Sembra passato un secolo da quando Rocksteady ha cambiato per sempre la nostra concezione di supereroe applicata ai videogiochi. Un po’ come ha fatto Christopher Nolan con la sua trilogia cinematografica, che è riuscita a dare un nuovo spessore al leggendario Cavaliere Oscuro, trasformandolo da infallibile e caricaturale eroe delle precedenti prove sul grande schermo, a essere umano con le sue debolezze e i suoi drammi interiori. Un’opera di ricostruzione necessaria per conferire la giusta dignità a un personaggio che ha sempre sofferto – e non poco – fra le tavole dei fumetti, a partire dal leggendario The Dark Knight Returns di Frank Miller, che nel lontano 1986 trasformò radicalmente i connotati della serie. Da lì in avanti molte storie si sono susseguite e altrettante hanno contribuito, pagina dopo pagina, a dar vita all’essenza del Batman odierno: un uomo che ha plasmato la sua identità utilizzando le paure e i traumi interiori per combattere un crimine spietato e inarrestabile, che non ha mancato di sottrargli amici e persone care, infliggendogli dolori che per la maggior parte di noi sarebbero insostenibili. Certo, essere miliardario e disporre di tutte le migliori tecnologie del pianeta aiuta, ma la determinazione e la caparbietà che il nostro Uomo Pipistrello ha dimostrato da trent’anni a questa parte è senza dubbio degna di tutto il nostro rispetto. Lunga vita a Batman!
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BE THE BATMAN!
Con uno slogan così, Rocksteady ha fin da subito fatto capire dove voleva andare a parare con il suo terzo capitolo della seria Arkham. Una saga che, come sottolineavamo poco fa, ha modificato i connotati del genere fin dalla sua prima apparizione sul finire dell’agosto 2009. Da grande fan del Caped Crusader, ho sempre sperato di poter interpretare uno dei miei miti giovanili in un titolo degno della sua grandezza e non potete immaginare quanto abbia apprezzato la sua incarnazione videoludica, che per la prima volta riusciva a rendere con eccezionale efficacia i tormenti del giovane Bruce Wayne. Asylum prima e City poi hanno lasciato una traccia indelebile nel nostro amato settore, sia in termini di gameplay, grazie a un combat system che ha fatto storia, sia attraverso una trama mai scontata e ricca di colpi di scena. In particolare, il personaggio del Joker ha giocato un ruolo fondamentale, incarnando perfettamente il ruolo della nemesi di Batman, capace di spingerlo ben oltre i suoi limiti. Il drammatico epilogo del secondo capitolo ha però calato il sipario su uno dei villain più temibili della storia dei fumetti. Ma sarà davvero così? Beh, è quasi frustrante ballare intorno al discorso spoiler in questi casi, anche perché Rocksteady è riuscita a trovare una soluzione narrativa davvero efficace per Arkham Knight, in grado di regalare ulteriore spessore a una storia già di suo ricca di momenti eccellenti e per nulla scontati.
[quotedx]Rocksteady non ha messo in piedi una rappresentazione teatrale fine a se stessa[/quotedx]
Un vero e proprio compendio di trovate efficaci, che di fatto elevano questo capitolo a migliore della serie, specialmente in termini di scrittura. Rocksteady non ha messo in piedi una rappresentazione teatrale fine a se stessa, ma ha preso quanto di buono c’era nei precedenti titoli, migliorandone diversi aspetti e introducendo alcune novità sostanziali. La formula di base rimane chiaramente immutata, con particolare riferimento ad Arkham City: ci troviamo al cospetto di un open world, con una Gotham City mai così bella, nella sua oscura decadenza, flagellata da una pioggia incessante, che sembra quasi voler purificare una città sull’orlo del baratro. Certo, è vero che rispetto ad altri titoli del genere, come GTA V o The Witcher 3, il mondo di gioco appare fin troppo limitato in dimensioni ed estensione, ma questo a mio avviso ha permesso agli sviluppatori di dar vita a un gameplay meno dispersivo e più coerente con la serie. Un’interessante escamotage narrativo ha poi consentito di eliminare dalle strade della città tutti i civili innocenti, evacuati in massa nei primi minuti di gioco a seguito dell’ennesima minaccia dello Spaventapasseri, intenzionato a spargere la più micidiale delle sue tossine su tutta la metropoli. Sarà quindi nostro compito fermare questo folle piano prima che venga portato a compimento, cosa fra l’altro complicata dalla presenza del misterioso Cavaliere di Arkham, nuovo super villain che sembra conoscere tutte le mosse e i segreti di Batman.
