NHL 15 – Recensione

Settembre, come di consuetudine, è il mese in cui Electronic Arts delizia il palato degli appassionati con uno dei suoi prodotti di maggior spessore nell’ambito delle simulazioni sportive videoludiche. Stiamo parlando in questo caso della serie NHL, da anni fiore all’occhiello della casa di produzione canadese, che sfoggia anche quest’anno una veste rinnovata grazie allo sbarco del franchise sulle nuove piattaforme next-gen. Inutile negare che, almeno qui da noi, il problema principale del gioco è legato alla scarsa penetrazione dell’hockey su ghiaccio nel bel paese, ma una simile considerazione non può influenzare il puro giudizio tecnico su una simulazione che, anno dopo anno, ha raggiunto livelli di assoluta eccellenza.

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[quotedx]l’edizione 2015 verrà probabilmente ricordata come un capitolo di transizione[/quotedx]
Negli anni passati EA era riuscita a raffinare la sua produzione fino a renderla una delle migliori simulazioni sportive in circolazione; di contro, l’edizione 2015 verrà probabilmente ricordata come un capitolo di transizione, a causa di alcune scelte davvero infelici che rendono il prodotto incompleto e, per i più incalliti, una mezza delusione. Dal punto di vista prettamente tecnico NHL 15 non delude le aspettative, mostrando un motore grafico di tutto rispetto e una giocabilità solida e immediata , ma ciò che maggiormente lascia perplessi è la mancanza di numerose modalità di gioco che – inspiegabilmente – sono state omesse.
Una volta aperto il menù classico a scorrimento, fedele ai canoni della serie, è difficile non rimanere spiazzati. Ci si addentra nei meandri delle varie slide alla ricerca della modalità preferita, ma non si trova.
EA Sports Hockey Leaugue Online? No.
Modalità stagione? Niente.
GM Connected? Non pervenuta.
Tornei Stanley Cup? Nulla.
Winter Classic? Nemmeno l’ombra.

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Anche l’aspetto relativo alla creazione e alla personalizzazione dei roster è pressoché nullo, mentre la sessione dedicata alla pratica è stata limitata a una banale quanto inutile giocata uno-contro-uno contro il portiere, non permettendo – soprattutto ai neofiti – di prendere dimestichezza con le meccaniche invero piuttosto complesse di questo sport.
Tutto questo lascia inevitabilmente l’amaro in bocca , anche se Electronic Arts, considerati i feedback tutt’altro che amichevoli ricevuti dagli utenti a stelle e strisce, ha già comunicato che rimedierà a tali mancance pubblicando diverse patch correttive a stagione in corso (e qualcosa si è già visto).

CONTRASTI NEXT-GEN

Passando invece alle note meno dolenti possiamo tranquillamente affermare che, per chi ama l’esperienza nuda e cruda e senza troppi fronzoli, NHL 15 permetterà di apprezzare gli sforzi fatti dal team candese per raffinare ulteriormente l’esperienza di gioco. Non ci troviamo di fronte a una vera e propria rivoluzione, di cui peraltro non c’era bisogno, considerate le solide basi su cui la serie si poggia da ormai un ventennio.

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[quotesx]tutto l’impianto visivo è stato rifinito e migliorato[/quotesx]
La realizzazione tecnica è senza dubbio l’aspetto più riuscito, visto che l’intero impianto visivo è stato ulteriormente rifinito e migliorato: grafica dettagliata, pulita ed estremamente fluida, con pochi rivali nell’ambito delle simulazioni sportive. EA Canada, da questo punto di vista, sa certamente il fatto suo. Tutti i palazzetti sono stati riprodotti in maniera maniacale, il pubblico è vivo e pulsante, e l’impressione di trovarsi di fronte a una diretta TV è davvero tangibile. Il gioco si avvicina al fotorealismo anche nelle espressioni facciali che, per la prima volta, variano a seconda degli eventi in campo.
Da quest’anno, inoltre, NHL 15 propone una presentazione del match in pieno stile NBC, con Doc Emrick ed Eddie Olczyk in cabina di regia, regalando una serie di commenti tecnici e un enorme numero di osservazioni relative ai match e agli atleti che stanno per scendere sul ghiaccio, offrendo un clima pre-partita davvero convincente e immersivo.

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Per quanto riguarda la giocabilità vera e propria, NHL 15 conferma tutto ciò che di buono si era visto nei precedenti capitoli, e questo spiega perché EA sia stata la regina incontrastata del ghiaccio simulato per oltre vent’anni. La fisica migliorata permette un realismo ancor più spinto: vedere bastoni che si rompono, elmetti che volano dopo un contrasto in balaustra, porte che si muovono al minimo contatto, rappresenta una gioia per gli amanti di questo sport. Il feeling sul ghiaccio è davvero notevole, così come le animazioni dei portieri, completamente riviste e rese davvero spettacolari in ogni frangente.

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[quotedx]La fisica migliorata permette un realismo ancor più spinto[/quotedx]
La ricerca del controllo completo ha portato a un determinante passo in avanti – grazie all’Impact Engine – anche per quanto riguarda il movimento dei giocatori sui pattini, introducendo una serie di variabili che prendono in considerazione la posizione, la stazza e la velocità dell’atleta. Di contro vanno invece segnalati alcuni bug che affliggono il sistema di collisioni, con contrasti e cadute a volte poco credibili. Difficile, infine, padroneggiare al 100% i comandi di gioco, molto complessi, sia durante lo svolgimento dell’azione sia nella scelta della tattica da adottare. Spiace inoltre constatare l’assenza dell’italiano tra le lingue supportate, anche nei sottotitoli – per i motivi di cui sopra – che non permette di godere appieno delle numerose varianti da adottare a livello di strategia durante il match.