Scrivere su un touchscreen non è mai stato tanto divertente. Scoprite il perché nella nostra recensione di Scribblenauts Unlimited per Wii U e 3DS.
Quando uscì il primo Scribblenauts su Nintendo DS devo ammettere di essere rimasto un po’ spiazzato dalla sua struttura. Potenzialmente, si trattava di un titolo in grado di lasciare totale libertà al giocatore su come risolvere gli enigmi che via via venivano proposti; tuttavia, alcune interpretazioni della sintassi non sempre felici e un sistema di controllo del personaggio non ottimale mi lasciarono un po’ l’amaro in bocca, ma con la speranza che un eventuale seguito fosse in grado di correggere le magagne del primo esponente della serie. Fortunatamente, Super Scribblenauts (cliccate qui per leggere la nostra recensione), uscito sempre su DS, ha avuto il grande pregio di aver risolto alcuni problemi, tra cui quello relativo al movimento di Maxwell nei vari scenari, oltre ad aver introdotto nella sintassi gli aggettivi (da associare ai sostantivi), così da evocare oggetti uguali nella forma, ma qualitativamente differenti. Oggi è il turno di Scribblenauts Unlimited: la terza incarnazione della serie fa il salto nella next-gen di Nintendo, sia in salsa Wii U, sia in quella 3DS. I ragazzi di 5th Cell saranno riusciti a migliorare ulteriormente la delicata formula originale, o avranno combinato qualche pasticcio irrisolvibile? Per saperlo non dovete fare altro che andare avanti a leggere.
UN TACCUINO PER TUTTE LE STAGIONI
Tanto per cominciare, vi rassicuro su una cosa: il feeling e il modus operandi sono in linea con i pilastri fondanti della serie. Questo significa che il buon Maxwell può scrivere qualsiasi cosa gli venga in mente sul suo taccuino e questo verrà “evocato” nel mondo di gioco, con effetti diversi a seconda della situazione e di quanto avremo lavorato di fantasia. La storia che sottende alle vicende di Scribblenauts Unlimited è semplice: a causa di un anatema, Lily, sorella di Maxwell, si sta trasformando lentamente in pietra. Al fratello, che si sente in colpa per essere la causa del maleficio dopo aver tirato un brutto scherzo a un vecchietto, non resta altro da fare che andare in giro per il mondo di gioco e compiere buone azioni, così da recuperare le cosiddette Starite, utili a riportare Lily allo stato umano.
Gotham City… ha portato il sorriso sul mio volto.
Differentemente dai predecessori, Scribblenauts Unlimited è ambientato in un unico macro-livello bidimensionale, le cui zone si sbloccano mano a mano che si accumulano Starite. Ogni settore della mappa presenta due tipi di sfide. Le prime sono incarnate in brevi puzzle e per lo più riferite a un problema circostanziato, legato a un particolare personaggio da aiutare; in genere, per giungere a un felice epilogo è sufficiente evocare un unico oggetto che, da solo, rappresenta la soluzione stessa. Le seconde, invece, prendono la forma di piccole storielle, comunque costruite su una sequela di situazioni singole, unite l’una all’altra da un collante narrativo.
TI PIACE VINCERE FACILE?
A dire la verità, mica tanto. Tuttavia, questo è quanto succede al giocatore scafato quando affronta gli scogli proposti da Scribblenauts Unlimited con le mani ben salde sul timone. Chi ha giocato ai precedenti episodi della serie, difatti, non avrà grandi difficoltà a capire il costrutto di molti enigmi e a trovare in fretta la chiave di lettura appropriata, a prescindere dalla fantasia utilizzata nell’evocare cose. È raro che il gioco proponga situazioni che richiedano di digitare sul taccuino di Maxwell un numero elevato di parole; anzi… anche nei momenti più complessi, la soluzione è alla portata di un semplice slancio d’ingegno, più che dall’interazione tra svariati oggetti o personaggi chiamati in causa.
