Operation Flashpoint: Dragon Rising – Recensione PC/PS3/Xbox 360

Come sarà il single player di un titolo votato al multiplayer? Scopriamolo assieme.

Gli appassionati di sparatutto bellici orientati al realismo in senso assoluto ricorderanno il 2009 come una delle annate migliori. Dopo un’ArmA 2 eccezionale sul piano dei contenuti e della libertà di movimento, ma decisamente meno esaltante su quello della qualità tecnica, è la volta del secondo round affidato a Codemasters. Si tratta di Operation Flashpoint 2: Dragon Rising, di cui in questa sede trovate la recensione della campagna single player (nei prossimi giorni arriverà anche il multi in versione cooperativa e competitiva, non temete). Non fatevi trarre in inganno dal nome, capace di evocare libertà d’azione e inventiva del giocatore: questi tratti somatici sono propri del brand ArmA. Dragon Rising è un prodotto di qualità, ma che non propone la stessa struttura aperta in cui ai giocatori, nell’affrontare una missione qualsiasi, è permesso di usare ogni mezzo o pezzo di equipaggiamento girovagando all’infinito per l’area di gioco. ArmA 2 vede una guerra in pieno svolgimento e la squadra del giocatore può viverla in vari modi semplicemente muovendosi all’interno di una regione grossa come una provincia italiana di medie dimensioni. Dragon Rising è invece un FPS più convenzionale in cui, nonostante la dimensione del territorio, si rimane confinati all’area delle operazioni dall’inizio alla fine con scarsissime, se non zero, possibilità di andare a zonzo.

NO SANDBOX, NO FUN?
Il fatto che Dragon Rising non possa vantare una struttura “sandbox” come quella dei predecessori della serie non è un difetto in senso assoluto, anche se gli aficionado di questo nome avranno sicuramente di che ritenersi delusi per il cambio di rotta di Codemasters. Tuttavia, il fatto che si sia presa la decisione di tornare all’antica nel progettare la struttura delle missioni non significa che le undici azioni della campagna single player saranno livelli-corridoio, anzi. Il giocatore, nelle vesti di una squadra di marine da quattro uomini, dovrà portare a termine una serie di missioni d’attacco sul suolo di Skira, un isolotto occupato dai cinesi ai danni della Federazione Russa per le immense risorse petrolifere che si celano nel sottosuolo. Anche se non è possibile rubare elicotteri, la libertà di movimento concessa al giocatore permette di arrivare a piedi sugli obbiettivi da tutte le direzioni o di utilizzare occasionalmente qualche jeep o blindato leggero. Fin dalle prime battute è possibile apprezzare lo scripting delle missioni che prevedono l’assalto diurno e notturno alle postazioni nemiche presenti sull’isola. In questo senso, è evidente la volontà di Codemasters di mettere i giocatori in condizione di avere sempre qualcosa da fare: che sia il semplice movimento senza farsi individuare, la progettazione di un assalto a una postazione nemica, la sua esecuzione o la fuga precipitosa dopo il raggiungimento dell’obbiettivo, Dragon Rising si caratterizza come un gioco in cui azione e pianificazione vengono compressi. Lo scopo evidente è di mantenere lo svolgimento di ogni azione nel limite dei venti minuti di gioco, a volte anche imponendo un tempo limite alle missioni in cui la nostra azione è propedeutica al successo di altre forze alleate.

PREZIOSE RISORSE
L’immediatezza, tuttavia, non deve trarre in inganno: Codemasters ha deciso di mantenere un’elevata attenzione sul concetto di realismo, sia sotto il profilo del gameplay inteso come possibilità di gestione del proprio alter ego virtuale, sia della squadra alle sue dipendenze. Le sparatorie, anche per merito di una selezione dell’equipaggiamento a disposizione realistica e curata per quanto riguarda la balistica dei proiettili e gli effetti delle esplosioni, sono tremendamente impegnative. La possibilità di sdraiarsi (manca lo sporgersi però) unita alla letalità dei proiettili ad alti livelli di difficoltà e alla diffusione di ottiche e visori notturni, obbliga a tenere molto spesso un basso profilo fino a quando non si arriva nei pressi dell’obbiettivo. In molte missioni verremo assistititi da unità marine controllate dalla CPU, ma questo solo in parte riesce ad alleggerire il carico di lavoro sulle spalle del giocatore che si trova quasi sempre ad affrontare truppe cinesi in evidente superiorità numerica e di equipaggiamento. Per riuscire a spuntarla bisogna utilizzare al meglio i propri uomini. Il sistema di comando permette di impartire gli ordini in due modi: con l’interfaccia a schermo in genere si comanda tutta la squadra e con un paio di clic è possibile gestirne l’atteggiamento tattico, il movimento e la direzione di fuoco. Andando sulla mappa tattica è invece facile dividere il team e sfruttare le caratteristiche dell’equipaggiamento per posizionare ogni uomo in luoghi adatti da cui portare a termine la missione preparando assalti combinati o imboscate. In ogni caso, l’intelligenza artificiale di amici e nemici è ottima: insieme all’eccezionale coreografia di molte missioni (assalti corazzati, infiltrazioni notturne, bombardamenti di artiglieria), riesce a dare a Operation Flashpoint 2 un ritmo eccellente. Combinando azione pura e missioni in cui l’occultamento è alla base di tutto, la risultanza è una campagna ben amalgamata e difficile da portare a termine, soprattutto se giocata in modalità hardcore: un colpo solo e si muore, i medikit fanno quello che possono, i nemici non sono segnalati sul radar. Pensate di potercela fare?

PRODOTTO COMPLETO
Operation Flashpoint Dragon Rising è un buon gioco anche sotto il profilo tecnico confermando l’ottimo livello qualitativo raggiunto negli ultimi anni dal catalogo Codemasters. Il merito è della realizzazione convincente dell’isola di Skira che non obbliga l’utente a dotarsi di un computer ultrapotente per essere apprezzata. L’engine moderno e le dimensioni inferiori dell’area di gioco rispetto a quelle di ArmA 2 (insieme alla presenza minore di strade e centri abitati) ha permesso di arrivare a un livello di dettaglio superiore di ambientazione, personaggi e veicoli. Il medesimo giudizio positivo può essere espresso per le versioni console, che mostrano locazioni credibili al pari della controparte per PC. Combattimenti spettacolari grazie alla eccellente balistica di ogni genere di proiettile, esplosioni e un ottimo sonoro localizzato anche per il traffico radio completano l’offerta di Codemasters di un prodotto che non mancherà di appassionare gli amanti della guerra moderna.