Per nostra fortuna il Cavaliere Oscuro non è certo uno sprovveduto e potrà nuovamente contare su tutti gli ultimi ritrovati tecnologici sviluppati dal fido Lucius Fox. In primis, il nuovo costume, decisamente più corazzato e resistente di quello passato, necessario per affrontare l’orda di assassini e criminali che hanno preso il possesso di Gotham subito dopo l’evacuazione generale. Ancora una volta Batman può sfruttare il suo prodigioso mantello per planare e coprire notevoli distanze, con il supporto di un rampino che a questo giro funge anche da acceleratore, in grado di fargli spiccare il volo con maggiore efficacia e durata. Ovviamente non mancano tutta una serie di gadget noti e meno noti, dall’immancabile Batarang per stordine i nemici, al gel esplosivo per abbattere muri, passando per alcune novità, come l’infiltratore remoto, utile per riprogrammare serrature digitali e droni di sorveglianza. Del resto il mondo di gioco non è stato mai più pericolo di così, dato che il Cavaliere di Arkham ha portato in dote un vero e proprio esercito, formato tra l’altro da numerosi veicoli corazzati comandati a distanza, totalmente refrattari a qualsiasi arma presente nel nostro cinturone. Ringraziamo quindi la Wayne Technologies per averci fornito la migliore Batmobile che si sia mai vista in un videogioco.
TERRORE SU QUATTRO RUOTE
La Batmobile è probabilmente l’elemento più distintivo di Arkham Knight, e rappresenta di fatto la novità principale nell’ecosistema di gioco. Ispirata per design e funzionalità all’omonima vettura presente nei film di Nolan, questo vero e proprio blindato corre a velocità folli per le strade di Gotham e può all’occorrenza trasformarsi in una sorta di carrarmato, con tanto di cannone da 60mm, mitragliatore Vulcan e la possibilità di spostarsi lateralmente. Tutte cose molto utili nel momento in cui ci si ritrova a combattere contro dozzine di droni corazzati. Va detto che la manovrabilità del mezzo è davvero notevole, in tutte le condizioni e situazioni, sebbene occorra abituarsi a una mappatura dei tasti poco standard, che vede il freno legato a un tasto del pad invece che al solito grilletto sinistro. Bisogna farci un po’ l’abitudine insomma, ma per il resto non ci si può che levare il cappello di fronte a un’implementazione che, se non fatta con tutti i crismi, rischiava seriamente di “rompere” il gameplay. Anche richiamare la Batmobile è davvero semplice e intuitivo, così come il controllo in remoto, fra l’altro utilizzato attivamente in diverse situazioni. Troviamo anche un verricello per rimuovere determinate strutture e possiamo persino balzare fuori dalla vettura in corsa. Decisamente un mezzo versatile, che al pari di Batman stesso riceverà vari upgrade durante il gioco.
Ma il discorso dei miglioramenti, manco a dirlo, è assai più vasto di quanto accennato poc’anzi. Le nostre azioni generano di fatto degli XP, che andranno a trasformarsi in Punti Esperienza WayneTech, da spendere poi in sei diverse aree di upgrade, che comprendono potenziamenti dei gadget e della tuta, passando per la batmobile e le sue armi. Con oltre ottanta punti in totale, è probabile che al primo giro di giostra difficilmente riusciremo a sbloccare tutte le abilità e non per nulla è presente una modalità New Game +, che farà felici i cacciatori di trofei e achievement.[quotesx]L’Enigmista ha pensato bene di disseminare in tutta la metropoli qualcosa come 243 trofei[/quotesx]D’altro canto non è obbligatorio ricominciare tutto da capo per esplorare il gioco al 100%, poiché anche dopo aver completato la storia principale, Gotham rimane liberamente esplorabile, estendendo la longevità ben oltre le 15 ore richieste per arrivare al finale. Non dimentichiamoci poi delle varie missioni secondarie, di per sé piuttosto ricche e impegnative, e a loro volta suddivise in varie tappe. In certi casi si tratta di sventare i piani di alcuni ben noti super criminali di Gotham, come Due Facce o il Pinguino, mentre altre situazioni vertono sul liberare strade e quartieri dalla presenza della milizia nemica. Un piacevole diversivo è rappresentato anche dalla caccia a Man-Bat e a un misterioso serial killer con la passione per la lirica. In tutto questo non manca una lunga side quest legata all’Enigmista, che oltre ad aver catturato Catwoman, ha pensato bene di disseminare in tutta la metropoli qualcosa come 243 trofei, diversi dei quali protetti da enigmi tutt’altro che banali. Se amate le sfide, troverete certamente pane per i vostri denti.
