Marvel’s Spider-Man: Territori Contesi Recensione, il dominio di Hammerhead

Se esiste un elemento in cui Marvel’s Spider-Man è riuscito ad eccellere è sicuramente il suo strabiliante potere di rimanere scolpito nella memoria del giocatore: molte volte, nei mesi successivi alla conclusione delle vicende del capitolo originale, ci siamo fermati a rivivere le epiche avventure vissute insieme al nostro fidato, e alter-ego, Peter Parker, magari una volta tornando al memorabile scontro finale con Otto, mentore e punto di riferimento del nostro Spidey, mentre in altre occasioni riassaporando la sensazione di stupore percepita a seguito dell’enigmatico finale. Non a caso, dopo il buon contenuto aggiuntivo denominato La Rapina, la voglia di indossare nuovamente la tuta per volteggiare nei cieli di New York non poteva che essere elevatissima, con l’obiettivo di carpire qualche informazione in più sul cattivone di turno, ovvero Hammerhead, e per scoprire le sorti dell’affascinante Black Cat. Come si sarà rivelato Marvel’s Spider-Man: Territori Contesi? Scopriamolo insieme.

Interessi personali o integrità morale? Questo è il dilemma

Le vicende del secondo DLC prendono vita esattamente nel punto in cui avevamo interrotto l’avventura al temine di La Rapina: l’enigmatica Felicia, dopo aver tradito Testa di Martello per i propri scopi personali, sembra deceduta o quantomeno scomparsa nel nulla, e con lei fuori gioco il buon Hammerhead prende una drastica decisione: eliminare ogni singolo boss delle famiglie rivali con lo scopo di impossessarsi della Grande Mela. Ovviamente il nostro amichevole Spider-Man di quartiere cercherà di mettergli i bastoni tra le ruote, questa volta però non agendo completamente in solitaria, ma con l’ampio supporto dell’agente Yuri Watanabe, vecchia conoscenza del capitolo base, la quale cercherà in tutti i modi di supportare il tessi-ragnatele nella sua missione.

Durante però una delle malefatte del villain, Yuri perderà sotto i propri occhi un fidato compagno del dipartimento di polizia: questo evento scaturirà in lei un odio talmente tanto profondo nei confronti di Testa di Metallo da porre in discussione non soltanto la propria integrità ed etica, ma tutto quello in cui ha sempre creduto, agito e sacrificato in anni di duro lavoro. Ciò, nel caso in cui non si giocasse nella sua interezza il contenuto supplementare, potrebbe apparire quasi ingiustificato: in fin dei conti, pur essendo un collega di lavoro, il rapporto tra i due non era nulla di più che una semplice conoscenza marginale, ma la verità sarà completamente un’altra, caratterizzata da un retroscena insospettabile e ben orchestrato. Quindi, seguite il nostro consiglio: spolpate tutto il pacchetto per comprendere appieno le motivazioni dei personaggi.

Poca carne al fuoco

Nel complesso, comunque, la trama proposta in Marvel’s Spider-Man: Territori Contesi è sicuramente avvincente e ben strutturata, ma nulla di sinceramente eclatante, compiendo, a nostro modo di vedere, un piccolo passo indietro rispetto a La Rapina, il quale non soltanto proponeva una storia generale più spassosa, ma anche la presenza di un personaggio principale, oltre chiaramente Peter, decisamente meglio caratterizzato e stimolante: Hammerhead, difatti, non riesce minimamente a reggere il passo con Felicia, anche a causa della sua, sostanzialmente, irrisoria presenza prima dello scontro finale. Si poteva fare sicuramente di più, soprattutto per la natura stessa di questi DLC, i quali appaiono decisamente più improntati sull’apparato narrativo piuttosto che su aspetti meramente ludici, essendo il gameplay rimasto identico al prodotto originale. Rimane comunque un mistero la scelta adottata da Insomniac: la penuria di gadget inediti, poteri aggiuntivi, mosse supplementari e qualsiasi altro elemento in grado di arricchire ed adornare l’esperienza di gioco, per noi, rappresenta, senza ombra di dubbio, la più grande pecca dell’espansione “La città che non dorme mai“, la quale avrebbe sicuramente potuto garantire un pizzico di brio in più alle scazzottate.

Anche sotto il profilo delle attività collaterali la software house americana non sembra sprizzare creatività da tutti i pori: difatti, come per La Rapina, anche in Marvel’s Spider-Man: Territori Contesi, oltre alla trama principale, avremo i soliti crimini da sventare, le sfide di Screwball – mutuate anch’esse dalla precedente espansione – da completare e i covi di Hammerhead da ripulire, esattamente come le basi di Kingpin e dei Demoni del gioco originale: insomma, davvero troppo poco per fornire al player un’esperienza anche soltanto leggermente differente da quella vissuta al momento dell’uscita del titolo. La “fortuna”, in questo senso, di Insomniac risiede nell’aver concepito un gameplay talmente tanto piacevole, fluido e adrenalinico che anche la ripetizione dei compiti già testati in passato risulterà divertente e soddisfacente.

In conclusione, Marvel’s Spider-Man: Territori Contesi è sicuramente un contenuto aggiuntivo capace di catapultare il giocatore in un’avventura avvincente e non scontata – anche grazie ai perfetti colpi di scena presenti al termine del DLC – la quale però soffre di una significativa carenza di contenuti originali e da un piattume sotto il profilo delle novità di gameplay difficile da accettare. Fortunatamente le situazioni ancora in sospeso, e in generale la base consolidata con i due DLC, lasciano presagire ad un finale (il quale arriverà a dicembre con Silver Lining) in grado di ripagare la spesa effettuata, e magari capace, chi lo sa, di fornire qualche gustoso indizio per un possibile prosieguo della saga.