Shadow of the Tomb Raider Hands On, ascesa e declino nell’avventura finale di Lara

Shadow of the Tomb Raider

Parlare di Tomb Raider, va detto, è sempre emozionante. La nostalgia potrà giocare un ruolo molto importante nel nostro giudizio, ma è innegabile che la nostra esploratrice di tombe preferita sia cresciuta enormemente negli ultimi anni. Da quando il reboot di Tomb Raider ha toccato la settima generazione di console, non a caso, Lara si è fatta sempre più umana; non solo nelle fattezze, ma anche nei suoi atteggiamenti, ora più realistici che mai. E non ce ne vogliano i detrattori, ma era finalmente giunto il momento di vedere una versione inesperta e giovane della nostra amata Croft, soprattutto dopo una saga che era durata oltre un decennio, tra capitoli storici e narrazioni un po’ altalenanti. Il tempo però è trascorso anche sui lidi del reboot, e Lara Croft si è avvicinata come non mai alla definizione originale dell’intraprendente esploratrice che avevamo imparato ad amare negli anni ’90. E da lì, Shadow of the Tomb Raider è volto infine a chiudere il noto cerchio delle origini, trasformando la nostra beniamina nell’esploratrice che, in fondo, è sempre stata. Per scoprire se le premesse siano in grado di raggiungere le ambizioni prefisse da Eidos Montréal (che adesso ha preso le redini dello sviluppo, unendosi a Crystal Dynamics nella realizzazione del gioco) e Square Enix, abbiamo passato una giornata dedicata a Lara in Microsoft House in quel di Milano, esplorando finalmente, in lungo e in largo, per una prova approfondita di 5 ore il nuovo Shadow of the Tomb Raider.

Shadow of the Tomb Raider

L’episodio più dinamico di Tomb Raider, ora per tutti

Tomb Raider, si sa, non è mai stato facilissimo agli occhi di moltissimi giocatori. Sarà l’età, saranno altri fattori, ma esplorare il mondo di gioco di un capitolo della serie può rivelarsi difficoltoso se non si ha un’esperienza pregressa nel medium videoludico. Fortunatamente, una delle novità più importanti nel gameplay di Shadow of the Tomb Raider si mostra già nel menù iniziale, grazie al rinnovato sistema delle difficoltà. Nel gioco infatti potremo sceglierne 4: Easy, Normal, Hard e Deadly Obsession. Ogni scelta aggiungerà o diminuirà la vita dei nemici, i loro danni e la rigenerazione di Lara durante i combattimenti, ma il nuovo titolo di Square Enix non si ridurrà solo a ciò. Difatti, nella modalità Easy l’esplorazione risulterà ancor più semplice che in passato. Anche i giocatori più inesperti potranno girare tra le zone di interesse vicine, facendosi guidare dallo stesso gioco, che indicherà la strada migliore da percorrere. Inoltre, il nuovo Istinto di sopravvivenza garantirà a Lara una serie di benefit che l’aiuteranno durante gli scontri con i soldati di Trinity. Per esempio, durante la nostra prova ci siamo trovati a distinguere i nemici in grado di vederci allo scoperto (colorati in rosso) e quelli invece alla mercé della nostra cattivissima Lara (colorati in giallo). La scelta della difficoltà, insomma, cambia radicalmente il gameplay di Shadow of the Tomb Raider, che ora è un survival dove avremo pochi spazi aperti per fare fuoco, e ora è invece un titolo da poter esplorare con calma. Detto ciò, le scelte del giocatore non si fermeranno qui. Oltre alla difficoltà dei combattimenti, difatti, in Shadow of the Tomb Raider avremo l’opportunità di cambiare la complessità dei puzzle e dell’esplorazione. Eidos Montréal e Crystal Dynamics non hanno comunque ignorato gli appassionati più hardcore di Tomb Rader, tant’è che sono stati due membri del team presenti alla Microsoft House, Jason Dozois (Narrative Director) & Heath Smith (Lead Game Designer), a dirci che ai massimi livelli della difficoltà ci immergeremo totalmente nei panni di Lara, ora vulnerabile anche agli attacchi nemici più insignificanti e consumata dall’immensità della giungla; una realtà che abbiamo avuto modo di percepire tra un passo e l’altro, soprattutto quando abbiamo incrociato un temibile ghepardo sulla nostra via. Il nostro scontro con la belva si è rivelato non solo serrato, ma anche una pericolosa caccia tra gatto e topo, dove ci siamo trovati costretti a mutare da preda a predatore e viceversa, lanciando velocemente delle frecce caricate ogni volta che c’è stata la possibilità di farlo. Un combattimento che ci introduce alle successive difficoltà del gioco e, come in altri momenti del gioco, ci ha fatto provare in prima persona la pericolosità delle avventure vissute da Lara, ma alla fine ne siamo usciti vincitori.