L’IMPORTANZA DI CHIAMARSI BATMAN
Va dato atto a Rocksteady di essere riuscita nel difficile compito di produrre un seguito che non fosse il solito “more of the same” al quale questa industria ci ha spesso abituati. Al di là della Batmobile, anche l’ormai noto freeflow, il sistema di combattimento tanto apprezzato nei vari capitoli della serie, continua a rimanere al vertice della categoria. Batman è ancora più veloce e micidiale in Arkham Knight ed è un bene, poiché spesso ha a che fare con nemici dotati di armi da fuoco, altri protetti da uno scudo elettrico, e non mancano persino dei “curatori”, in grado di rimettere in piedi quelli caduti sotto i colpi del Cavaliere Oscuro. Il alcuni frangenti potremo anche avvantaggiarci del supporto di un compagno, come Nightwing e Catwoman, che al momento giusto potranno intervenire e fornirci l’assist per un doppio KO. Non poteva certo mancare la fondamentale modalità detective, che ci vedrà muoverci nei vari ambienti con un impressionante disinvoltura, nel tentativo di eliminare più ostili possibili senza che questi se ne rendano neppure conto. In tal senso ho apprezzato particolarmente il nuovo Multi KO Terrore, che permette di atterrare con efficacia fino a cinque nemici in rapida successione. Una vera meraviglia.
Insomma, dal punto di vista del gameplay, Arkham Knight non delude affatto le aspettative, riuscendo a regalare al giocatore un’esperienza solida, estremamente variegata e con un ritmo impressionante per un titolo open world. Le uniche cadute di stile riguardano alcune missioni secondarie, per loro natura un po’ troppo ripetitive, specie alla lunga: in particolare i combattimenti con i droni a bordo della Batmobile, per quanto spassosi e piacevolmente caotici all’inizio, finiscono presto con il trasformarsi in un continuo tirassegno, sempre più difficile e sempre meno divertente. Viene poi da chiedersi se i 243 trofei dell’Enigmista, necessari per accedere al combattimento finale contro di lui, non siano davvero troppi anche per i giocatori più pazienti. C’è qualche momento basso anche nella scrittura (mediamente elevata, va sottolineato), a tratti non sufficientemente efficace nell’evidenziare alcuni passaggi cruciali quanto drammatici della storia. Un po’ di colpa va imputata anche al doppiaggio, con un Batman a volte troppo monocorde, a differenza della sua “spalla”, che invece è superbamente doppiata, come sempre del resto (non dico il nome per evitarvi spoiler). Mediamente i colpi di scena non mancano proprio, un paio dei quali sinceramente inaspettati. In ultimo, ma non è certo una sorpresa, non troviamo alcuno scontro diretto con qualsivoglia boss, una scelta che qualcuno sicuramente criticherà, ma che personalmente mi sento di appoggiare in toto. Piuttosto che inventarsi brutti combattimenti, tenuti in piedi da meccaniche elementari, meglio escluderli del tutto.
BAT-ENGINE
[quotedx]L’impressionante livello di dettaglio lascia davvero poco spazio alle critiche[/quotedx] Devo ammettere di aver sudato freddo fin quando non ho lanciato Arkham Knight su PS4. Il fatto che fosse nuovamente mosso dall’Unreal Engine 3 mi aveva fatto temere il peggio, dato le non certo memorabili performance di questo motore sulle console current-gen. Epic Games del resto ha sviluppato l’UE4 per tirare fuori il meglio dalle nuove piattaforme di Sony e Microsoft, ma l’engine in questione ha raggiunto la sua forma definitiva relativamente da poco tempo, facendo sì che diversi progetti abbiano continuato a basarsi sulla precedente versione. Ebbene, anche sotto tale aspetto Rocksteady ha quasi operato un miracolo, riuscendo a spingere questo vetusto motore grafico ben oltre i suoi limiti. L’impressionante livello di dettaglio presente in tutti gli aspetti del gioco, dalle contorte architetture di Gotham, al design della Batmobile, passando per la modellazione dei vari personaggi, lascia davvero poco spazio alle critiche. Un superbo utilizzo degli shader riesce a rendere con eccezionale efficacia l’effetto della pioggia sulle varie superfici, in particolare sul mantello di Batman, tanto che ci si aspetta di veder gocciolare acqua dal televisore da un momento all’altro. Il tutto con un frame rate saldamente ancorato ai 30 fps, con qualche lievissimo calo solo in presenza di alcune situazioni piuttosto caotiche a bordo della Batmobile. Un risultato straordinario per un open world, genere per antonomasia soggetto a sbalzi di fluidità. Anche i difetti cronici dell’Unreal Engine 3, come il texture streaming, sono ridotti al minimo sindacale. Meno efficace invece l’antialias, che ha una buona resa sulla breve distanza, molto meno sulla lunga, in particolar modo sugli oggetti più complessi e ricchi di dettagli, come le strutture metalliche. Per fortuna l’ambientazione esclusivamente notturna riesce a nascondere buona parte di queste magagne. Difficile invece trascurare i tempi di caricamento a seguito di ogni morte, in genere nell’ordine dei 35/40 secondi. A parte queste minuzie, non ci si può che complimentare con gli sviluppatori per i risultati raggiunti in tutti i campi. Credo che a un bel po’ di team non farebbe male un giretto negli uffici londinesi di questi ragazzi, dove magari potrebbero imparare qualcosa di nuovo in termini di ottimizzazione e pulizia del codice.