Manchester United: quando il calcio virtuale fece tappa all’Old Trafford

1991 – Che ci si creda o meno, i Red Devils non sono stati sempre il rullo compressore di titoli che abbiamo imparato a conoscere negli ultimi 30 anni. Dal 1969 alla prima metà degli anni ’80, il club visse ad esempio una crisi senza apparente sbocco, dalla quale sarebbe riuscito ad emergere solo a partire dal 1986, con l’arrivo di Sir Alex Ferguson.

Trattandosi di un titolo dedicato ad una precisa realtà del panorama calcistico anglosassone, gli utenti non avrebbero potuto ovviamente assumere il controllo di alcuna squadra all’infuori della compagine celebrata e questo dettaglio avrà fatto senz’altro storcere il naso a parecchie persone.

Grazie al talento del tecnico scozzese, la squadra avrebbe inaugurato un ciclo di vittorie strepitoso, pervenendo alla conquista della Premier League del 1990 che ne sancì la definitiva rinascita. Assurto al rango di team di culto, il modesto United di un tempo divenne presto oggetto di numerose operazioni commerciali, tra cui spiccò senz’altro per originalità la pubblicazione dell’omonimo videogame celebrativo.

Sebbene il sistema di gestione di passaggi e tiri andasse soggetto a routine dinamiche predeterminate, la fisica del pallone appariva molto più credibile di quanto non accadeva in altri titoli dalla medesima impostazione: merito di astuti accorgimenti visivi tesi ad enfatizzare rimbalzi e rotazioni della sfera.

Quello che, agli occhi dei più, doveva risolversi entro i confini di una farsa riservò una sorpresa tuttavia graditissima sorpresa a molti appassionati: dietro la patina da trovata commerciale si nascondeva, difatti, uno dei migliori football game della Era Amiga. Caratterizzato dalla solida visuale bordo-campo che poneva adeguato risalto a sprite modellati con cura e animati con altrettanta perizia, Manchester United viveva di un gameplay sostanzialmente ibrido.

Manchester United si fece notare anche per l’introduzione di dettagli contestuali decisamente insoliti per l’epoca, come la presenza di arbitro, guardalinee, panchine e allenatori a bordocampo.

Libero dalla maggior parte dei tatticismi propri dei prodotti più simulativi, ma abbastanza profondo da non poter essere bollato come semplice esercizio arcade, esso avrebbe in tal senso offerto al pubblico un’esperienza di gioco fresca ed appagante, riuscendo peraltro a mantenere quasi sempre inalterati i delicati equilibri strutturali alla base del proprio concept.

Il ventaglio di opzioni manageriali a disposizione dell’utente era costituito da questa ricca selezione di icone animate: con un semplice click del mouse, sarebbe stato così possibile passare dalla finestra adibita al calcio mercato agli allenamenti della squadra, per poi dedicarsi all’editor tattico.

Accolto con un sonoro 92%, da un’eminente rivista quale CVG, il gioco divenne subito un caso mediatico di spiccata rilevanza, nonché uno dei top-seller game del catalogo Amiga: non deve pertanto sorprendere il fatto che, tra il 1991 e il 1994, Krisalis Software si sarebbe accollata lo sviluppo di ben tre sequel a tema.

Al netto snellimento del bagaglio statistico e manageriale del gioco, Manchester United Europe fece seguire l’introduzione dei più celebri club continentali, un poderoso restyling grafico e consequenziali modifiche nel gameplay che gli favorirono giudizi entusiastici.

Il primo di essi, Manchester United Europe (1992), sarebbe andato concentrandosi sulle competizioni internazionali per club, mentre il successivo Manchester United: Premier League Champions (1994) avrebbe invece cercato di accodarsi alla rivoluzione concettuale scatenata da Sensible Soccer sostituendo l’ormai classica visuale bordo-campo con una più tattica prospettiva a volo d‘uccello.

La nuova prospettiva di gioco promossa da Manchester United Premier League Champions spostò il gameplay verso suggestioni più simulative finendo tuttavia col sottrarre preziosa personalità al progetto.

Rilasciato sul mercato con l’intento di celebrare la famosa “doppietta” che vide lo United accaparrarsi Premier League ed F.A. Cup nella medesima stagione, Manchester United: The Double (1994) segnò infine l’introduzione di un nuovo restyling isometrico teso stavolta a sfruttare l’hype generato nel frattempo da Fifa International Soccer (1993). In barba agli sforzi perpetrati dagli sviluppatori, detti esperimenti non incontrarono in ogni caso il favore del pubblico, tanto da passare sostanzialmente inosservati.

Manchester United: The Double venne definitivo come l’avventuroso punto di incontro tra Sensible Soccer e Fifa International Soccer. In Germania, il gioco venne edito col nome di Lothar Matthaus Super Soccer.

A quasi 30 anni di distanza dal suo trionfale debutto, il Manchester United originale e la sua valida estensione europea non appaiono purtroppo in salute come un Kick Off 2 o un Sensible Soccer e ciò ha senz’altro contribuito a diluire più velocemente il ricordo di un brand di cui, purtroppo, solo in pochi conservano ormai memoria. A voi Retrogamer il compito di restituirgli lustro!

Nato e cresciuto sulle pagine di Game Republic dove ha diretto per generazioni la sezione Time Warp, Gianpaolo Iglio ama il retrogaming e lo considera una seconda vita. O una seconda amante. Ha scritto un libro sulle avventure Sierra e insegna Game Journalism e Storia del Videogame alla VIGAMUS Academy con Metalmark.