattore si dimostra essenziale a raggiungere i propri traguardi. Ottimizzare ciò che si ha senza perdersi in ambizioni spropositate e fuori scala, insomma.

Ex tenebris vita

Sapendo di non poter competere con le soluzioni tecniche delle potenti corporazioni videoludiche, il dinamico duo ha puntato il tutto e per tutto sulla definizione di uno stile che, auspicabilmente, sopravviverà al passare del tempo dimostrandosi un evergreen dai tratti intramontabili. I presupposti sono buoni, se non altro perché il grossolano comparto grafico non fa altro che sfumare i confini tra il difetto tecnico e la scelta consapevole, enfatizzando ulteriormente le ambiguità che ammantano l’intero titolo.  Siamo certi che gli occhiali di Mandy siano davvero rotti? Non è che sia semplicemente la pochezza della texture a giocare brutti scherzi? La risposta a quesiti simili non è veramente importante, ciò che è importante è il senso di smarrimento imposto da simili dubbi e che per sedare queste incognite sia necessario rigiocare a oltranza l’avventura ristorativa.

Mentre While We Wait Here può sembrare un’opera di dimensioni modeste, il suo impatto promette in realtà di essere profondo e potente. Sfida e sovverte le aspettative dei giocatori al fine di trascinarli in maniera discretamente violenta in luoghi inaspettati e che molti preferirebbero mantenere lontani. Il gameplay è tutto meno che rivoluzionario, tuttavia è sufficiente a sorreggere una trama che accenna a voler introdurre riflessioni profonde sulla natura umana dei personaggi raccontati e, di conseguenza, dei gamer che si confrontano con loro.

Piattaforme: PC
Sviluppatore: Bad Vices Games
Publisher: Bad Vices Games
Data di uscita: 2024

La demo a cui abbiamo avuto accesso è breve, dura solo pochi minuti, ma questo breve assaggio è stato sfruttato al massimo. Abbiamo giocato e rigiocato l’intera esperienza nella speranza di comprendere fino a che punto le nostre scelte potessero influenzare l’evolversi del mondo di gioco. While We Wait Here sembra voler coinvolgere il giocatore in un thriller dai toni grotteschi, incatenarlo in una vicenda da esplorare a fondo e rivivere molteplici volte. Siamo ansiosi di tenere d’occhio le evoluzioni del titolo e non vediamo l’ora di continuare la nostra ricerca dei misteri che circondano questo apparentemente tranquillo “diner degli orrori”. La capacità di questo titolo di coinvolgere il giocatore attraverso le scelte e di far emergere un mondo ricco di segreti ci affascina come solamente un film di David Lynch saprebbe fare.