Shadow of the Tomb Raider

Louder Than Words

Chi è Lara, in fondo? Questa è stata la domanda che ha aperto le danze alla prova di Shadow of the Tomb Raider, ma anche ai temi e ai drammi interiori che la nostra esploratrice dovrà superare per diventare l’intrepida Tomb Raider. Gli stralci di narrazione che abbiamo avuto modo di vedere, però, hanno subito dimostrato quanto la nostra Croft sia pronta a fronteggiare l’antagonista assoluto del suo percorso di crescita, che in questo caso è Trinity. L’organizzazione, interessata alle ricerche di Richard Croft (padre di Lara) sull’immortalità, ma anche intimorita dalle conoscenze dello studioso, decise di rintracciarlo e di neutralizzarlo, mettendo in scena un terrificante quanto inaspettato suicidio. Il corpo verrà successivamente trovato da una giovane Lara, che crederà alla messinscena di Trinity nei decenni, almeno fino alla conclusione di Rise of the Tomb Raider, dove il castello di carta cade in rovina davanti agli occhi di una Lara ormai cresciuta e vicina alla sua figura ideale da esploratrice di tombe. La rivelazione tuttavia infiammerà l’animo della nostra Tomb Raider, ora alla ricerca più che mai della vendetta; una vera e propria ossessione, che si dimostra tale anche nello stesso gameplay. Lara adesso è violenta, estremamente letale e silenziosa nei movimenti. Per dire, la nostra amorevole beniamina potrà raccattare un avversario e impiccarlo a un albero per spaventare gli agenti di Trinity. Insomma, Lara è cambiata, e sicuramente avrà modo di maturare anche in Shadow of the Tomb Raider. Parlando del lato tecnico, invece, la cura grafica del titolo ha subito delle notevoli migliorie rispetto al precedente Rise of the Tomb Raider; un’evoluzione che non si è tanto concentrata sul dettaglio, quanto sulla fisica e, strano a dirsi, sulla vegetazione! Eidos Montréal e Crystal Dynamics si sono unite per ravvivare realmente le zone di gioco, che ora sono dinamiche e ancor più pulsanti che in passato. Ma durante la nostra intervista con Jason e Heath abbiamo anche scoperto che lo sviluppo continuerà anche su quegli elementi di gioco fino al lancio ufficiale del gioco, dove Shadow of the Tomb Raider si mostrerà sotto una forma ulteriormente rivista. E la nostra prova non si è limitata unicamente all’esplorazione del sistema di gioco. Tra un tiro di arco e l’altro, infatti, abbiamo scoperto che il personaggio sarà dinamico anche nel vestiario che potrà indossare durante l’avventura, arrivando addirittura a poter vestire i panni dei modelli presenti nella trilogia originale di Tomb Raider! Una chicca che non è solo folle da vedere per i neofiti della saga, ma soprattutto per i fan di vecchia data e coloro che la vecchia Lara, quella tutta pixel e forme generose, hanno avuto modo di osservarla a più riprese negli anni.

Manca ancora un mese all’uscita di Shadow of the Tomb Raider, ma le nostre impressioni preliminari si sono rivelate favorevoli sotto moltissimi punti di vista. Non solo adesso abbiamo un mondo ancor più aperto e in grado di dare realmente la sensazione di star esplorando un’ambientazione incontaminata e infine sporcata dalla presenza di Trinity, ma anche un’avventura che sarà finalmente aperta a tutti i giocatori, indipendentemente dal loro livello di abilità. Già sentiamo le lamentele dei fan più hardcore, ma la scelta di rendere accessibile una storia universale come quella di Tomb Raider, grazie a ben 4 strati di livelli di difficoltà, non può che renderci estremamente felici. Il nostro fidato arco e le tipologie di frecce continuano a giocare un ruolo fondamentale nel gioco e, ora che l’elemento stealth è stato raffinato da aggiunte sagaci come quella del fango o dell’Istinto di sopravvivenza, non possiamo far altro che attendere con impazienza l’avventura finale sulle origini di Lara Croft.

Alessia "Paddy" Padula, Production Director di Idra Editing nonché abruzzese doc, ha una grave dipendenza dalle serie tv, specialmente Doctor Who e Sherlock! Permalosa in modo pericoloso, potrebbe uccidervi per uno spoiler, quindi siete avvertiti. Il suo punto debole? Panda, koala e tutti gli altri animali coccolosi. E gli arrosticini, ma questa è un'altra storia.