Da questo punto di vista, la sfida proposta è più adatta ai videogiocatori occasionali o ai bambini in età scolare (ovviamente, per giocare bisogna saper leggere e scrivere), che agli incalliti hardcore gamer, che potrebbero trovare il tasso di difficoltà eccessivamente livellato verso il basso perché sia di stimolo a restare attratti dalla formula per più di un paio di sere. Questo è ancor più evidente quando ci si accorge che gli sviluppatori hanno messo in piedi un sistema di suggerimenti che, in caso ci s’impantanasse, indica la via più logica verso la soluzione degli enigmi. Ad agevolare ulteriormente la vita del nostro Maxwell interviene un lussuoso zainetto, dentro al quale possiamo mettere gli oggetti che vogliamo riservarci di rievocare successivamente, così da non dover ridigitare ogni volta le relative parole sul taccuino.
Assurdità come queste sono all’ordine del giorno in Scribblenauts Unlimited.
LIBERA… COME L’ARIA
Al di là della modalità storia, Scribblenauts Unlimited ha al suo arco la possibilità di sperimentare liberamente ogni possibile combinazione che ci possa venire in mente, a prescindere dalle situazioni proposte dagli sviluppatori. È qui, forse, che il titolo di 5th Cell dà il suo meglio, visto che il limite è imposto solo dalla nostra fantasia e dalla voglia di creare assurdità di ogni genere. Pensate che, volendo, è possibile addirittura scrivere sul taccuino i nomi degli stessi sviluppatori, così da farli “poppare” in game in qualsiasi momento: uno slancio di vanità senza precedenti, non trovate?
Ad aumentare ancora di più la vena sandbox di Scribblenauts Unlimited interviene un potente editor, grazie al quale è possibile partire da un oggetto pre-esistente per poi modificarlo in ogni aspetto, a partire dall’estetica fino al modo con cui si relaziona al mondo di gioco, agendo su diverse proprietà fisiche. È quindi un vero peccato che questa feature sia totalmente assente nella versione per Nintendo 3DS, per il resto totalmente identica nelle funzioni e nella struttura alla sorellona per Wii U.
PAROLE IN MOVIMENTO
Uno degli aspetti critici di un esperimento lessicale come questo riguarda la traduzione in italiano. Scribblenauts Unlimited è un titolo il cui DNA si lega a doppio filo con la semplicità intrinseca della lingua inglese, tanto che le precedenti incarnazioni della serie sono sì state tradotte nel nostro idioma, ma qualche pecca interpretativa ce l’avevano eccome, soprattutto se si pensa al modo in cui venivano processati gli aggettivi in Super Scribblenauts (benino, ma non sempre in modo ottimale). In questo caso, il difficile lavoro di localizzazione è stato svolto più che decorosamente, visto che il dizionario è ampio e raramente non si riesce a chiamare in causa ciò che si vuole, anche se restano alcune cosine da sistemare. A proposito di aggettivi, in Super Scribblenauts non era difficile barare e aggirare alcuni enigmi, sfrutt
ando l’enorme possibilità di manovra determinata proprio dalla loro introduzione: per dire, bastava aggiungere “volante” a Maxwell per esplorare liberamente ogni livello, librandosi in volo. In Scribblenauts Unlimited gli sviluppatori hanno fatto tesoro dell’esperienza pregressa, e bene o male sono riusciti a limitare al minimo questi exploit, anche se la facilità intrinseca di questo terzo capitolo non è che spinga più di tanto il giocatore alla loro ricerca.
Hei bell’uomo… cosa stai dipingendo?
Due parole finali sul comparto grafico che, come al solito, riesce a unire uno stile fumettoso alla semplicità necessaria ad avere sempre una visuale chiara di quello che sta succedendo a schermo. Il lavoro svolto da 5th Cell è davvero strepitoso, tanto che ho passato ore e ore a giocherellare col taccuino solo per vedere come i grafici abbiano interpretato ogni singola parola presente a dizionario.