Kirby e la Stoffa dell'Eroe – Recensione

Stile in punta d’ago… e filo. [Review]

È appena uscito il nuovissimo gioco dedicato alla palletta rosa più tenera dell’universo Nintendo, con un titolo italiano che più azzeccato non si poteva: Kirby e la Stoffa dell’Eroe (tradotto – una volta tanto – con un colpo di genio dall’originale Kirby’s Epic Yarn). Si tratta di un titolo dedicato a svariate categorie di giocatori, non soltanto agli estimatori del più puffoso tra i personaggi di Nintendo. Siamo di fronte a un capolavoro di game design, l’ideale per chiunque sappia (e voglia) apprezzare un videogioco il più possibile vicino all’arte. La Stoffa dell’Eroe è un vulcano di idee, un mondo di colori e musica, un universo appassionante capace di strappare sorrisi ed esclamazioni meravigliate a ogni svolta, livello dopo livello, senza arrivare ad annoiare mai e senza mettere seriamente in pericolo la pazienza del giocatore. Perché questo Kirby è un po’ più semplice dei vecchi capitoli e non raggiunge un livello di frustrazione paragonabile a quelli cui i fan della serie sono avvezzi da tempo. Manca di mordente, allora? Neanche… soprattutto grazie alle incessanti trovate che vengono snocciolate lungo l’avventura, un po’ anche a voler dimostrare che non serve una macchina ultra tecnologica per realizzare un gioco stupendo.

Il Kirby partorito dagli studi di HAL Laboratory e Good-Feel si basa tutto su di un mondo fatto di stoffe, tessuti, drappeggi… tutto normale per un paese incantato di nome Toppalandia, dove la nostra palletta viene scagliata dal sortilegio di un mago dispettoso. In quel di Toppalandia Kirby si trasfigura e si ritrova composto da un filo di lana rosa, dovendo rispettare le leggi del nuovo ambiente. Quindi, scordatevi di poter impiegare l’eroe puffettoso nei modi canonici. In particolare Kirby perde la capacità di aspirare i nemici e di trasformarsi in copie rosa della creatura aspirata. E allora… è davvero il Kirby che abbiamo sempre amato? Niente paura, perché il concetto alla base serve a generare mille diavolerie inconsuete, senza davvero stravolgere la natura puffettosa e tradizionale del nostro. Grazie alla forma “lanosa”, Kirby dispone ora di una sorta di lazo con rocchetto all’estremità per afferrare asole e bottoni, aprire cerniere e slacciare stringhe. In un mondo dove una lava lanuginosa esce da un sacchetto di stoffa, basta stringere dei lacci per “spegnere” il pericolo.

Ma il lazo serve soprattutto per afferrare i nemici e “slacciarne” la figura allo scopo di eliminarli, oppure per prenderli e trasformarli in gomitoli da scagliare al volo contro altri malcapitati. E non mancano tante occasioni per trasformazioni kirbose tenerissime. Quando plana, Kirby diventa un paracadute; quando piomba con forza dall’alto si tramuta in un peso e se lanciato in corsa, la palletta diventa un automobile, prendendo abbastanza velocità da superare i baratri più ampi. Ma è solo l’inizio, perché il gioco ci sorprende con un Kirby Trivella (per scavare in soffici terreni lanosi), un Kirby Delfino per esplorare acque profonde, e poi ancora… un Kirby Ufo, Pinguino Surfista, Trenino, Jeep, Camion dei Pompieri, fino ad arrivare ai quanto mai improbabili Kirby Robottone e Kirby Razzo Missile. A ogni incarnazione corrisponde un momento di piccola estasi videoludica con situazioni nuove tutte da esplorare. Le varianti non risultano sempre riuscite al 100%, ma nella stragrande maggioranza sono spassose al punto giusto, intuitive e geniali.

Un secondo giocatore può accompagnare Kirby, nei panni del principe Batuffolo, una specie di Kirby di lana blu, originario di Toppalandia. È un’aggiunta alquanto riuscita, a patto che i giocatori riescano a tenere entrambi i protagonisti a distanze ravvicinate, perché c’è il rischio di complicarsi la vita allontanandosi troppo dal compagno. La Stoffa dell’Eroe possiede una natura prettamente “single player”, ma con il giusto compagno di giochi, l’esperienza può diventare persino più irresistibile e un pizzico concitata. Il livello di difficoltà, infine, è abbastanza dolce, come dicevamo all’inizio, eppure completare ogni livello a punteggio massimo e trovare i bonus e gli oggetti nascosti in ambienti labirintici resta un’impresa tutt’altro che semplice. Una vera manna per i completisti.